24MX

Motoraid Volterra – Follonica

Tre giorni stupendi nel panorama on-off toscano

Che stupenda centrifuga è stata questa tre giorni al Motoraid Volterra-Follonica!

Avevo avuto modo nel 2021 di partecipare alla versione “sport” della manifestazione, decisamente più enduristica, ma che anche al tempo offriva la possibilità di partecipare alle maxi enduro con un percorso più turistico e tecnicamente molto meno impegnativo.

Durante gli ultimi anni il territorio, solitamente calcato dalla manifestazione, è stato interessato da molte competizioni di enduro e motorally. Per questo l’organizzazione ha deciso per questo anno di dare respiro a tutte quelle zone in “affanno” destinando l’evento principalmente alle maxi enduro, con tracce per lo più districate tra strade bianche e sinuosi tratti di asfalto.

Non sono comunque mancate varianti tecniche per far divertire chi volesse partecipare con le specialistiche o per i più smaliziati maxi enduristi.

La nostra collaboratrice Elisa Gallorini con l’Aprilia Tuareg by ARROW

Rispetto alle precedenti edizioni l’evento si allarga estendendosi a tre giornate, dal venerdì pomeriggio alla domenica sera con la possibilità di partecipare ad una o più giorni singolarmente o iscriversi al pacchetto completo, a un prezzo ridotto.

Altra interessante novità, quest’anno il percorso del three days non sarà più segnalato con frecce sul percorso ma navigato tramite gpx o seguendo le note del roadbook, per gli amanti della navigazione.
Per quanto mi riguarda questa volta devo abbandonare l’idea di partecipare navigando con il roadbook: la strumentazione è pronta per l’imminente finale del Campionato Italiano Motorally e io sono alle prese con una moto che non conosco e che pesa pressappoco, più pressa che poco, 100 kg in più della mia Xtrainer. Meglio non mettere troppa carne al fuoco!

Nel pomeriggio del venerdì la manifestazione finalmente prende vita con le prime iscrizioni e la consegna ad ogni partecipante delle rispettive tracce o papiri roadbook, oltre alla sacca contenente i tagliandi dei vari ristori, cene e pranzi previsti, e la maglia ricordo dell’evento.
Terminate tutte le operazioni alla segreteria allestita all’Interno dell’Hotel Ristorante Piccolo Mondo, storica struttura posizionata proprio sul mare del golfo di Follonica, siamo pronti alla partenza della prima tappa.

Tappa 1: venerdì – Follonica/Follonica

Qualche problema per me nei primi chilometri per ammutinamento dell’applicazione che stavo utilizzando per leggere la traccia. Giusto il tempo di caricarla su altra applicazione e sono pronta a ripartire. Sinuose strade sterrate si alternano a tratti di asfalto, mentre io prendo rapidamente confidenza con la Aprilia Tuareg 660.

Moto ben bilanciata nonostante la stazza, equipaggiata con scarico completo con collettori racing e terminale Titanium Indy Race Arrow Exhaust, qui si trova proprio nel suo habitat naturale. Non mi mette mai in difficoltà, anzi, scorre precisa nelle sterrate come se fosse su un binario.

Dopo aver percorso circa 80 chilometri dei 124 previsti in questa prima tappa con partenza e ritorno a Follonica, arriviamo alla pausa ristoro al Castello di Scarlino. Lo scenario è veramente suggestivo con le luci del tramonto: da un lato il castello e dall’altro la vista panoramica sul golfo.

Qualche minuto per goderci il panorama scambiandoci le prime impressioni insieme agli altri partecipanti all’evento e il sole inizia a calare rapidamente. Mancano ancora circa cinquanta chilometri a fine tappa, meglio rimettersi in marcia. L’arrivo è comunque previsto in notturna a Follonica e si testa quindi anche il sistema luci della Tuareg, anche questo promosso a pieni voti.

L’unico inconveniente di giornata è stata la polvere. Se in gran parte del percorso è stata assolutamente gestibile prendendo il giusto spazio dagli altri piloti, negli ultimi tratti di offroad il buio misto a polvere e ai fari delle auto che procedevano nel senso opposto, rendevano la visuale nulla. Per motivi di sicurezza ho quindi deciso di lasciare la traccia in favore dell’asfalto per raggiungere la meta. Si è trattato comunque di una manciata di chilometri rispetto a tutto il bel giro fatto.

Ad attenderci all’arrivo, compresa nel pacchetto iscrizione, una cena completa al ristorante Piccolo Mondo, dove con gli altri partecipanti inizia la divertente fase dei racconti di giornata, tra risate e sfottò di ogni genere.
Per la tappa di sabato ci attendono ben 250 chilometri di percorso da Follonica a Volterra.
E i bagagli?
Nessun problema, l’organizzazione ha predisposto un mezzo per il trasporto dei bagagli di tutti i partecipanti. Consegniamo le nostre sacche la mattina e le ritroviamo la sera direttamente a destinazione.

Tappa 2: sabato – Follonica/Volterra

Mentre per la prima giornata di venerdì era predisposta solo una traccia soft, per il sabato si poteva scegliere di percorrere anche delle varianti più tecniche.

Qui il team Discovery Endual si divide. Data la poca esperienza con il mio mezzo io preferisco rimanere prudentemente sulla traccia soft, supportata da Davide (dvd.adv) sia per le riprese che in caso di necessità di dissotterramento da sotto il Tuareg Blu, mentre Valter con altra comitiva sceglie il percorso con varianti tecniche.

Belle sterrate veloci ci accolgono nella prima parte del tragitto, a seguire, qualche passaggio un po’ più stretto e divertente, dove mi sorprende la maneggevolezza della Tuareg nonostante la mia poca esperienza.

La ricetta di giornata è la stessa e validissima, che propone un ottimo piatto misto di on-off. Merita una sosta il ponticello che attraversa il fiume Merse, nei pressi di Chiusdino: la pace della natura e dell’acqua che scorre. Giusto il tempo di pubblicare qualche contenuto e si riparte, sollecitati anche dallo stomaco che inizia a brontolare.

Di lì a poco raggiungiamo il centro di Monticiano e noto che in molti avevamo ricevuto gli stessi solleciti e brontolii. Infatti, nonostante oggi il pranzo fosse libero, in molti ci ritroviamo proprio qui per rifocillarsi, complice anche la presenza di vari stand con pizze, spiedini ed altre leccornie, che come una calamita hanno attratto tutti i motociclisti di passaggio. Dopo una bella pausa ristoratrice ci rimettiamo in sella.

Mancano ancora molti chilometri da percorrere, siamo a poco meno della metà e quindi decidiamo di procedere ad un ritmo un po’ più sostenuto. In avvicinamento a Cerbaiola però piaaaaaano che ci sono le mucche! Io riesco a passare senza grossi problemi, a parte un vitello che mi scorrazza davanti, Davide invece trova un po’ più di traffico. Si vede che erano più attratte dalla sua KTM. Lo aspetto poco più avanti in un bel punto panoramico che si apre sulla valle sottostante, col borghetto di Cerbaiola accucuzzolato in cima alla collina.


Riprendiamo il nostro percorso e, giunti nelle zone di Saline di Volterra, ho un déjà vu.

Riconosco chiaramente la strada che ho percorso per la gara di enduro del Regionale Toscano, passando proprio di fianco al campo del Cross Test che tanto avevo odiato il giorno della gara. Da qui in avanti la traccia si apre su sterrate veloci che corrono come nastri argentati su colline panoramiche, con la cittadina di Volterra che fa capolino in lontananza.

È vero, avevamo detto di accelerare il passo, ma come si fa a non fermarsi un attimo a godersi cotanta bellezza? Alla fine tanto sappiamo che almeno una delle due moto ha i fari buoni. Filmiamo il passaggio di alcuni partecipanti. Un ragazzo sta cercando l’amico disperso che poi apparirà direttamente all’arrivo, raccontando della rocambolesca avventura di essere finito per errore fuori strada. “Tutto è bene quel che finisce bene”.

Facciamo arrivo trionfale nella centrale piazza dei Priori con le ultime luci del giorno e approfittiamo della cena/rinfresco con ottimi prodotti tipicamente toscani, allestita dall’organizzazione all’interno delle logge di Palazzo Pretorio.

Dopo aver navigato tutto il giorno con la traccia senza mai sbagliare un colpo, ci intrecciamo nel dedalo di strade e stradine del centro di Volterra, seguendo le indicazioni impazzite di Google Maps che continua a cambiare direzione senza riuscire a scorgere l’uscita dal centro. Le uniche persone a cui chiedere informazioni in cui ci imbattiamo sono dei turisti stranieri che ne sanno meno di noi. Dopo esserci ritrovati nuovamente nella piazza centrale, finalmente il navigatore inizia a dire il giusto e ci porta fuori dalle mura. Anche questa seconda lunga giornata è giunta al termine.
Per questa ultima giornata si casca da letto presto. Alle 7.00 siamo già pronti e scalpitanti al cancello dell’hotel per fare ritorno alla centrale Piazza dei Priori, da anni scenario di partenza del Motoraid Volterra-Follonica. Tastiamo il polso di Massimiliano Cocchetti, sempre super impegnato in prima persona per le operazioni di segreteria e ai vari punti di controllo di passaggio della carovana moto durante tutto lo svolgimento delle tappe, oltre essersi occupato dell’organizzazione e tracciatura dei percorsi. Ovviamente tutto questo non sarebbe possibile senza il valido supporto e dispiegamento di organizzatori e aiutanti dei due Motoclub -Follonica e Pomarance- a cui vanno i miei personali ringraziamenti per il grande impegno e passione che mettono in campo per farci divertire.

Tappa 3: domenica – Volterra/Follonica

Attendiamo alcune partenze e poi ci mettiamo in marcia anche noi, sempre con la solita formazione di ieri che ci vede divisi tra percorso soft e tecnico.

È proprio il caso di dire “il mattino ha l’oro in bocca”. Pronti via, abbandonato il primo tratto di asfalto ci troviamo a guidare dentro ad un dipinto… Sono senza parole, posso solo spalancare gli occhi e guidare lentamente per godermi il più possibile questo scenario. Meraviglie della Toscana a 360 gradi, non so nemmeno dove girare la testa! (Si ok, in avanti visto che sto comunque guidando 200 kg di moto).

Avete presente quei posti che dite “ci devo andare” ma poi tra un impegno e l’altro ancora sono rimasti solo nella lista “da fare”?

Ecco, oggi uno dei luoghi della mia lista mi si materializza davanti a sorpresa: il Teatro del Silenzio a Lajatico! Dico a sorpresa perché, nonostante avessi la traccia fornita dall’organizzatore, ho volontariamente evitato di guardare da dove passava proprio per mantenere lo stupore e il gusto della scoperta. Sono felice di questa mia scelta, perché adesso che sono qui a fare foto e video, mi sento come una bambina che riceve inaspettatamente un regalo desiderato.

Passata questa prima parte godibile e scorrevole, la traccia di oggi ci riserva passaggi leggermente più impegnativi anche nella versione soft. Con la Aprilia Tuareg ho preso una buona confidenza nei giorni precedenti e mi diverto da matti, sfruttando anche dei dossetti naturali per fare dei piccoli salti, senza esagerare, ma con il gusto di sentire la moto che compostamente risponde al mio comando. Solo un passaggio stretto in ripida discesa e risalita mi ha messo un po’ in difficoltà, ma proprio in questo passaggio un po’ più tecnico c’era personale a supporto in caso di necessità. È stato più il pensiero in realtà, perché poi sono passata senza problemi al primo tentativo.

Tanto mi sta piacendo il percorso che dentro di me chiedo al tempo di rallentare, perché vorrei che una giornata così perfetta non finisse mai.

Lungo il percorso ci imbattiamo in un gruppetto di moto storiche fermo per una delle “anzianotte” che non vuol saperne di ripartire. Con Davide ci arrestiamo per vedere se possiamo essere di aiuto e anche lui tenterà di rianimare il mezzo. Avviamento a pedale, trova il punto morto, niente… nessun segno di vita. Dopo vari tentativi finalmente il motore riparte e tra risate e festeggiamenti l’allegra combriccola può rimettersi in marcia.

Procediamo spediti lasciandoci alle spalle il gruppetto delle storiche e alternandoci di tanto in tanto nel ruolo di navigatore di traccia, fino a che un forte “stonck!” ci ferma di nuovo. Una pietra sollevata durante la marcia ha colpito il mio paramotore dal lato pedale freno, facendo saltare la saldatura di uno dei supporti.

Devo trovare il modo di fissarlo per evitare di peggiorare le cose e qui entra in campo l’arte di arrangiarsi dell’apprendista endurista. Qual è una delle cose che assolutamente non deve mai mancare nel marsupio degli attrezzi? Il filo di ferro! Estraggo il rotolino di filo da una delle tasche, pinze e mi metto al lavoro. Non ci sono molti punti di ancoraggio ma sembra comunque tenere saldamente. Possiamo ripartire per gli ultimi chilometri di tappa, avendo premura di tanto in tanto di dare un occhio alla tenuta della riparazione volante.

Nessun altro inghippo ci si para davanti e raggiungiamo serenamente l’arrivo a Follonica. Scorgo la soddisfazione nel volto degli altri partecipanti e la riconosco nella mia. La festa continua mentre ci gustiamo un ottimo pranzo, sempre compreso nel pacchetto dell’evento, tra risate e racconti di giornata.

Anche il curioso moto-scooter Booster soprannominato Boociosa, condotto dal giornalista Maurizio Vettor per i 600 km del Motoraid e assistito nelle riparazioni da Dino Romano, conquista trionfale un traguardo che a dirla tutta ai più sembrava impossibile.

Oltre ai bellissimi percorsi, panorami, cibo e l’ottima compagnia dei motociclisti, splendidi sconosciuti che uniti nella stessa passione è come se ci conoscessimo da sempre, siamo stati notevolmente baciati dalla fortuna, con tre splendide giornate di sole.

Ringrazio nuovamente tutta l’organizzazione dei Motoclub Follonica e Motoclub Pomarance per il grandissimo lavoro svolto e per averci fatto divertire in sicurezza.
Se proprio vogliamo trovare una pecca, il ristoro della domenica non ha coperto tutti i partecipanti, ma perché il libero arbitrio nel motociclista affamato non è un’opzione da tenere in considerazione e i primi attendenti hanno consumato anche per i secondi. Un consiglio non richiesto è quindi quello di preparare anche per i ristori dei sacchetti da consegnare singolarmente alla consegna del tagliandino per evitare che qualcuno rimanga a bocca asciutta.

Personalmente tendo a dare molta più importanza al giro in moto, ai chilometri di asfalto e sterrati macinati, alle meraviglie viste. Il mio giudizio finale non può che essere quindi super positivo e anzi, spero di potervi prendere di nuovo parte il prossimo anno.

Purtroppo è arrivato anche il momento di salutare la Aprilia Tuareg 660, mia fedele compagna di queste tre giornate. All’inizio preoccupata per la prima volta alla guida di questa tipologia di moto, perfettamente a mio agio già dal secondo giorno.

Ringrazio Arrow Exhaust per averla equipaggiata con l’intero sistema di scarico che ha reso la moto più brillante e divertente nella guida, and last but not least Discovery Endual che mi ha dato la possibilità di vivere questa nuova Avventura!

Dalla vostra Apprendista Endurista è tutto, alla prossima!
Testo: Elisa Gallorini
Video e foto: Mauro FanfaniValter SegnanDavide Martinelli

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