Trans(ALP) Balcanica

La parte dei Balcani che si è costituita indipendente dopo la guerra che ha coinvolto la Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia tra il 1991 e il 2001 terminata con l’autonomia di Bosnia-Erzegovina, Croazia, Montenegro, Serbia, Macedonia e Slovenia, sta diventando una delle mete più ambite dal turismo sia per il litorale che si affaccia sull’Adriatico -con un mare cristallino e costellato di piccole isole– sia per il desiderio di visitare territori rimasti per anni vincolati da frontiere quasi invalicabili imposte dal regime Comunista prima e dalla guerra, poi.

Dal sogno alla realtà con BigBikeOff

L’idea che questi luoghi fossero ancora più affascinanti da esplorare in moto l’ho sempre avuta, ma di poterlo fare addirittura su strade sterrate, di campagna o secondarie me ne ha dato l’opportunità BigBike OFF: un’associazione che organizza tour guidati in fuoristrada per maxi-enduro sia in Italia che all’estero.

L’occasione perfetta è stato l’incontro tra la loro ricerca di due guide con esperienza e la volontà, mia e di David Stoppel, di esplorare l’altro lato del mare! Una serie di fortuiti eventi ha portato ad aggregarsi anche Elisa (la ragazza di Davide) in qualità di autista del furgone assistenza e Mina, il loro cucciolo di boxer.

I nostri supporter

…Nemmeno farlo apposta, ero appena rientrato dalla prova della nuova Honda Transalp 750. E, il viaggio che andavo ad affrontare, sembrava il regalo perfetto per questo mezzo!

Propongo la cosa a Honda Italia che sposa immediatamente il progetto, affiancando alla mia una moto per David, da ritirare presso il concessionario Honda Center di Ancona il giorno dell’imbarco.

Anche la navigazione non è lasciata al caso. Avremmo guidato con traccia GPS, utilizzando i dispositivi tablet della WLPcom perché, oltre a essere robusti e con uno schermo ampio e molto visibile, offrono la possibilità di restare collegati tra loro attraverso un sistema di radio trasmettitore interno permettendo di restare in contatto e comunicando attraverso gli interfoni.

Una bella sicurezza!

Last but not least l’abbigliamento!

Clover ci riveste a nuovo, con capi “3 stagioni” che si rileveranno molto utili viste le escursioni termiche e la pioggia incontrate durante il viaggio.

E, finalmente… il viaggio!

Il primo giorno è di “smistamento” pratiche ad Ancona, luogo di incontro di tutti i partecipanti. Noi, in verità, arriviamo con largo anticipo per ritirare le moto, il furgone a noleggio che utilizzeremo per l’assistenza, istallare la strumentazione e caricare i bagagli.

Alle 20.00 siamo tutti in nave pronti per salpare! Non senza un breve briefing sul ponte principale, seguito dalla cena. Ottima occasione per salutare le vecchie conoscenze e per iniziare a farne di nuove; in fondo avremo una settimana di tempo per farlo, perché si sa:

la moto accomuna e presto saremo “grandi” amici.

La serata finisce tra i racconti di chi ha viaggiato per mezzo mondo e chi invece è alla prima volta con viaggi organizzati in fuoristrada e cerca rassicurazioni dai più esperti.

Il mio compagno di stanza per tutto il periodo, sarà il medico della manifestazione, anch’egli in moto. Un dottore marchigiano che, per passione ha sempre seguito eventi motociclistici in giro per il globo. Di esperienza ne ha da vendere, è una persona squisita che di notte usa i tappi per le orecchie e non russa:

quale compagno migliore poteva capitarmi!!!

Giorno due: Balkanian Dawn

È il primo giorno vero in moto, ogni metro che andremo a percorrere sarà una scoperta.

Dario, il guru di BigBike Off, ci ha dispensato di tutte le info utili per affrontare il tour: numeri di telefono per qualsiasi emergenza, punti rifornimento, ristoranti, coordinate GPS dei luoghi di interesse storico e panoramico. Insomma…

nulla viene lasciato al caso.

Tenere compatto il gruppo non è facile all’uscita da Spalato, che ci accoglie con una viabilità intensa, nonostante le ripetute raccomandazioni sul sistema a “elastico” ai bivi. Ma è comprensibile, l’adrenalina è alta e serve qualche chilometro per equilibrare l’andatura dei partecipanti.

Dopo circa due ore di traffico e strade a scorrimento veloce, siamo fuori dal caos e possiamo finalmente affrontare il primo tratto in fuoristrada.

Non appena messi i tasselli in off, sembriamo proiettati in un’altra dimensione: sono bastati pochi metri per ritrovarsi in mezzo a foreste di altofusto dove non si vede anima viva in giro, luoghi sereni in cui si distinguono benissimo i profumi del bosco.

Io e David prendiamo confidenza con le Honda Transalp 750, regoliamo la pressione degli pneumatici Metzeler Karoo 4 ed entriamo nella mappa “USER” per configurare le varie impostazioni per l’offroad; controllo di trazione, ABS, freno motore e potenza. 

Ne approfitto per fare un piccolo scherzo al mio “collega”, mettendogli la risposta del motore al minimo. Sentirlo imprecare per qualche ora “sta moto un va” mentre gli facevo dei lunghi traversi davanti è stato impagabile!!!

Ci lasciamo alle spalle la Croazia per entrare in Bosnia Erzegovina.

Alla frontiera tutto fila liscio anche se eravamo un po’ preoccupati che qualche cavillo burocratico ci facesse perdere delle ore, cosa non improbabile ascoltando i racconti di chi ci ha preceduto. Poi restiamo immersi nella natura fino alle porte di Mostar, sede della prima tappa.

Qui accade un fatto che ci lascia tutti a bocca aperta! Siamo in giro per visitare la città e arriviamo al famoso Stari Most (che in italiano significa: “Il vecchio ponte”), monumento iconico della ex Jugoslavia diventato patrimonio dell’UNESCO dopo la sua ricostruzione. 

Arrivati all’apice del camminamento, David si toglie la maglietta, scavalca la balaustra e si tuffa nel vuoto per 25 metricome ben testimoniato qui…-)!

Quando fradicio mezzo, scalzo, in pantaloncini corti e a dorso nudo ci raggiunge di nuovo sul ponte, è carico di adrenalina e noi lo acclamiamo come il più bravo dei tuffatori della Red Bull Cliff Diving (una competizione internazionale di tuffi che si tiene anche in questa città). Più verosimilmente, però, il nostro David ha rischiato l’arresto, vista la reazione molto contrariata dei locali.

Più che un tuffo sembrava la danza della pioggia. Un terzo giorno tutto bagnato

Partiamo la mattina di buon’ora: ci aspettano circa 200 km per lo più di fuoristrada in montagna e le previsioni ci avvertono di temporali sparsi. Pas mal, pensiamo: “viste le temperature che ci hanno accompagnato dalla partenza, un po’ di acqua ci darà un attimo di refrigerio”. 

Invece impariamo a nostre spese che anche in Bosnia le previsioni meteo non sono così affidabili. Piove già quando usciamo dal garage dell’albergo e non smetterà mai per tutto il giorno. Le temperature calano vertiginosamente, dai 35 e passa gradi arriviamo a una media di 7/8. Fa freddo! 

In pausa pranzo ci viene in aiuto il furgone assistenza, che dispensa vestiario asciutto a tutti! Sebbene siamo in quota dobbiamo ancora salire, con un tratto di strada asfaltata al termine. Il che, da un lato, rincuora: il fuoristrada è sempre più pesante a causa di un lungo tratto di bosco che ci rallenta con un cantiere forestale e il trasporto dei tronchi su mezzi pesanti, rendendo quasi impraticabile il tracciato reso viscido dall’abbondante acqua.

Di contro, viaggiare su asfalto sarà ancora più freddo.

Raggiungiamo il gruppo di David fermo lungo strada, poiché uno dei suoi è scivolato andando a sbattere contro un muretto di pietra. Sopraggiunge anche il dottore che fa una prima diagnosi: niente di rotto, ma una bella distorsione al ginocchio con conseguente stop il giorno seguente. Il nostro compagno viaggerà nel furgone di assistenza con Elisa. 

Arriviamo che è quasi buio in un bellissimo campeggio, o meglio: un glamping che ci accoglie con dei tipici bungalow di legno. Siamo ghiacciati e la prima cosa che ci aspetta è una bella doccia calda, peccato che il boiler sia piccolo e l’acqua calda finisce quando ancora ero insaponato.

Resta anche il problema di come asciugare l’abbigliamento per il giorno successivo e assieme al DOC ci inventiamo una sorta di stendino da “apporre “accroccare” sulla piccola stufetta elettrica, regolata a “tutta manetta”.

Non può piovere per sempre…

Una giornata epica, paesaggisticamente la più bella affrontata finora. Torna a splendere il sole che ci accompagna in Montenegro.

La frontiera è a pochi km da dove abbiamo alloggiato e ci dirigiamo subito a espletare la solita burocrazia. L’uscita dalla Bosnia è veloce, però mancano due partecipanti che la sera prima non avevano fatto rifornimento al distributore che dista circa 20 km, quindi decido di aspettarli subito dopo il gabbiotto dei doganieri, mentre gli altri procedono verso la dogana di ingresso in Montenegro.

Chi la fa… l’aspetti!

Fa caldo e vado a cercare un po’ di refrigerio sotto un albero; non faccio in tempo a togliermi casco e giacca che sopraggiunge un “finanziere” che mi intima di restare accanto alla moto davanti al suo gabbiotto. Gli faccio capire che è molto caldo e il sole cocente scotta molto sulla mia “pelata”. In maniera molto eloquente mi risponde che se voglio posso mettermi il casco ma non posso muovermi di li!

Dopo circa 45 minuti arrivano i ritardatari e, attraverso il WLP, comunico a David che ci stiamo muovendo. Lui mi risponde che hanno terminato le operazioni di riconoscimento e che ci aspettano subito dopo la barriera e di venire avanti superando la colonna di macchine perché le moto hanno la precedenza. 

Fiduciosi lo ascoltiamo e sorpassiamo le auto, presentandoci alla stazione doganale, documenti alla mano. Contrariamente alle aspettative, si spalanca la porta di un ufficio e ci viene incontro un energumeno di 2 metri per 130 kg di muscoli, spedito e altamente alterato (a essere buoni).

Capisco immediatamente che ci sono cascato e cerco di individuare David, lo scorgo dietro la moto che se la sta ridendo a crepapelle. 

Mentre il funzionario mi urla a due dita dal naso frasi incomprensibili, ma persuasive, penso al burlone che si è rifatto dello scherzo del motore. Uno pari, palla al centro!

Se al doganiere è salita l’adrenalina noi siamo saliti di quota…

L’ascesa ci permette anche di trovare cumuli di neve, la particolarità tuttavia è notare il paesaggio che cambia con degli altipiani incredibili, sembra di essere sulle nostre Alpi.

Di tanto in tanto qualche fattoria dove tutti ti salutano felici. Vivono di pastorizia, però tutti posseggono macchinoni di grossa cilindrata, SUV che usano per percorrere chilometri e chilometri di fuoristrada per raggiungere un minimo di civiltà o la fattoria successiva più vicina. Mi auguro che di inverno non vivano qui.

Durante il percorso viene data la possibilità ai partecipanti di scegliere qualche alternativa un po’ più impegnativa o restare sul tracciato scorrevole sul quale, comunque, non mancano sassi e tratti con ghiaione.

Prima di arrivare al villaggio che ci ospiterà per la notte, c’è da percorrere un passo su asfalto di una trentina di km: curve ampie, tornanti, toboga, carreggiata molto larga e catrame liscio come un biliardo… sembra una pista naturale.

Inizio ad affrontarlo con la solita andatura moderata… una volta percepito che non v’è nemmeno una macchina nelle vicinanze, però, decido di mettere alla frusta la Honda Transalp 750.

Bel motore ma, soprattutto, che maneggevolezza!

Fine prima parte

Testo: Pietro Bartolomei
Foto: Dario Lupini
Video: David Stoppel

Si ringrazia:

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