24MX

In moto col Gigi – Scuola di motociclismo

Location d’eccezione e professori TOP: come sentirsi un VIP del tassello, coccolati dalle attenzioni di Aimone e Jordy 

Come di consueto veniamo subito ai dati salienti

Cosa: corso di enduro In Moto Col Gigi, da un’idea di Giordano: Jordy Manzoni.
Dove: al celeberrimo e bellissimo Castello Dal Pozzo, Oleggio Castello, provincia di Novara… a casa di Aimone Dal Pozzo (test in zona privata chiusa al pubblico).
Quando: sabato 19 novembre.
Perché: ci si diverte, ci si allena, si sta in compagnia, si mangia… e vuoi mettere farlo con i consigli di due campioni.

Inizio questo articolo con una considerazione personale, che si riassume in un grande “grazie mille”.

Questa volta la mia passione a due ruote, per i motori in genere, mi ha concesso una grande grandissima soddisfazione personale. Ma il mio ardere per le moto, la velocità (scarsa), quella voglia di sporcarsi le mani con benzina, olio e fango… non mi avrebbero portato a nulla senza di voi. Grazie Discovery Endual con tutta la redazione, grazie lettori, socializzatori, youtubatori, ecc. Ogni discriminazione per le categorie non citata non è assolutamente voluta.

Vi starete probabilmente chiedendo come mai tutta ‘sta manfrina iniziale (non preoccupatevi è finita), ma vi assicuro questa volta davvero doverosa. Grazie al vostro supporto ho potuto partecipare ad un corso d’enduro davvero da “libidine, doppia libidine coi fiocchi” [cit.].

Lo scrivente ha avuto il biiiiiip di partecipare al corso di Enduro più figo del panorama italiano.

Partiamo con il luogo in cui si svolge cotanta bellezza

Il Castello dal Pozzo! Praticamente impossibile non sapere che si tratta della casa di Aimone Dal Pozzo, tester e… lo scrivo… non lo scrivo… si lo scrivo…collega di Moto.it.

Chi non ha guardato i video dei molti contest con il Perfetto, all’interno del bosco ai piedi del castello, dove si sviluppa un percorso d’enduro con tutto? Se qualcuno ha alzato la mano può smettere di leggere ora e portarsi all’uscita. Scherzo ovviamente, anzi vi consiglio vivamente di leggere sino in fondo, per un appassionato di gomme tassellate la presente include contenuti ad alto valore erotico (in senso motociclistico… non confondiamo).

Ovviamente Aimone è il 50% del corpo docenti che per la restante metà è costituita da Giordano Manzoni. Jordy non è solo un atleta campione, istruttore federale… (date un’occhiata sull’internet per farvi un’idea, l’elenco sarebbe troppo lungo, a giudicare da quante cose ha già fatto non credo dorma molte ore a notte!) ma è a tutti gli effetti un uomo KTM.

Dal 2019 la sua scuola di enduro è partner ufficiale della casa austriaca. Anche in questo caso tutti i dettagli potete trovarli al seguente link https://www.inmotocolgigi.it/

Ciò significa che, fortuna nella fortuna, per un’intera giornata abbiamo a disposizione la gamma KTM 2023. Già sono in brodo di giuggiole ma quando il buon Jordy mi dice

Ale questa è la tua

i miei occhi si “incuoricinizzano”… un giorno intero sulla 450 Exc 6Days: che bomba!

Jordy nota l’eccesso di salivazione e mi dice “Ale è nuova di pacca…” e, prima che finisca la frase, penso: “mi raccomando cervello on sempre, niente cazzate o sboronate” e poi prosegue ”…magari sulle prime sarà un po’ legata”.

Mi spunta in faccia un’espressione da ebete di quelle che solo un grande stupore può generare. Questo brevissimo episodio mette subito a fuoco una delle cose che più ho apprezzato del corso, cioè l’atteggiamento, la fiducia, la capacità di fare squadra in un attimo.

Cotanto istruttore mi tiene così tanto in considerazione che si preoccupa più delle prestazioni della super moto, che mi dona per una giornata intera, di come la guiderà il sottoscritto? Sì è proprio andata così, fantascienza! È un aspetto che credo sia tutt’altro che secondario.

Mettersi al cospetto di due campioni per fare un corso potrebbe forse intimorire l’uomo della strada, sterrata ovviamente. Al contrario invece siamo ancora in abiti civili, beviamo un caffè in Club House preparato dallo stesso Aimone, mangiamo un cornetto e ci presentiamo vicendevolmente, “loro”  a  “noi” e “noi a…noi”, nel senso che nessuna distinzione c’è più fra alunni e professori, oggi lo “squadrone siamo noi”.

Si è fatta un certa, è ora di mettersi in sella, prendere dimestichezza con la moto ed andare a provare il percorso

L’anello creato nel bosco è un insieme di mini circuiti, ognuno caratterizzato da una conformazione di fondo e pendenza adatta ad un lavoro specifico.

Io Ignazio e Antonio siamo con Jordy, gli altri ragazzi vanno con Aimone.

Iniziamo come è logico dalla postura nella guida in piedi. Il Prof ci porta sull’anello del “Mostro del Lago”, le immagini ve lo faranno identificare molto facilmente. Percorriamo sulle prime qualche giro libero, saggiamo mezzi meccanici e fondo. È mattina, ore 9:30 circa, 8° di temperatura e parecchie foglie a terra. Il foliage, tanto di tendenza, molto scenografico alla vista, non è proprio il massimo dell’aderenza.

Scaldate le moto, i muscoli e riattivato l’equilibrio iniziamo con la prima sezione tecnica sulla guida in piedi. Percorso in leggera discesa, sasso piantato a terra e qualche gobba da valicare morbidi (più o meno).

La EXC, all’andatura da “turista per caso” ha un forcella piuttosto sostenuta, il feeling richiede qualche giro per mettere nelle mani un po’ di confidenza. Confidenza che aumenta con la correzione della posizione dei piedi, flessione delle ginocchia e lombari tirate come in uno squat. Mi metto a mio agio… e ne giova anche l’estetica.

Giordano ci corregge, oltre che con esempi pratici, posture statiche sulla moto, con i video. È uno strumento molto efficace perché permette un filo diretto fra sensazione fisica e posizione. Creata una base solida passiamo su un altro settore dell’anello per affrontare una discesa su terra battuta, ripulita dalla foglie dai nostri passaggi, per testare la posizione appena acquisita con l’uso dei freni.

Marcia lunga, velocità ridotta, dito sulla frizione, dito sul freno anteriore e piede destro a dosare con attenzione al pressione sulla leva del freno dietro.

La Kappa ha un disco posteriore davvero modulabile, consistente sotto al piede, restituisce un feedback molto efficace, controllabilissimo. Il freno anteriore mi sembra sulle prime bello aggressivo, decisamente più incisivo di come sia abituato.

Mi aggiusto quel tanto che basta la leva, avvicinandola alla manopola, e con l’indice trovo un feeling migliore che, con il passare dei giri trova la sua quadra, anzi…. è la mia moto che non frena un c…o!

Questo freno morde subito, sin dai primi grammi di forza che si imprimono al comando, ma per contro non una volta in tutto il giorno mi sono trovato con un bloccaggio di ruota anteriore con relative nefaste conseguenze.

Siamo pronti, diamo una bella accelerata al percorso, ma nel senso della discesa. Cambiamo zona ed affrontiamo una di quelle discese che, se ti trovassi davanti nel giro della domenica senza aspettertela… probabilmente gireresti indietro la moto e basta.

Per affrontare per gradi l’ostacolo il Prof ci approccia con: calma serafica, perlustrazione a piedi preventiva, passaggi in cui ci mostra la messa in pratica di quanto abbiamo imparato e dulcisin fundo, passaggio con una sola mano sul manubrio: la sinistra.

Chiaramente lo scopo non era fare il ganassa, ma dimostrarci senza indugio che, postura e freno posteriore ci avrebbero portato a valle su entrambe le ruote. E infatti, come per magia, con un pizzico di convinzione siamo giù.

Passiamo più e più volte in questo anello sino a quando la discesa diventa una nomale frenata, su un pendio che non ci impensierisce più. Tarda mattina, quasi ora di tornare alla base, chiudiamo in bellezza prima che suoni la ricreazione con un paio di giri dell’anello grosso. Raccordiamo i circuiti percorsi sin’ora ad una parte scorrevole con curve amplie e qualche allungo.

Drin Drin Drin… campanella: è ora di andare in Club House

Mangiamo una pasta, milanese e patate, caffè e addirittura dolce! Non ho fatto caso ad Aimone, impegnato con la sua splendida bimba, ma Jordy super atletico e asciuttissimo… ma a tavola ragazzi, va forte anche lì!

Terminato il pranzo, lo splendido sole del mattino ci accoglie anche con una temperatura gradevolissima. Tuttavia non è tempo di pennichelle, ci rimenttiamo in modalità enduristi con qualche giro dell’anello grande. Ci concentriamo sulla curva e nello specifico da affrontare da seduti. Jordy ci fa vedere sia passaggi alla “speraindio” che quelli con tecnica da manuale: spettacolo!

Inutile dire che è il lavoro specifico che più mi è piaciuto, troppo libidinoso. Con mio grandissimo stupore scopro che, se mi siedo in curva, ma solo quando ci sono dentro, molto più dentro di quanto avrei mai immaginato, posso sfruttare un trasferimento di carico e relativo abbassamento del baricentro che…la moto si schiaccia, sfrutto l’appoggio, ed esco come un missile (missile in miniatura, scala 1:24) senza il minimo sforzo.

Troppo figo.

Spigolo la curva, la moto volta senza opporre resistenza, e senza lottare con il manubrio per buttarla dentro gira che è una meraviglia.

Wow, sono troppo contento. Questo è il momento in cui mi rendo conto dello step di confidenza appena raggiunto.

Ho il controllo del mezzo con la metà della metà delle energie che spendevo prima.

Siamo a metà pomeriggio, manca l’ultima zona, la “salita del diavolo” (nomignolo made by me)

Jordy apre l’accesso a un guado, fino a qui tutto bene. Poi iniziamo a inerpicarci in un sottobosco, umido, con radici, molto scavato dai passaggi, un bel casino insomma. Ma ormai qualche km lo abbiamo fatto, le moto capite, le nozioni apprese e messe in pratica. Tutto quello che serve è la convinzione.

Come dice anche il buon Giò Sala: “su convinto”.

dAi-mone dai… scusa Aimone non c’entravi niente in questo frangente, ma i video di preparazione all’Erzberg con le incitazioni di Giò mi hanno segnato per sempre.

Infatti, coadiuvato dalla 450, inarrestabile in quanto a trazione anche nel fango del bosco in salita, non mi fermo una volta che sia una nei “maligni” rampini di questa zona. Aggiunto l’elemento salita, la giornata volge al termine, ma prima di congedarci diamo sfogo a tutte le energie residue con i giri dell’anello completo, che unisce tutte le zone in un’unica soluzione.

Ne viene fuori un circuito con tutto, ripido in salita e discesa, lo stretto con curve in contropendenza, guado e radici nel bosco, tratto scorrevole con le curve da pennellare… proprio bello.

Riportiamo le moto in parco chiuso, contenti, decisamente stanchi, e consapevoli di quanto sia stata fruttuosa una giornata così ben congeniata. I Prof confabulano fra loro, un po’ in disparte, ci stanno preparando un’ulteriore sorpresa.Sbircio e noto delle pagelle.

Essendo il corso un vero e proprio strumento a nostra disposizione, un modo per trasmettere consapevolezza motociclistica da mettere in pratica ad ogni uscita, per farlo in sicurezza, il lavoro non sarebbe completo senza un documento che riassuma tutto quanto. Ed ecco spuntare le schede di valutazione personalizzate, con un punteggio per ogni particolare tecnico analizzato, e un attestato di partecipazione che certifica il livello raggiunto e dal quale ripartire.

Ecco un’altra attenzione molto speciale di questo corso. Al dì là che due campioni ti trattino come uno di famiglia tutto il giorno, chiamandoti per nome, dispensando non solo consigli ma umiltà, disponibilità, prestandoti un attenzione “paterna”… a fine giornata analizzano con ognuno i punti di forza e dove concentrarsi per fare i compiti a casa.

Sfruttare la consegna degli attestati per un’ulteriore analisi condividendo con la squadra, tutti riuniti in cerchio, è l’ennesimo momento di crescita di tutto il gruppo! A dimostrazione di tutto ciò, torno a casa con diversi numeni di telefono dei miei… Amici Col Gigi.

Due parole per concludere

Il corso mi è piaciuto tantissimo, veramente ben tenuto da persone che, oltre alla bravura e capacità tecniche indiscusse, possono valersi di un valore umano che non si misurerà mai con un cronometro.

Intendo dire che la differenza la fanno sempre le persone, la loro capacità di comunicare, di ascoltare e capire con la giusta sensibilità chi sia ha di fronte… trovare così il modo di far breccia nel cuore di ognuno, per far emergere il meglio di se.

Bravi ragazzi, ci riuscirete sicuramente.

La morale alla fine del corso è:

fate dei corsi seri serissimi come questo. Approcciare al mondo delle moto col piede giusto, con la giusta impostazione, non solo vi aiuterà a essere più sicuri e disinvolti in sella, ma vi orienterà sicuramente verso la moto adatta a voi. A una cifra ridicola rispetto a quella di comprare una due ruote, mantenerla, manutentarla, gomme, assicurazione, ecc vi potete schiarire le idee per fare da subito la scelta che mai rimpiangerete!

Ho trovato un solo grande difetto al corso, non voletemene ragazzi ma devo proprio scriverlo. È la depressione che ti assale il lunedì quando tutto ritorna alla normalità della settimana. Un po’ sindrome da depressione post olimpica.

Un corso così esclusivo, senza la ben che minima puzza sotto il naso, diventa così inclusivo da farti sentire importante/qualcuno che conta. Ed è giusto/vero così! È talmente bello partecipare a questo corso che l’unico difetto e non poterlo fare anche il giorno dopo, e quello dopo, e quello dopo…

La moto

Siamo di fronte allo stato dell’arte delle enduro specialistiche 4 tempi. Oggi analizziamo la nuova KTM 450 EXC in versione 6DAYS. 

Ecco l’ultima evoluzione della 450 della casa di Mattighofen. Al primo colpo d’occhio si notano tutti quei dettagli provenienti dal fornitissimo catalogo Powerparts di KTM.

La colorazione abbandona il classicissimo arancione nelle sovrastrutture per lasciare spazio a una livrea rosso/bianco/azzurra in onore del 96° ISDE “Vive la France”. Il contrasto di queste grafiche con le parti arancioni trovo sia particolarmente riuscito, la moto spicca al fianco della sua gemella full orange.

L’allestimento prevede fra gli altri, piastre sterzo ricavate dal pieno anodizzate, disco freno posteriore pieno, a tutto vantaggio della dissipazione di calore e stabilità di funzionamento. I pneumatici sono i Metzeler 6Days Extreme, una vera gomma “da sbarco”, super grippante senza compromessi, ant 90/90-21”, post 140/80-18”.

Reparto sospensioni ovviamente fatto in casa da WP, all’anteriore una XPLOR con steli da 48mm con tecnologia AER, smorzamento idraulico di compressione sul lato sinistro e l’estensione sul lato destro. Al posteriore l’irrinunciabile PDS con ammortizzatore XPLOR pluriregolabile.

Uno dei dati che probabilmente dà l’idea della ricerca tecnologica utilizzata in questa moto è il motorePiccolissimo negli ingombri ferma la bilancia a soli 29,2kg! Monoalbero a camme in testa, respira da un corpo farfallato di 42mm di diametro. Per chi mastica di numeri legati agli organi vitali dei propulsori, siamo di fronte a un 449.9 cc con un pistone da 95mm di alesaggio, corsa 63,4mm e rapporto di compressione di 12,75:1!

Dotato di contralbero è equipaggiato con un cambio 6 marce. Il forcellone posteriore è monolitico, costruito con processo di pressofusione, integrante come da tradizione l’attacco del mono sul lato destro.

Complessivamente la moto pesa 106kg, ha un’altezza sella di 960mm e un’escursione all’anteriore di 300mm e al posteriore di 310mm. Rispetta le normative antinquinamento Euro 5. 

Prezzo: 12.625 euro franco concessionario.

In sella

Prima sensazione appena salito, al di là che la moto è bellissima anche vista da dietro al manubrio, con le sue piastre di sterzo arancioni luccicanti, che mi ricordano le mitiche bici ramate anni 70 della Wilier (Viva l’Italia Libera e Redenta… per chi non lo sapesse) è che le sospensioni siano piuttosto rigide.

Nonostante i miei 83kg, per la mia andatura preferirei forse un anteriore meno sostenuto, che aiuti nel brutto a discapito di trasferimenti di carico un po’ più pronunciati. Il mono lo trovo più in linea con il mio peso/velocità, la moto al posteriore è stabile sia nel lento che nel veloce. Le sospensioni sono anch’esse la massima espressione di WP, pluriregolabili per cui sicuramente il setting è adattabile per ogni esigenza.

Dei freni abbiamo già accennato qualcosa, risposta al comando del posteriore molto progressiva e modulabile, direi perfetta, con il giusto rapporto sforzo al pedale vs forza frenante. L’anteriore ha un mordente che sulle prime mette un po’ in guardia, lo sforzo alla leva richiesto per frenare è veramente limitato, necessita di un po’ di apprendistato.

Nulla a cui sia estremamente difficile abituarsi, anzi. Fatta la tara al ridotto sforzo necessario, la progressività d’intervento è assolutamente garantita.

Ineccepibile il pulsante magico per l’avviamento, non ha sbagliato un colpo, nonostante che il corso obblighi a continui spegnimenti e riavvii, con in più l’aggravante di spostamenti brevi e conseguenti brevi tempi di ricarica in movimento.

Impressionante il motore

È la cosa che più mi lascia a bocca aperta. La moto spinge davvero forte, un frullino, molto più di quanto potessi aspettarmi. Nonostante una tale esuberanza, l’erogazione è lineare, il motore è trattabilissimo anche con un filo di gas.

La primissima apertura è un po’ brusca, ma anche in questo caso nulla che l’abitudine non possa velocemente sistemare. Stra-confermato il marchio di fabbrica KTM: la trazioneInarrestabile questa moto, equipaggiata con Metzeler 6 Days EX, arrampica come un gatto delle nevi, esagerata.

Sempre più esasperata la concentrazione delle masse su i mono specialistici, interessante notare come il motore si sia ridotto negli anni nei sui ingombri in senso longitudinale, permettendo la costruzione di forcelloni lunghissimi. Questa KTM ne è un buonissimo esempio, a tutto vantaggio della trazione.

Un po’ invasivo per un due tempista come me il freno motore. La moto “tira indietro” un po’ troppo per i miei gusti, mi verrebbe voglia di guadagnare qualche giro di regime minimo per liberarla a gas chiuso.

La sella è bella consistente senza essere dura e complessivamente non mi sembra altissima da terra. Considerando anche la linea super slim dei sui sinuosi fianchi, il mio metro e 84 mi fa toccare terra senza problemi.

Quindi pur essendo un proiettile, un’arma affilatissima a saperla sfruttare in tutto il suo potenziale, questo caccia sa essere docile e progressivo. Con un minimo di mestiere la si può portare a passeggio, senza che ne risenta il suo umore, né il vostro.

Quanto sarei curioso di un confronto con la 300, sullo stesso percorso, per mettere in luce le differenze e sensazioni… Jordy, quando leggi fammi uno squillo!

In conclusione

Questa moto dimostra come l’evoluzione tecnica, pur votata alla prestazione pura, sia ormai in grado di mettere a proprio agio anche un amatore della domenica… anzi di solo qualche domenica. Non richiede performance fisiche straordinarie, né doti di sensibilità eccezionali per essere guidata.

Per cui, non è una moto “facile”, il mercato per questa categoria offre validissime alternative, ma sicuramente non è difficile. Anche chi snobba il cronometro e desidera un oggetto costruito con cura, del marchio più iconico del panorama, diciamolo pure, per fare il figo con gli amici, qui fa di sicuro la scelta giusta!

Testo: Alessandro Mattiello
Foto e video: Fausto Nicolini e Alex Piantanida
I docenti: Jordy Manzoni – Aimone Dal Pozzo
La scuola: In Moto col Gigi
Località: Oleggio Castello (NO)

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