Secondo definizione Fmi, dicesi “Adventouring“…
Turismo-Avventura, modo di andare in moto non competitivo che prevede guida sia su strada asfaltata che in fuoristrada nel rispetto delle norme e delle persone.
Tutto vero e Vanni Giroletti, patron del Cèf Adventouring, la definizione l’ha interpretata alla perfezione, mettendoci tanta fantasia, passione e competenza, proponendo una delle più belle manifestazioni adventuring alle quali abbiamo mai preso parte!
Bella perché ricca di paesaggi, bella perché su un territorio unico (quello tra Emilia Romagna e Liguria) bella perché davvero tecnica e selettiva. Come da stessa definizione di Vanni, “per molti ma non per tutti..”!
Ma entriamo nel vivo; vi raccontiamo cosa abbiamo trovato…
La Cèf Adventure (o Cow Adventure) è una manifestazione tra le più “vecchie” del mondo adventuring, patrocinata da Fmi ed organizzata dal moto club Chieve, si svolge nel bellissimo territorio degli Appennini liguri.
Siamo stai invitati da Vanni ed abbiamo accettato di buon grado perché la Cèf è famosa per essere tosta e divertente, e quando poi all’invito di Giroletti è seguita la proposta di Moto Morini di partecipare all’evento con la loro X-Cape 649, la sfida ha preso “fuoco” ed abbiamo accettato ancora più volentieri
Il venerdì sono partito dall’Officina Rossetti di Sinalunga…
In provincia di Siena, dove era stata consegnata la moto con il caldo torrido di un pomeriggio con quasi 40°.
L’autostrada è stata un mezzo incubo per l’afa asfissiante e il traffico del fine settimana, ma tutto è scorso bene; ad attendermi alla partenza, a Farini (PC), l’Ing Massimo Gustato direttore tecnico di Moto Morini, il quale mi ha accolto in qualità di pilota/tester. Abbiamo cenato insieme e mi ha illustrato le caratteristiche dell’ultima nata di casa Morini, parlando di pregi, peculiarità e idee di innovazione di questa bella moto, interamente pensata e progettata in Italia.
Sono stato accolto da Vanni e dall’organizzazione con entusiasmo e gentilezza, ma la giornata èra già giunta a termine e ho scelto la via del riposo per farmi trovare pronto all’avventura del giorno seguente.
Alle 6.30 già pronto alle iscrizioni, colazione, poi briefing e partenza.
Di cosa si tratta
Cos’è la Cèf Adventure l’ho capito subito dopo i primi minuti di percorrenza. Dopo un breve tratto di riscaldamento, il percorso ha assunto subito una connotazione fuoristradistica “pura” andando ad affrontare un primo lungo tratto di pietra smossa su un fondo instabile, anche piuttosto buio nel sottobosco. Se il preludio è questo, capisco che ci sarà da divertirsi (ma anche da faticare…).
Mi sento subito a mio agio con la Moto Morini X-Cape, equipaggiata con Metzeler Karoo3, nonostante la 19 sull’anteriore, con la giusta pressione, mi dia confidenza.
La sento “presente”, ottima la trazione e buono il comportamento dell’avantreno. Soprattutto una eccellente ergonomia mi permette di guidare comodamente in piedi, ben piantato su pedane e manubrio.
Si inizia a salire, si inizia a scorrere, i percorsi sono intervallati da parti più soft e scorrevoli ad altre piuttosto tecniche e impegnative. Si passa da tratti in “cresta” con panorami mozzafiato che richiedono una sosta di ammirazione, ad altri prettamente enduristici, con tanto sasso smosso, salite lunghe e impervie, discese ripide, single track, sotto bosco e anche guadi e pietra viscida. Non manca niente…
L’abbigliamento tecnico Clover (Modello Outland Wp) mi tiene sufficientemente fresco, nonostante le temperature piuttosto elevate, così come gli stivali TCX (Infinity 3) protettivi e comodi, il casco Airoh (Strycker) e gli occhiali Ariete (Puravida-Vida) che completano il nostro equipaggiamento.
Prima tappa dei 240 km totali del primo giorno, è il ristoro sul Monte Penna, ad oltre 1500 mt di quota
Qui il caldo è meno asfissiante. Consumo velocemente l’ottimo pranzo, e mi rimetto in marcia per non perdere il ritmo, che su una “cavalcata” del genere è bene mantenere sempre costante.
In sella alla Moto Morini X-Cape 649 prendo sempre più confidenza, mi sento rilassato e sicuro. Riesco ad affrontare con fluidità i passaggi sia in salita che in discesa con scioltezza. Il motore non è esuberante, ma nell’off diventa un pregio perché l’erogazione non affatica ma il motore è presente.
Unico neo la prima un po’ corta e la seconda un po’ lunga, c’è da dire che la moto fornita aveva un rapporto finale diverso da quello di serie, adattato ai percorsi particolarmente enduristici di questa manifestazione, che richiedono un uso attento della frizione per uscire ben dai passaggi più lenti. Per il resto ci siamo e utilizzandola in situazioni “inusuali” come la Cèf Advnture, ho fatto varie considerazioni, prima su tutte il rapporto qualità prezzo di questa moto.
Con soli 7.490 euro si ha a disposizione una moto che è un “pronti via” per l’utilizzo in manifestazioni come questa, ma è anche una buona base di partenza sui cui lavorare personalizzandola e farsela “su misura”.
Pochi accorgimenti su sospensioni, altezza, magari una torretta per il road book, pedane maggiorate… la rendono una scelta ottima per questo tipo di utilizzo. Mi diceva l’Ing Gustato che anche i pezzi di ricambio sono piuttosto economici, quindi una scivolata e una carena rotta non fanno “piangere “ il portafoglio, e anche questo è un elemento da non sottovalutare. A titolo di esempio la carena frontale laterale completa, verniciata con adesivi, costa al pubblico 230€ ivata, una fiancata posteriore 85€, sempre verniciata e con adesivi.
Tornando alla nostra avventura, lo scorrere “pacioso” intervallato da tratti di asfalto, ci porta ad uno dei passaggi più belli e impegnativi del percorso. Una lunghissima salita con tanta pietra smossa, da affrontare di “petto” senza indugio, gas in mano e via salire fino al raggiungimento della vetta, che lascia filtrare tra gli alberi uno spicchio di celo e di sole come se dalla parte opposta ci fosse il vuoto assoluto.
Una sensazione bellissima!
Oltrepassato questo “portale” di demarcazione tra cielo e terra, via in una discesa infinita su una pietraia tecnica e veloce; goduria assoluta!
Il tutto è proseguito tra tratti scorrevoli e tratti lenti di sottobosco, con qualche errore di navigazione dovuto alla concentrazione sulla guida, fino all’arrivo a Rapallo, anticipato dai primi scorci che dalla Montagna facevano intravedere il bellissimo Golfo del Tigullio.
Raggiunto Rapallo, fatica e caldo hanno iniziato a presentarsi prepotentemente. È stato quindi necessario buttarsi veloce sotto una doccia e riposarsi in attesa del giorno seguente, quando alle 7 ci siamo ritrovati sulla spiaggia per ripartire tonici e motivati verso Farini, e verso un’altra impegnativa ma divertente giornata di off road!
Da sottolineare la bellezza del pernottamento sotto le stelle
La CèF Adventure è caratteristica perché ospita i propri partecipanti nelle rive della spiaggia di Rapallo, dove ci si accampa con le tende oppure si dorme con il sacco a pelo direttamente sulla sabbia.
Un’esperienza unica nel suo genere, che rende ancora più particolare questo evento, che si connota non solo per la bellezza dei percorsi ma anche per l’accoglienza; la sera infatti, sempre sulla spiaggia, è stata organizzata una bella serata di musica, cena e compagnia!
La partenza della domenica è stata piuttosto soft…
… strade scorrevoli, un po’ di asfalto, tornanti divertenti da guidare con la Morini, che anche sull’asfalto e sui misti stretti liguri se la cava niente male, e poi passaggi in off su in cresta, con panorami sul mare degni di un dipinto. Meraviglia assoluta.
Il torpore e la tranquillità però sono di lì a poco pronti a trasformarsi nuovamente in qualcosa di ben più impegnativo, mutando l’aspetto dell’ultima parte degli oltre 200 km di percorso, in un tracciato off road prettamente enduristico, godibile per le monocilindriche ma molto impegnativo per le grosse bicilindriche, i cui piloti hanno dovuto mettere in campo doti di guida non certo da neofiti!
Tanta la fatica, il caldo, la tensione, ma tanta anche la soddisfazione nel superare salite e discese costellate di pietre, solchi e polvere, con la gioia e il divertimento che solo noi motocilisti sappiamo cogliere da esperienze del genere.
Siamo arrivati a Farini solcando pietraie e viottoli quasi fino all’ultimo metro, e tirando un sospiro di sollievo all’arrivo nel paddock, dove Vanni e tutto lo staff ci stavano aspettando!
Ci siamo rifocillati, abbiamo bevuto, abbiamo scambiato chiacchiere e risate con gli amici d’avventura, e poi mi sono congedato dai ragazzi dell’organizzazione ringraziandoli per la bellissima esperienza.
Esperienza che per me non si è conclusa li, perché, come per l’andata, mi sono sobbarcato il viaggio di ritorno per tanti km di autostrada fino all’arrivo a casa.
Oltre 1.000 chilometri totali, sfidando caldo e terreni impervi, autostrada e passi di montagna. La Moto Morini è stata una compagna di avventura affidabile e divertente. Nessun problema rilevato. Sovrastrutture robuste. Test superato! In un passaggio su un tratto di guado e pietra, ho preso una roccia che ha spezzato l’anello di massa sul cavalletto… una possibilità su un milione ma l’ho beccata. Moto ferma, ma ho individuato il problema e sono riuscito a ripararlo con fascette e nastro. Moto ripartita e ritorno a casa con quella riparazione di fortuna.
I complimenti soprattutto vanno agli organizzatori; a Vanni Giroletti e i “Ragazzi” del Moto Club Chieve che sono stati capaci di realizzare un evento non solo bellissimo ma molto complicato nella sua organizzazione.
Riuscire ad ottenere i permessi per percorrere zone di aree protette, parchi e quant’altro, dimostrano che dietro a tutto ciò, c’è una credibilità e una serietà che fortunatamente talvolta viene premiata, dando vita a una valorizzazione del territorio che passa anche attraverso il mototurismo e soprattutto all’adventouring. Quello fatto con criterio, con rispetto del territorio e delle regole.
Bravi ragazzi! Ci vediamo sicuramente alla prossima edizione!
Testo e Tester: Edoardo Tommassini
Moto: Moto Morini X-Cape 649
Abbigliamento: Clover Outland WP
Stivali:TcX Infinity 3
Casco: Airoh Strycker
Maschera: Ariete Puravida Vida
Supporti tecnologici: INSTA 360
Immagini video e foto: Christian Testa – Edoardo Tommassini