Ogni anno il 1° gennaio, presso il Santuario di Oropa nelle Valli Biellesi, si svolge la tradizionale benedizione dei motociclisti. Tale evento, sebbene non organizzato in forma ufficiale, vede la partecipazione ogni volta di circa 500 moto provenienti da tutto il Piemonte, che vengono parcheggiate nel piazzale interno del Santuario, aperto per l’occasione.
Quest’anno, viste le previsioni meteo eccellenti, mi è venuta l’idea di raggiungere il Santuario mettendo il meno possibile le ruote sull’asfalto, attraverso il sentiero che corre lungo la linea della tranvia Biella-Oropa, abbandonata dagli anni ’60.
La vecchia linea tranviaria era stata inaugurata nel 1911 per consentire ai turisti di raggiungere il Santuario. Il percorso, nel tratto Favaro-Oropa, si sviluppava in sede propria parallela alla strada, con pendenza massima del 70 per mille e raggi di curvatura minimi di soli 25 metri, il che fece meritare alla tranvia l’appellativo di “Ardita d’Italia”, infatti la Biella-Oropa era la seconda linea tranviaria italiana che superava i mille metri di altezza senza l’ausilio della cremagliera.
La linea fu chiusa nel 1958 e ora il tracciato è stato trasformato in un sentiero, che per buona parte coincide con il percorso del tram, salvo che per un tratto che è stato inglobato dall’asfalto. E’ possibile ancora attraversare l’unica galleria, posta in un tornante elicoidale di 360° e il famoso “Ponte dei tre archi”.
Il percorso è in discrete condizioni, il fondo è costituito dai sassi su cui poggiavano i binari, ma è compromesso dalla presenza di numerose radici, ruscelli che lo attraversano e talora corrono lungo il percorso e presenta buche ed avvallamenti. In alcuni tratti si restringe molto fino a diventare un single-track e in un punto si discosta dalla linea ferroviaria, superando un discreto dislivello per raccordarsi ad una strada sterrata sovrastante.
Essendo in dubbio sulle attuali condizioni del tracciato, il 31 dicembre ho destinato la pausa pranzo all’esplorazione del tragitto, per assicurarmi che fosse interamente percorribile con moto da enduro, e l’ho percorso con la Husqvarna nel tratto da Favaro ad Oropa.
Fatta la verifica del tracciato, ero pronta per andare alla benedizione del giorno seguente in off-road. Ho sparso la voce per cercare qualcuno che venisse con me e si sono aggregati tre amici enduristi, provenienti da Acqui Terme e Mondovì.
In questo modo sono riuscita a terminare il 2019 e ad iniziare il 2020 in off-road..
Testo: Tiziana Beltramo