Test filtri Guglatech: questione di micron

La gran parte di chi va in moto e fa viaggi in posti remoti del globo conoscerà sicuramente Guglatech, gli altri o mentono o confidano molto nella fortuna.
L’azienda nata da un pomeriggio sfigato in cui il fondatore è rimasto a piedi a causa di un pieno con benzina contaminata, opera nel settore delle membrane tecniche per filtraggio, aria benzina e qualunque cosa frulli nella mente dei responsabili dell’infaticabile settore dell’R&D.
Per questo, prima di partire per il nostro viaggio nei Balcani (che potete leggere qui), abbiamo contattato Guglielmo di Guglatech per “kittare” il nostro KTM 690 e blindarlo da possibili contaminazioni ad opera delle famigerate benzine dell’est Europa.
Chiamare Guglielmo vuol dire chiamare un appassionato, di moto, di viaggi e del suo lavoro. Lo capisci perché non ti parla dell’offerta del catalogo ma delle soluzioni ai tuoi problemi in base alla moto ed alla sua configurazione (la nostra moto ha anche i due serbatoi aggiuntivi davanti oltre al posteriore) ed in un attimo ci si trova a passare ore al telefono immersi in un tunnel a discutere di micron, membrane idrofobiche e pompe benzina fino a tirar fuori il kit migliore per le tue esigenze.
Da una di queste chiamate è nato l’equipaggiamento perfetto per il nostro “kappone dakarizzato” che ha visto l’uso di due filtri esterni da bocchettone (per i due serbatoi anteriori) ed un filtro chiamato Mazinga da installare all’interno del serbatoio posteriore.

FILTRI ESTERNI:
Sono la soluzione più basic nel senso positivo del termine: funzionali, efficaci, semplici nell’istallazione ed economici.
Si tratta di una calza lunga circa 25cm da infilare nel foro del serbatoio, l’operazione è istantanea e può essere fatta da chiunque, mogli e bambini compresi; non necessita di competenze meccaniche e con lo stesso irrisorio tempo di installazione può essere rimosso.
La trama della sua matrice filtra più del 99% dei corpi sotto i 12micron (due globuli rossi che si tengono a braccetto per farsi un’idea) ed è idrofobica ciò vuol dire che respinge anche l’acqua.
La lunghezza del filtro, e la conseguente grande superficie di passaggio, permette di avere tempi di riempimento veloci nonostante l’estrema capacità ostruttiva della matrice, certo, non è come non averli, i tempi un po’ si allungano ma rimangono più che accettabili specie se si pensa all’utilità del lavoro delle membrane.

MAZINGA
Il tempo di riempimento è comunque l’handicap dei filtri da bocchettone, quando poi sono montati in serbatoi angusti come il posteriore del 690 si potrebbe incorrere in tempistiche non coerenti con le esigenze di tutti i giorni, per questo sotto consiglio di Guglatech al posteriore abbiamo installato il filtro chiamato Mazinga.
Anche questo è una sorta di calza che però avvolge completamente il corpo pompa e l’alloggiamento della stessa creando una barriera a tutto il fuel system senza intaccare i tempi di riempimento che saranno quelli abituali.
In questo caso le dimensioni della “calza” e dei fori della membrana (40micron) sono dimensionati per preservare gli organi meccanici dalla contaminazione scongiurando però i pericoli di cavitazione che sono il terrore di ogni organo di pompaggio (banalizzando possiamo dire che il fenomeno della cavitazione si ha quando alla pompa viene richiesto un lavoro troppo elevato ad esempio ostruendone la bocca di aspirazione. In questo caso la pompa “tira” il fluido e lo “stressa” oltrepassando la tensione di vapore dello stesso e causandone una sorta di rottura e la conseguente creazione di bolle d’aria all’interno).
L’installazione del Mazinga non è nulla di difficile con qualche nozione di meccanica, ma non è banale come quella di filtri a bocchettone. Occorre smontare il serbatoio e la pompa e, consigliati da Guglatech abbiamo montato anche la modifica per l’installazione del filtro a valle della pompa in posizione esterna al serbatoio.
Il kit è costituito da un filtro Mahle (5/6 volte più grande dell’originale per diminuire le contropressioni e la manutenzione) e le relative tubazioni per posizionarlo esternamente al serbatoio in modo di poterlo sostituire agevolmente anche se, con la moto settata in questo modo, Guglielmo ci ha garantito che la durata diventa pressoché eterna!

Proprio perché, come dicevamo, non vende il catalogo ma propone le soluzioni alle tue esigenze, ci ha detto “visto che state in moto per dieci giorni potrebbe farvi comodo la sacca Ride&dry”.

SACCA RIDE & DRY:
Chi l’ha provata sa di cosa parlo. Immaginatevi una federa da legare alla moto in cui mettere i vestiti lavati o bagnati per far si che durante il giorno si asciughino e siano pronti per la sera.
La federa è fatta di una membrana che impedisce a polvere e sporcizia di passare, in modo che gli indumenti rimangano puliti anche dopo centinaia di km in fuoristrada permettendo di non portare bagagli per tutti i giorni del viaggio ma solo un paio di ricambi da lavare la sera all’arrivo e far asciugare durante il giorno.
Ovviamente ogni oggetto va utilizzato con astuzia per far si che lavori al meglio. Sarebbe inutile pretendere miracoli mettendo ad asciugare un “felpone” intriso d’acqua, ma l’intimo, meglio ancora se tecnico, lo troverete a fine giornata asciutto e pulito senza essere minimamente impolverato.

Alla prossima!

Testo: Dario Lupini
Foto: Dario Lupini ed archivio Guglatech

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