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Anàbasi 300 – L’Umbria regina della navigazione

Nell’ultimo weekend di febbraio abbiamo partecipato all’Anabasi 300, bellissima manifestazione organizzata dal Moto Club Umbria che ha preparato una tre giorni all’insegna della navigazione, del divertimento e del buon cibo.

Punto di ritrovo dove effettuare iscrizioni, partenze ed arrivi di giornata, il ristorante da Elio a Piegaro, nella provincia di Perugia. Zona collinare con i caratteristici sottoboschi sassosi tipici dell’Italia centrale, alternati a veloci stradoni di sterrato e breccia dove divertirsi a pennellare lunghissime derapate, ma sempre usando la testa e nei limiti della legalità, andando piano nei centri abitati e facendo molta attenzione nelle strade  aperte alla circolazione pubblica.

A condire il tutto al meglio una navigazione precisa e continua, tante note che si susseguono con estrema precisione sia nella preparazione grafica che con le indicazioni del trip. Si naviga ai cento metri, non come sono solitamente abituato ai decimali. Cosa vuol dire? Normalmente nei campionati a cui partecipo da anni, si naviga ai decimali: nel trip si trova indicato il chilometro e poi la virgola con due cifre, la prima indica i 100 metri la seconda i 10.

Esempio: se normalmente mi trovo ad un bivio ed il trip indica 25,16 vuol dire che mi trovo al chilometro 25 e 160 metri. All’Anabasi 300 invece troverò scritto 25,1 quindi vuol dire che nei 100 metri che mancano a far scattare i 25,2 ci sarà un bivio. È un tipo di navigazione diverso, forse meno preciso e che da più libertà alla interpretazione personale ed all’astuzia nel leggere bene la nota, ma sicuramente ha un fascino particolare, ricorda la vecchia navigazione dakariana, dove ancora l’abilità del pilota nel comprendere le caratteristiche del terreno ed i punti di riferimento premiava.

Artefice di tutto questo Filippo Ceccucci, presidente del motoclub Umbria, grande conoscitore della disciplina e dei terreni in cui vive, ha un curriculum di tracciatore invidiabile. Per anni è stato l’organizzatore del Rally dell’Umbria, prima gara del Campionato Europeo RaidTT, una delle prove più belle dei calendari stagionali dove si trovavano prove speciali con caratteristiche di guida e navigazione ai massimi livelli.

Filippo è poi un amico da anni, amicizia nata grazie più di un decennio fa in Romania durante il Carpat Rally dove mi prestò un giorno una sua  Suzuki DR400 ed io per ringraziarlo…le feci fare l’assoluta di giornata!

Torniamo all’evento: ANÀBASI

Èla più importante opera dello storiografo greco Senofonte, uno dei diecimila mercenari dell’armata greca assoldata da Ciro il Giovane che doveva usurpare il trono di Persia. Il suo significato terminologico dal greco è “risalita” in contrapposizione al termine “catabasi” che invece significa discesa.

E proprio il termine risalita si è dimostrato consono, soprattutto nella tappa del primo giorno!

Il venerdì pomeriggio infatti si inizia con un roadbook non molto lungo ma tecnicamente il più difficile delle tre giornate programmate. Meno di 100km su terreni impegnativi, soprattutto pensando che navigo a bordo di una Yamaha Ténéré 700. Ma il feeling con questa moto ormai è tanto e sono ben conscio delle sue capacità.

Dopo appena circa 5 chilometri inizia l’Anàbasi 300! Un tratto hard, con opzione soft all’inizio, una distesa di pietre e gradoni in salita da effettuare a freddo, nessuna traccia pulita da seguire e, non un semplice “strappetto”, bensì qualche centinaio di metri decisamente “impestati”.

Ottimo per scaldarsi subito e mettere alla prova mezzo e soprattutto pilota. Si sale in agilità senza esagerare, le grosse bicilindriche in queste situazioni vanno guidate dentro i margini per evitare cadute e rotture rovinose. Io sono assieme al mio compagno di squadra Ghigo Valentini su KTM 790 che subito mi dimostra le sue ottime capacità di guida nei sassi (da buon toscano) e mi passa di slancio.

Da qui parte l’embolo agonistico ed affrontiamo assieme tutta la tappa in staffetta improntando un ottimo ritmo. Il roadbook è  molto preciso e questa prima tappa si dimostra più impegnativa e divertente di quanto ci eravamo immaginati. Note che passano una sull’altra, qualche piccolo errorino, dovuto anche al fatto di abituarsi velocemente alla navigazione ai 100 metri.

Arrivati al fine tappa ritorniamo al paddock dove ci aspettano i nostri assistenti Mario di Twalcom ed Enrico di Trace2race pronti a controllare entrambe le moto e settarle per la giornata successiva. Una  bella doccia calda alla sera e tutti assieme con gli altri partecipanti a mangiare da Elio.

E qui arriva la seconda positiva sorpresa dopo la fantastica giornata di fuoristrada: il cibo! Tanto e buono, caratteristica peculiare dell’Umbria, che mai tradisce dal punto di vista enogastronomico. Tante risate e brindisi, si chiacchiera e racconta di mille avventure occorse in appena una novantina di chilometri.

Sabato

Il sabato ci si sveglia presto, alle 8.30 parte il primo ed io sono l’apripista con tanto di tabella personalizzata con il mio soprannome Pietriksson! Oggi sono da solo perché Ghigo deve tornare a Prato a lavorare alla sua concessionaria, per cui parto e decido di avere un ritmo un po’ più tranquillo ma cercando di non fermarmi in giro se non per il ristoro di mezza tappa.

I chilometri sono praticamente il doppio del venerdì, per cui parto con il pieno di 16 litri di benzina con l’idea di non rifornire mai e verificare i consumi irrisori della mia nuova Ténéré. Il giro è più scorrevole, sempre molto sottobosco guidato ma i gradoni e i sassi del venerdì sono un ricordo.

Il ritmo man mano che si avanza cresce, tanto che arrivo al ristoro di mezza tappa praticamente in speciale! Qui mi attendono i ragazzi dell’organizzazione, il Lillo (co-autore di tutti gli eventi del Moto Club Umbria) altro personaggio conosciutissimo dagli amanti della navigazione umbra, mi accompagna all’interno di un locale dove i rappresentanti del bellissimo comune di Parrano ci avevano preparato un rinfresco degno di un re.

Prodotti tipici tra formaggi, salumi ed ottimi vini da consumare in tranquillità assieme agli amici. È forse questo quello che più attrae e fa amare queste manifestazioni; il senso di appartenere tutti ad una grande famiglia, appassionata e preziosa con cui condividere la passione comune senza lo stress del cronometro, godendo di ogni sfumatura che si possa presentare.

Anche nei campionati vige una certa amicizia comune ma siamo sempre in gara, quando ti mettono fuori i cinque secondi prima dello start della speciale tutto si resetta, si “chiude la vena” e si diventa….egoisti!

Terminata questa pausa goliardica si rimonta in moto ma, complice il rilassamento e i pochi chilometri da coprire per terminare la tappa, sbaglio più volte a navigare! Per fortuna non siamo in gara!

Resettato tutto e ripartito con più concentrazione, arrivo alla fine in tranquillità ed al paddock effettuo la manutenzione ordinaria alla moto per l’ultima tappa della domenica. Alla sera, stessa condizione della precedente, gran festa ed ottimo cibo assieme anche all’amico umbro-giapponese Hibiki Sawada, massoterapista Giapponese che abita in Umbria ormai da anni, grande appassionato di rally.

Domenica

La domenica la sveglia è mattiniera perché si parte ancora alle 8:30 ma il tempo è cambiato, c’è molto più freddo e le nuvole non promettono nulla di buono. Il giro è corto perché si vuole agevolare il ritorno alla sera dei partecipanti verso casa.

Parto ancora con l’idea di effettuare un buon allenamento “tutto una tirata” anche per cercare di evitare l’acqua prevista per il primo pomeriggio. Il giro della domenica è bellissimo, ancora sottobosco veloce e navigato, con qualche tratto impegnativo ma comunque fattibile in piena sicurezza. Il ritmo è buono e sono molto contento in previsione dell’imminente prima prova dell’italiano.

Poi, fuori da una curva trovo una pozza di fango, due carregge, quale prendere? Il problema è che con queste moto bicilindriche spesso non sei te a decidere esattamente dove passare ma devi un po’ farti portare dove hanno deciso loro, l’inerzia e il peso spesso l’hanno vinta.

Per cui decide lei per la carreggia di destra, un bel colpo di frizione per passarla in impennata di slancio, ma è profonda, troppo profonda e stretta! La mia Yamaha si pianta con le pedane di colpo e mi scaraventa oltre il fosso con un certo slancio! Una bella schienata ma nulla di grave per fortuna, le protezioni hanno fatto il loro lavoro!

Mi rialzo e subito provo a tirarla fuori, ma impossibile! Complice il peso e la velocità con cui ho impattato nella carreggia la mia T700 non ne vuole sapere di uscire. Per fortuna dopo qualche minuto arrivano gli amici del team Motorstore che corrono nell’italiano con me e tutti assieme, in quattro la tiriamo fuori!

Che faticaccia, ma un po’ di sorrisi e due pacche sulle spalle e si riparte per finire l’ultima tappa. Arrivo al paddock dove il fido Mario mi aspetta per caricare e preparaci al ritorno a casa, non prima però di aver effettuato una corposa merenda da Elio assieme a tutti gli altri partecipanti, dove mi viene anche consegnato un premio per la moto special più bella!

Concludendo l’Anàbasi 300 è un bellissimo evento a cui non mancherò negli anni futuri perché difficilmente si possono trovare altre  manifestazioni con un mix di divertimento, navigazione ed ottimo cibo a questi livelli. Poi la firma di Filippo Ceccucci sull’evento è come sempre sinonimo di garanzia.

Testo: Niccolò Pietribiasi

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