Daichenemo, fuoristrada con goliardia

Dai che nemo, ovvero orsù andiamo in veronese. Così si esprime un gruppo di simpatici enduristi amatoriali che fanno della loro passione fuori-stradistica un punto di riferimento per combattere lo stress settimanale.
Da una decina d’anni presenti negli sterrati veneti e non solo, spaziano da giovani spavaldi a 57enni restii alla pensione. Senza dubbio goliardico e audace lo spirito che accomuna questi personaggi, che per dirne alcune… hanno un vicepresidente, ma non un presidente; hanno un re, sì, ma che merita il suo titolo come lanciatore di moto; organizzano la giornata dei giochi d’acqua “Dai che nemo senza frontiere”; le notorie cavalcate in notturna, ovviamente senza fanali.
In questo leggero e scanzonato gruppo, non mancano gli innumerevoli ritrovi presso taverne, osterie e stamberghe varie per approfondire tematiche di un certo spessore, come: “il futuro delle sospensioni ad aria” o “l’iniezione sul 2T”… non è vero niente! Pensano alla prossima marachella da combinare.
Sembra un sabato qualsiasi. Ci si trova, si vede chi arriva, chi ha il permessino firmato per girare fino alle 16, chi fa il latitante, chi in crisi di astinenza arriva, ma senza stivali, insomma, il carretto delle minchiate è sempre carico.
Dopo aver visionato moto, ruote, serbatoi e aver insultato, a prescindere della sua presenza GVR, si parte. Le destinazioni sono a carico del primo della fila, mare, città, montagna, la priorità è sempre ”Cellera che l’ammore”.

Una mulattiera appena partiti per riscaldarci fa mutare la parlantina di alcuni in bava… Ma porcaccia! Non si può iniziare con calma? I primi passano, altri arenati con il posteriore che grattugia alla ricerca del petrolio, uno che si accende una caminella filosofando sulla via migliore da seguire, gli “anziani” con riflessivo passo compiono esibizioni degne di Jarvis e poi OCIO OCIO arriva il Re SPOSTARSI! A una velocità da Boneville la maldestra stradella con grinta degna del più temerario Ulisse… porterà a compimento la sua opera? Passerà le colonne d’Ercole? Il più delle volte va a buon fine, ma stavolta con la moto che lo disarciona e prosegue in solitaria; tutti i “butei” si domandano del destino del cavallo imbizzarrito e del cavaliere errante… Troviamo l’uno con l’aria serena aggrappato ad un ramo di una pianta e come nulla fosse accaduto a domandar al resto di compagni di merende, se tutto andava bene… Ma ti pare? Ma la moto dov’è finita? La si vede attaccata ad una serie intricata di siepi a sbalzo senza toccar per terra. In cinque per tirarla fuori da quel groviglio! Mai visto nulla di simile. E intanto proseguono gli insulti a GVR e qualcuno argomenta sul gentil sesso… Ma ti pare? Un tuo amico dà uno spettacolo degno del Cirque du Soleil e questo… patata. Ricomposti, manca ancora uno che pacatamente arriva, la stradella si verticalizza, improvvisamente prende grip da cingolo e, impennandosi, lascia il pilota da subito a culo in terra e poi a modello slavina; e il mezzo come finirà la sua corsa? Si corica a terra, abbattendosi furiosamente su un ceppo di tronco col serbatoio, fa esplodere il tappo della benzina, lavando gli amici soccorritori.
Vabbè dirigiamoci verso la mangiatoia che qualcuno comincia ad avere cali energetici… che è meglio.

Servizio a cura di L.C.

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