Dalle montagne al mare. Giorno 5
Anche oggi attraverseremo valli sperdute, boschi incontaminati e tanta tanta bellissima vegetazione.
Nella prima parte di percorso si costeggia un fiume dalle acque cristalline per poi iniziare una risalita che ci porterà fino a una “casamatta” ai confini con l’Albania. Da questo posto di avvistamento era possibile tenere sotto controllo una vasta area di confine.
Per arrivarci dobbiamo fare i conti con un tratto di salita reso quasi impraticabile alle maxi enduro, da forti acquazzoni. Ci imbattiamo in alcuni mezzi per il movimento terra in azione i quali, tuttavia, non hanno ancora ripristinato completamente il tracciato. Il che ci porta ad assisterci a vicenda, per aiutare chi è in difficoltà, spingendolo o portandogli su la moto.
Da appostamento di guerra, adesso sarebbe il posto ideale dove godersi per un bel pic-nic, ma la giornata è lunga e dobbiamo proseguire.
La sosta pranzo la consumiamo in un locale che ricorda molto i nostri rifugi di montagna, il gestore seppur molto gentile non spiccica una parola di inglese, anzi sembra si rifiuti proprio di capire anche quello che gli indichiamo sul menu. Forse non è abituato a turisti provenienti da altre nazioni o forse non aveva abbastanza cibo per soddisfare 26 motociclisti affamati, tant’è che alla fine lo lasciamo decidere e ci servirà una zuppa di pane e latte di capra con dei Ćevapčići, la salsiccia tipica della penisola balcanica.
Nel pomeriggio scavalliamo le montagne per ammirare una veduta panoramica dal punto più alto delle “bocche del Cattaro”, una serie di insenature del mar Adriatico che si incuneano nell’entroterra andando a formare dei fiordi.
Dopo aver consumato una birre in un locale che si affaccia a strapiombo su questo spettacolare panorama, affrontiamo la discesa a zig-zag molto suggestiva che ci porterà fino alle rive del mare.
Questo è un posto molto turistico che richiama vacanzieri provenienti dai paesi limitrofi. La Rimini del Montenegro, mentre come prezzi siamo più vicini alla costa Smeralda.
Per domani le previsioni mettono tempo brutto, godiamoci la serata di svago in piscina e cena con buffet di pesce, lungo mare.
Giornata bagnata… day six
Purtroppo stavolta le previsioni erano esatte, inizia a piovere proprio mentre ci infiliamo i caschi per partire. Dobbiamo circumnavigare uno dei “fiordi” per poi lasciare l’asfalto e salire di nuovo in montagna. Piove sempre più copiosamente.
Arrivati al punto di svolta, è evidente che in altura sta imperversando un grosso temporale con abbondanti fulmini. Contatto David via radio che ci stava anticipando di qualche minuto e gli comunico che abbiamo deciso di proseguire per asfalto.
Mai decisione fu più azzeccata, in pochi minuti la pioggia si trasforma in diluvio (quasi universale), mai vista una cosa del genere soprattutto affrontata in moto. Le strade si allagano, 20-30 poi 40-50 cm di acqua ovunque. Si fa fatica a procedere in prima marcia, la visibilità è scarsissima e le macchine che procedono in senso contrario, seppur andando a rilento, creano un’onda d’acqua tale da sommergerci letteralmente.
Fermarsi è praticamente impossibile senza rischiare di cadere perché non si riesce più a distinguere il bordo strada, che può nascondere un marciapiede, un fossato o una qualsiasi insidia.
Sono in pensiero per gli altri: se siamo messi così noi, cosa avranno trovato in quota? Una prece va anche a Elisa che si trova a guidare il furgone, da sola in mezzo a questo marasma.
Per fortuna troviamo una specie di autogrill e ci fermiamo in attesa che la situazione migliori un po’. Chiediamo alla barista se in quelle condizioni possiamo entrare per una bevanda calda, siamo fradici e sicuramente le allagheremmo il pavimento… ma lei tutta sorridente ci fa cenno di sì. Chiediamo i caffè e ce li serve assieme a un cornetto. Le spieghiamo che volevamo solo un caffè e lei replica che la merende ce la offre perché siamo dei motociclisti!
Nel frattempo ci raggiungono Dario e David con i rispettivi gruppi. Anche loro hanno visto la malaparata e hanno deciso di tornare a prendere l’asfalto.
Facciamo un punto della situazione all’unanimità prendiamo la decisione di proseguire direttamente per l’albergo. Peccato, perché era prevista una sosta a Dubrovnik per far visita alla città vecchia, ma in queste condizioni è impossibile, in più tra pochi chilometri avremo da superare anche la frontiera per rientrare in Bosnia.
Quando stiamo per ripartire, la ragazza del bar si frappone tra noi e l’uscita con un rotolone di carta in mano. Subito non capiamo, poi inizia a prenderci i caschi e uno a uno ce li asciuga.
Sono una motociclista anche io, ho una Honda Hornet!!!
Arriviamo al confine e sbrighiamo le pratiche abbastanza in fretta, per fortuna non c’è coda mentre per entrare in Montenegro c’è una bella fila. Entriamo in un tunnel che diluvia ancora, ne usciamo e troviamo cielo sereno e caldo sopra i 30 gradi. Restiamo sbigottiti, voltandoci indietro si vedeva un muro di acqua mentre qui non aveva fatto una goccia! Altro che la nuvola di Fantozzi!
Siamo quasi a Dubrovnik, il sole e il vento ci hanno quasi asciugato, ci fermiamo in un’area di sosta e mettiamo alla votazione chi vuol fermarsi e chi vuol proseguire. Decisione unanime, tutti a visitare la Ragusa della Dalmazia.
Leaving never easy…
Ultimo giorno di questo tour nei Balcani dedicato al relax. In serata abbiamo la nave per il rientro ad Ancona; il trasferimento per Spalato è tutto su asfalto lungo il litorale, quindi trascorriamo la mattinata a Neum, l’unico sbocco sul mare -lungo una ventina di chilometri- della Bosnia-Erzegovina. Il posto è carino e ricco di locali che si affacciano sulla spiaggia. Alcuni decidono di fare il bagno, altri si sfidano su potenti Jet Sky, mentre qualcuno si rilassa al bar in compagnia di un aperitivo.
Elisa ieri è stata molto brava a guidare il furgone sotto quel diluvio e decidiamo che meriti di godersi una giornata di svago con David! Le procuriamo un casco e ci diamo l’appuntamento per la sera all’imbarco. Io caricherò la moto sul furgone, prenderò con me Mina e faremo gli ultimi 200 chilometri su quattro ruote.
In nave diamo vita a una sorta di “debrifing” con tutti i partecipanti: discorriamo su questa avventura appena conclusa e su eventuali migliorie. Sono tutti contenti e soddisfatti e, tirando le somme, non potrebbe essere altrimenti visti i percorsi, le location e le strutture studiate così accuratamente dall’organizzazione.
E poi… Avere un medico al seguito è un grande valore aggiunto quando si viaggia in fuoristrada e in paesi stranieri, al pari del furgone assistenza che trasporta ricambi e bagagli.
Ci vediamo al prossimo viaggio!!!
Le moto
Le nuove Honda Transalp messe a disposizione da Honda Italia si sono dimostrate delle vere globe trotter, adatte a viaggiare su ogni terreno. Non eccellono in niente, ma vanno bene ovunque. L’impostazione di guida da seduti permette di guidare con il busto eretto e, anche dopo ore di viaggio, non avverti la stanchezza. Stesso buon feeling per la guida in piedi, trovandosi perfettamente allineati con la moto. Molto equilibrata nei cambi di direzione, è facile e intuitiva. In fuoristrada le sospensioni di lunga escursione concedono di viaggiare in serenità anche su terreni abbastanza sconnessi, mentre il motore resta gestibile in qualsiasi condizione con un’erogazione lineare sin dai bassi regimi. Ma se la vuoi sentire “arrogante” basta insistere sul gas.
Il sistema WLP
È uno dei sistemi di navigazione alternativi al classico GPS. Rispetto al cellulare ha uno schermo molto più ampio e visibile, inoltre è un “rugget”: resistente agli urti e all’acqua. Usa un sistema Android e quindi è possibile scaricarci qualsiasi App (io, per esempio, ho installato Google Heart attraverso cui, in caso di necessità, avrei potuto vedere tramite satellite la mia posizione. Non solo applicazioni legate alla navigazione, però: ho fatto ricorso anche a un programma per il cambio tra euro e moneta locale, e-mail, meteo…).
Indispensabile il sistema di radio-trasmettitore per essere sempre collegato con un altro apparecchio o addirittura con più unità, come nel nostro caso: avevamo un amico sintonizzato sulla nostra stessa frequenza che all’occasione poteva dialogare con noi. Ma da casa!
L’abbigliamento
Clover ci aveva fornito per l’occasione un completo CROSSOVER 4 Airbag e un DAKAR 2 – WP, ambedue giacche 4 stagioni con giacca impermeabile e giacca termica (opzione nella la Dakar 2 WP). Durante le giornate calde, abbiamo potuto apprezzare il sistema di ventilazione con i pannelli frontali e posteriori parzialmente o totalmente removibili che garantivano un gran ricircolo di aerazione, mentre nei due giorni di pioggia, si è rilevata indispensabile la giacca impermeabile da indossare sopra o sotto la giacca.
Trapuntino termico comodissimo da indossare anche la sera in abiti “civili”.
La moltitudine di tasche di varie dimensioni è risultata utili per riporre documenti, monete e altri oggetti da tenere a portata di mano durante il viaggio.
Testo: Pietro Bartolomei
Foto: Dario Lupini
Video: David Stoppel
Si ringrazia:
- Honda Italia per le Transalp 750
- Clover Motorbikegarments per l’abbigliamento
- WLPcom per la strumentazione GPS