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Giro del Peloponneso

Per chi è abituato a vagabondare da solo, il viaggio in coppia può scatenare blocchi mentali non indifferenti.
Arriva però un momento in cui non se ne può fare a meno: era l’ora del tanto agognato, sudato  e meritato viaggio di nozze!

A un anno dalla data fatidica passato a pianificare, organizzare e sognare decidiamo che è, finalmente, il momento

Stabiliamo un giorno a caso, carichiamo le moto con lo stretto indispensabile e partiamo; l’unica cosa certa? La meta: Grecia! Patria di mio padre e mia seconda casa (a dirla tutta per tanti anni la mia prima) volevo farla conoscere anche a Marco, mio compagno di vita e di avventure.

Così, appena spunta il primo sole dopo giorni e giorni di pioggia, cavalchiamo le moto per arrivare ad Ancona e finalmente imbarcarci.
Optiamo sul momento di scendere a Igoumenitsa, a nord della Grecia, senza prenotazioni precedenti e solo una certezza: percorrere la strada costiera verso sud, raggiungendo ed esplorando il Peloponneso. 

Sbarcando a Igoumenitsa ti si presenta uno scenario che spezza il classico panorama greco: è un porto piccolo, isolato, in mezzo al verde che accompagna al mare. All’alba l’aria è fresca, ma il tempo di rivestirsi dà al sole l’agio di sorgere e di riscaldare la temperatura. Un occhio alla mappa (cartacea, naturalmente!) e imbocchiamo la vecchia strada in cerca di un posto carino per fare colazione.

La costa è un continuo scorrere di curve pennellate, con le acque a destra e i massi a sinistra. A quell’ora, e vista la bassa stagione, non c’è traffico. Le uniche presenze che richiedono particolare attenzione sono greggi di pecore e capre, mandrie di mucche come piccoli gruppi di maiali e di cavalli a bordo strada.

Procediamo in tranquillità, persi nell’azzurro trasparente del mare che rivela i ricci sul fondo e delle rocce che variano dall’arancione al viola. Un vortice di colori che ti riempie di gioia e ti accompagna a lungo.

Ci imbattiamo in Parga: non l’avevo mai vista, ma sapevo che merita una visita, tant’è che io e Marco optiamo per una sosta. Anche qui il maltempo e le forti piogge hanno imperversato fino al giorno prima, rendendo il clima uggioso.

Nonostante la maggior parte dei negozi sia chiusa, intercettiamo un bar ancora aperto ove sederci per una colazione abbondante, arricchita con la presenza di un gatto che si piazza prontamente sulle mie gambe.

La ripresa verso sud

Una volta ristorati riprendiamo la traversata verso sud, sbagliando strada e finendo a Lefkada: un’isola collegata alla terraferma tramite un passaggio sottomarino, facile da raggiungere anche un po’ per sbaglio.

Poiché il tempo è tiranno, preferiamo rinunciare all’esplorazione e ritrovare la rotta verso la terraferma e il Peloponneso. Questa resta perlopiù bellissima e poco trafficata, a parte qualche “drittone” che attraversa zone industriali.

Poco prima di pranzo incrociamo un’indicazione per Astakos: un altro nome noto che ci “impone” l’ennesima deviazione! Si tratta di un paesino costiero che ospita un piccolo porticciolo con annessa marina, stabilimenti e negozi chiusi e pescatori appena rientrati dalla loro uscita mattutina adagiati al sole.

Presi dalla fame adocchiamo una tipica taverna greca, di quelle con una veranda coperta fuori e il bancone del pesce dentro: praticamente una pescheria con cucina e tavoli annessi, cedendo alle lusinghe dell’oste che ci mostra il pescato appena arrivato. 

Naturalmente i propositi di mangiare poco e leggero per poter continuare il viaggio vanno a farsi benedire dopo la prima birra offerta dal padrone di casa… così cominciano ad arrivare i piatti: triglie, zucchine, patate e melanzane fritte, tzatziki e altra birretta locale fresca, il tutto accompagnato dalle chiacchiere e dagli aneddoti del proprietario.

Reduci dal ricco pranzo ci concediamo  una bella passeggiata, percorrendo la marina del paese fino a un bar dove bere un caffè greco prima di rimetterci in moto.

Proseguiamo verso Mesolongi e le sue paludi, ma non soddisfatti del posto continuiamo verso il ponte di Rion e Antirion, varcando finalmente i confini del Peloponneso.
Il ponte strallato più lungo del mondo è maestoso: conta 2.883 metri di lunghezza e collega Antirion – nella Grecia continentale – a Rion nel Peloponneso. Lo vedi già da lontano con i suoi 60 metri sul mare e i piloni altissimi, conscio che ti risparmierà tanta, tanta strada.

Attraversiamo Patrasso in cerca ormai di un posto dove trascorrere la notte, e trovato un piccolo paese costiero, scegliamo di fermarci là: una strada stretta lungo il mare, una spiaggetta ciottolosa, i tamerici e pochi affittacamere e tavernette. Riusciamo a trovare un appartamento dotato di parcheggio in cortile per le moto e, finalmente, una doccia rigeneratrice che ci concilia il sonno, non prima di aver parlato ed elaborato la giornata appena trascorsa e quella che avrebbe seguito.

I giorni successivi sono molto, molto lenti: percorriamo pochi chilometri, dedicandoci ai luoghi e alle persone che incontriamo lungo il cammino, sempre senza meta e fermandoci dove più ci ispira.

Percorriamo la costa ovest del Peloponneso per scendere lungo il primo dito; dormiamo la prima notte a Kyparissìa, un paese moderno con una parte “vecchia” posta in cima a una ripidissima salita, un castello arcaico che offre una vista meravigliosa e dei locali tipici carinissimi che ti rimandano nel passato della Grecia sconosciuta e poco frequentata: quella vera.

Il mattino seguente riprendiamo la rotta e perlustriamo l’antica cittadina di Methoni, con il suo castello affacciato direttamente sul mare. Il paesaggio suggestivo, le nuvole e il paese vuoto ti catapultano immediatamente in un set alla Game of Thrones.

La ripartenza è interrotta da un’altra pausa, ancora in un paese costiero: Foinikounta

Sensibili all’amaca e ai tavolini all’ombra delle palme di un bar, lo eleggiamo a quartier generale per programmare il resto del viaggio. Che, rapiti dal relax del luogo, continua… lì, restandovi per la notte. È il posto perfetto: paese pulito e poco frequentato, spiaggetta piccolissima con qualche locale aperto, autoctoni simpatici: aggiudicato!

Brindiamo con un ouzo – tipico distillato a base di mosto d’uva e anice – cercando un rifugio. Lo troviamo nell’unico albergo aperto, situato alla fine di Foinikounta e a ridosso sul mare, parcheggio perfetto per le nostre cavalcature.

Per cena ci affidiamo a una tipica taverna, deliziati dalle specialità di una località marittima: orata e polpo alla brace, innaffiate da ouzo in compagnia dei classici gatti da taverna.

Al mattino montiamo in sella per affrontare il secondo dito del Peloponneso: il Mani.

Questa regione è aspra: le coste est e ovest sono profondamente diverse e antitetiche. Contrappongono litorali bassi, con paesini sparsi qua e là, a promontori alti e frastagliati.

Da anni voglio visitare Limèni, l’avevo visto in foto e mi ero innamorata! Per raggiungerla passiamo prima per Kalamata, con immancabile sosta caffè, e poi guidiamo lungo la costa occidentale del Mani, puntando l’estremità di Capo Tènaro.

Scorgiamo Limèni da lontano, lungo una strada di curve morbide a picco sul mare; un gioiello custodito da un’insenatura con le acque più turchesi che si possano immaginare. Non delude le mie aspettative e Marco accondiscende nel voler anticipare il pranzo lì. 

Ci godiamo il panorama, i colori e i profumi di questa gemma, così bella che supera ogni immaginario!
Ispirati da cotanta poesia, ascoltiamo i suggerimenti di alcuni motociclisti locali: ripercorrere a ritroso la via verso Kalamata e poi imboccare la mitica EO Kalamata-Sparta, che attraversa i monti del Taigeto in un susseguirsi di tornanti, curve, canyon e viste incredibili.

Nemmeno a dirlo è diventato il mio passo preferito, veramente ricco e appagante sotto ogni punto di vista sia visivo che di guida. 

Poco prima di arrivare a Mystras c’è l’ennesimo posto magico: Tripi.

Ci rapisce il fascino di una mini taverna con pochissimi tavoli lungo la strada e acqua di sorgente che scorre accanto. I piatti del giorno vengono preparati in base a ciò che è in dispensa e l’acqua servita appena raccolta dalla fonte. In quel posto abbiamo vissuto una delle esperienze più mistiche di sempre. Altro che viaggio nel tempo, quello è proprio un altro mondo!

Sparta ci concediamo un breve riposo, poi seguiamo le strade interne verso Goritza e Kosmas, costeggiando il monte Parnone lungo scenari che nulla hanno da invidiare alle zone montuose degli Stati Uniti… torniamo sul  mare, a Leonidio, per poi risalire lungo la costa in direzione Nauplio.

Nauplio è la cittadina romantica per eccellenza: si sente forte l’influenza veneziana, le case sono colorate, piccole e piene di fiori, le vie pullulano di negozietti e taverne e la vista dal castello è magnifica!

Vale sicuramente una visita dopo aver percorso la magnifica costa orientale dell’ultimo dito del Peloponneso, prima di imboccare gli uliveti e gli aranceti che portano verso Korinto.

Le nostre compagne di viaggio… menzione d’onore!

Le nostre compagne di viaggio, una Honda NC750X e una Honda CB6F00 si sono comportate benissimo: parche nei consumi e sempre affidabili. Ci hanno fatto divertire molto sia sulle curve che sulle strade bianche, nel traffico delle cittadine o sulle strade costiere.

E le abbiamo riconfermate per il prossimo giro consapevoli che, alla fine, faremo tutt’altro!

Testo e foto: Flo (Rouko) Demi

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