Rally del Garda – Buona la prima, ma che tuffo!

Il nome “Rally” richiama la nostra mente alle competizioni, ma qui l’unica gara da mettere in atto è godersi quanto più possibile i paesaggi attraversati con i due bellissimi percorsi creati dall’organizzazione per questo NUOVO evento Adventuring: il Rally del Garda.

Nonostante siamo di fronte a un debutto in ambito organizzativo per l’associazione A.s.d. TWIN TEAM 2.0 capeggiata da Niccolò Pietribiasi, Elisa Carnovali e Marcello Salandin, abbiamo potuto constatare con mano, anzi con ruote, come tutto sia stato organizzato nel minimo dettaglio. Alla fine della manifestazione mi trovo con un gran sorriso e solo complimenti da fare.

Appena arrivata vengo subito piacevolmente colpita dall’area paddock ubicata in quel di Costermano sul Garda, nelle immediate vicinanze della Locanda Ca del Ponte, polo logistico per le registrazioni e luogo del pranzo di chiusura manifestazione. L’area è ben curata, spaziosa per i mezzi e ottima per accogliere i tanti partecipanti presenti allo start delle due giornate. Nell’area privata di parcheggio della struttura è allestita l’area ufficiale Yamaha con ben 8 modelli della gamma dedicati ai demo ride organizzati, oltre a un gazebo tutto dedicato alla bellissima Ténéré 700 WR GYTR.

Nonostante Il Rally del Garda sia un evento non competitivo, un paddock così fa sentire veri piloti.

Nella serata di venerdì, proprio nei locali annessi alla Locanda, trovo Elisa che da tutto il pomeriggio è intenta a curare le pratiche amministrative, registrando ogni singolo partecipante e consegnando a ciascuno il kit di iscrizione e il primo roadbook di giornata (per chi ha scelto la modalità cartaceo).

Il kit di iscrizione è stato un’altra delle cose che mi ha piacevolmente colpito: una tabella portanumero, un polsino Yamaha, una maglia polo, alcuni campioni di integratori specifici per attività sportive della linea KEFORMA e, last but not least, un vademecum di suggerimenti alimentari per supportare al meglio l’organismo per lunghe giornate in moto. Questa chicca finale che ho molto apprezzato, porta lo zampino proprio di Elisa Carnovali, che oltre a essere stata impegnata a tutto tondo nell’organizzazione dell’evento e aver percorso in moto entrambe le tappe come staff assistenza, nella vita è anche una brava Biologa Nutrizionista, oltre che motoviaggiatrice.

Disbrigate le pratiche di registrazione, il bel cortile della locanda attrezzato con tavoli e sedie si presta come luogo di aggregazione dove iniziamo a socializzare con gli altri partecipanti. Complici anche le ottime temperature si crea davvero una bella atmosfera, MA…

È il momento di congedarsi per risolvere la missione “Elefante dentro scatola di cioccolatini”, scaricando la nostra Ténéré 700-Arrow dal mio piccolo furgone in cui è incastonata. Non sono nemmeno lontanamente autosufficiente in questa operazione, per cui oltre l’amico Gianluca ho assoldato altri due ragazzi tra gli altri partecipanti. Gira di qua, tira di là, l’elefante è finalmente libero.

Al paddock Yamaha è presente anche la postazione WLP, dove Paolo Venezia e altri collaboratori sono al lavoro per il montaggio e settaggio delle strumentazioni nelle moto dei partecipanti che hanno scelto questa tipologia di navigazione. Oltre che un doveroso saluto a Paolo, mi faccio aiutare nello scarico e caricamento della traccia sul tablet WLP in mia dotazione. 

In merito alla navigazione erano ben tre le tipologie, tra cui era possibile scegliere: traccia gpx, roadbook digitale e roadbook cartaceo. La modalità di navigazione andava inserita nel modulo di registrazione all’evento. 
Inizialmente avevo indicato la modalità roadbook digitale, ma in ultima battuta e in assenza di pulsantiera, ho ripiegato sulla traccia GPX.
Uno sforzo organizzativo è stato fatto anche per far sì che roadbook elettronico e cartaceo fossero pressoché equivalenti. Compito non facile far combaciare raggio ruota con il chilometro del satellitare.

Sabato 6 aprile – 1a Tappa Rally del Garda

Per questa prima giornata ci aspettano circa 170 km con una alternanza di 60% offroad e 40% asfalto. Il percorso si snoda tra le bellissime zone dei vigneti a sud del Lago di Garda e rimane per lo più pianeggiante, con sterrati veloci e nessuna difficoltà tecnica. Anche per chi è alle prime armi, se non per un tratto fangoso che ha messo in difficoltà diverse persone e dove io ne ho combinata una delle mie.

Dopo tre anni, un po’ di esperienza in offroad posso dire di averla maturata. Ma oggi per la primissima volta alla guida della Ténéré 700 mi sentivo quasi una neofita. Non toccare bene a terra con una moto da 200 kg mi mette un po’ in apprensione; specie quando mi rendo conto che in abiti da moto, tutori e stivali, la situazione peggiora sensibilmente. 
Fortunatamente il percorso è veramente scorrevole come descritto nel programma ricevuto via mail. Chilometro dopo chilometro le mie ansie si sciolgono lasciando spazio al divertimento puro fino a che, a circa otto chilometri dalla prevista sosta ristoro, combino il pastrocchio di giornata.

Il mio incubo, il fango! Infatti mi ci tuffo!

Davanti a me una strada con notevole presenza di pozze e fango. Alcune moto che mi precedono salgono in un passaggio sulla sponda che costeggia la strada infangata.

Penso: Ok ci provo! Solo che probabilmente non ricordavo che stavolta non avevo un enduro specialistica sotto al sedere. Così mi trovo a districarmi tra un paletto e una pianta in questa cresta in cui entra precisa solo la moto. Passato quello che sembra il pezzo più complicato risalgo in sella. Procedo adagio, ma una probabile insidia nascosta tra l’erba alta mi piega il manubrio verso destra. Moto fuori baricentro, manca il terreno su cui poggiare il piede e in un attimo mi ritrovo in tuffo dall’alto. Proprio sul fango che avevo cercato di evitare.

La DJI Osmo Action 3 era accesa, per cui se volete ridere guardate il filmato e mettete un like di supporto per la ragazza glassata di fango. Vi giuro che quando l’ho riguardato ho riso davvero tanto! Ma solo dopo, perché nel momento della caduta ho interrotto la registrazione e da brava toscana ho tirato una scarica di coloriti “perdindirindina”.
Gianluca e altri due ragazzi rialzano la moto, adagiata in discesa in un punto non facile, danni non ce ne sono e possiamo ripartire.

Arrivata al ristoro approfitto di una fontanella per dare una rapida pulita al completo. Mentre ci godiamo il buon pranzo servito all’agriturismo Corte Le Barche a Solferino, incluso nella quota di partecipazione, i miei vestiti sono al sole ad asciugare.

Rifocillata, pulita e quasi asciutta, riparto decisamente con un altro umore.

Da qui in poi la traccia di circa 60 chilometri che ci riporta al paddock è tutta piacevolmente scorrevole attraverso belle campagne, a parte un guado non troppo impegnativo.
Mi fermo solo per segnalare all’organizzazione che uno dei tanti partecipanti provenienti da oltre confine è fermo per una foratura alla gomma posteriore. Nemmeno quattro minuti dopo arriva il pick-up guidato da Niccolò per caricare lo sfortunato pilota.
Terminiamo il giro giusto in orario di aperitivo! Godendo di questa atmosfera di ilarità tra un racconto di giornata e l’altro insieme agli altri partecipanti, chi davanti ad una birra fresca, chi con una bibita.

Domenica 7 aprile – 2a Tappa Rally del Garda

La ricetta di oggi prevede una traccia da circa 117 chilometri con un 70% di offroad e 30% asfalto. Da briefing viene comunicato che rispetto a ieri la traccia presenta alcuni passaggi un po’ più tecnici. Non credo di aver finito di ascoltare la frase prima che tornasse a farsi sentire lo stato di ansia che mi aveva accompagnato nella partenza di ieri. Parto comunque più fiduciosa, alle brutte in questi eventi qualcuno che aiuta nei passaggi più difficili si trova sempre.
Non passa molto dal momento della partenza che troviamo subito uno dei tratti un po’ più impegnativi. Un single track in salita condito da sasso smosso. Lo affronto subito senza stare troppo a pensarci e con mia sorpresa va meglio di quel che pensassi.

Il tappo

Poco più avanti troviamo un capannello di moto. Che succede? Succede che c’è la fila per affrontare il secondo punto tecnico di giornata. A vederlo da lontano non sembra un passaggio troppo complicato, se non per il fatto che la curva stretta in salita con le bicilindriche si fa un po’ più con fatica. Uno ad uno i partecipanti superano l’ostacolo, chi zampettando più, chi zampettando meno, chi invece parcheggia in orizzontale (no, stavolta non sono io).
Arriva il mio turno, ci guardiamo con Gianluca e da brava cuor di leone mando avanti lui, che effettua il passaggio senza problemi. Non ci sono più scuse ora tocca a me. Seconda marcia, in piedi e via! In uscita curva perdo un po’ di aderenza al posteriore, ma non mollo il gas e con un po’ di gioco di frizione ne siamo fuori.

Brava Ténéré, ce l’abbiamo fatta!

Da qui abbiamo un tratto di strada scorrevole dove riprendo fiato. Sono in testa ad un piccolo gruppetto di moto, e aprire la scia un po’ mi emoziona. Lascio passare in testa Gianluca, così che si alleni ancora meglio a leggere il roadbook senza il mio riferimento davanti. Neofita nella navigazione e fresco partecipante della Scuola Federale Motorally dello scorso marzo, se la cava egregiamente con qualche piccolo dritto da probabile distrazione.
Arriviamo in un punto con un bell’affaccio panoramico sul Lago di Garda e ne approfittiamo per una piccola pausa spuntino con vista. Arriva voce di un incolonnamento per un tratto con una profonda pozza di fango e noto che qualche partecipante devia dalla traccia. Io alla parola pozza di fango qualche dubbio me lo faccio venire visto il tuffo di ieri, ma decidiamo di seguire comunque il percorso prestabilito e in caso ci aiuteremo a vicenda. In realtà non si trattava di una pozza, ma di una mulattiera in discesa con sasso piantato e viscido. Qui troviamo Niccolò ad aiutare dando suggerimenti su come affrontare il passaggio e nel mio caso, per sicurezza porta la mia moto oltre il punto dove sarebbe stato più complesso per me non potendo poggiare i piedi a terra.

Ed ecco che arriva la salita più impegnativa di tutto il percorso

Torniamo a macinare strada e pista in percorsi più scorrevoli e poi ci troviamo di fronte ad una lunga salita con pietre smosse anche grandi. Questa è senza ombra di dubbio la salita più complessa di cui mi aveva parlato Elisa. “Non mollare il gas”, diceva, ma un ramo decide di sabotarci entrando tra i raggi della ruota posteriore di Gianluca e costringendo entrambi a fermarci.

Ripartire adesso non è uno scherzo, specie perché le pietre non mi danno la possibilità di prendere quel poco di velocità che mi dà l’equilibrio per rialzarmi in piedi. In versione Kamikaze, cercando quanto più possibile di tenere almeno un piede in pedana, un po’ scomposta ma arrivo quasi fino in cima. Ho intorno un tifo da stadio, riprendo fiato per l’ultimo strappetto e via. Ce l’ho fatta! Molto soddisfatta di avercela fatta da sola senza bisogno di aiuti o spinte, ora però necessito di una piccola pausa per recuperare e far passare quella lieve nausea da sforzo che ho rimediato principalmente per gestire il peso della moto nel tratto più lento e impestato. Recupero velocemente, mentre spendiamo qualche minuto a ridere e scherzare insieme ad altri partecipanti conosciuti qui all’evento e divenuti nuovi contatti e amici con cui condividere questa passione.

La traccia ci porta con grande stupore a spuntare a margine di un campo da golf con tanto di giocatori in azione. Ovviamente è solo una toccata e fuga, ma è stata ugualmente una simpatica sorpresa.

Sintesi della caduta numero due

I passaggi tecnici non sono ancora terminati; infatti, dopo poco ci troviamo davanti ad un single track in un boschetto delineato da fettucce blu Yamaha. Il passaggio è stretto e articolato (bellissimo), snodandosi tra le piante. Con la mia specialistica sarebbe stato un passaggio semplice, ma non avendo i parametri di questa moto non rischio. Giù dalla sella, prima marcia e la porto così fuori dal boschetto.

Più avanti ci troviamo in un bel sentiero nel bosco, scorrevole da godimento al 100% e accendo la DJI per filmare il passaggio. Ed è così che immortalo anche il secondo, e per fortuna ultimo, botto della Tènèrè. Il sentiero piega su una discesa più larga ma un po’ più ripida, Gianluca si ferma deviando sulla sinistra sulla mia traiettoria e io che avevo già proiettato lo sguardo verso la curva successiva, ed ero anche un po’ troppo vicina, faccio sì in tempo a frenare, ma non riesco a sostenere il peso della moto. E niente, scherzavo quando dicevo di testare lo scarico Arrow Dakar Replica, ma alla fine l’ho involontariamente testato davvero! Posso dire che mi ha sorpreso, è più resistente di quello che credevo e i segni anche di questa seconda caduta sono quasi impercettibili.

L’ultimo passaggio tecnico di giornata è un guado, né lungo, né fondo, ma con in uscita una bella salitella di sasso smosso

Osservo il passaggio degli altri partecipanti, valuto la traiettoria e parto. Missione compiuta, niente capitomboli.
Da qui solo tratti scorrevoli offroad, misti a trasferimento in asfalto fino all’arco di arrivo.
Abbiamo avuto un altro piccolo stop per la catena della moto di Gianluca molto lente a causa di uno dei registri tendicatena. L’unione fa la forza e aiutati da altri partecipanti, tutto è risolto in pochi minuti.

Negli ultimi cinquecento metri di guida mi sento pervadere da una sensazione di grande soddisfazione. Il percorso di oggi era da vero Motorally proprio come piace a me. Indubbiamente non facile per inesperienza con questa moto e quindi una doppia soddisfazione. Una giornata davvero stupenda di moto, natura, panorami, sole ed ottima compagnia.

Il percorso della domenica posso dire senza ombra di dubbio che sia stato il mio preferito tra le due giornate, ma anche il sabato è stato interessante e divertente tra campagne e sterratoni veloci.

Non mi sento di fare nessun appunto agli organizzatori perché obbiettivante non ho nulla da appuntare, solo ringraziare per l’invito a questa prima edizione, con l’augurio di un arrivederci al prossimo anno.
Davvero Chapeau, buona la prima!

E per quanto riguarda me e la Ténéré 700, se sabato pensavo di abdicare a tutti i possibili eventi futuri, posso dire di aver cambiato idea. Non posso dire che siamo diventate buone amiche, ma senz’altro che possiamo vederci di nuovo.

Che l’apprendista endurista stia diventando anche apprendista maxi-endurista?

Testo: Elisa Gallorini

Una risposta

  1. Bellissimo articolo, che racchiude l’evento in tutte le sue sfaccettature. Onorato di aver conosciuto amici nuovi con cui condividere questi momenti di divertimento e spensieratezza. A presto per altre avventure.

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