24MX

Iberian Peninsula on the Road

Il piano: percorrere 5.000 km lungo le coste della penisola Iberica.
Obiettivo: visitare posti finora mai visti, fare nuove amicizie, ma soprattutto essere liberi di viaggiare ovunque il pensiero ti porti…
Veicolo: una Honda FMX 600 del 2005 sprovvista di portapacchi e bauletto. 

Con questi presupposti ho intrapreso il mio primo viaggio in solitaria verso gli stati più a Ovest d’Europa

Il mio viaggio inizia dal porto di Barcellona, dopo una notte trascorsa a guardare le stelle dal ponte della nave. La prima tappa sarà il deserto della Navarra, Las Bardenas Reales a un centinaio di km sopra Saragozza, vicino a una piccola città chiamata Tudela. Le imponenti montagne rocciose e le immense praterie catapultano in uno di quei paesaggi che fanno da cornice ai western ambientati alla fine del XIX secolo nell’ovest dell’America aspra e selvaggia.

Verrò ospitato da una mia amica, perciò una volta scaricata la moto da borse e bagagli, sarò libero di affrontare al meglio e con più grinta le stradine che attraversano questo incredibile parco.

Dopo qualche giorno trascorso a smanettare nel deserto, riprendo il mio viaggio a nord. Riuscito a partire, non appena esco dalla zona “desertica” ecco ettari a non finire di colline verdi e gialle.

Verso i Paesi Baschi

Man mano che mi avvicino alla costa le colline iniziano a farsi montagne e stradine ricche di spettacolari tornanti provano a farsi largo tra la fitta boscaglia. Arrivo così in un piccolo paese sopra Bilbao chiamato Bakio. Da qui si può andare a visitare un bellissimo monastero arroccato sulle pendici di un’ isoletta dedicato a San Giovanni de Gaztelugatxe.

Gaztelugatxe è un’isola spagnola lungo le coste della Biscaglia appartenente alla municipalità di Bermeo nei paesi baschi, collegata alla terraferma da un ponte del XIV secolo. Una scalinata di quasi 300 gradini corre sull’oceano appoggiandosi agli scogli affioranti, fino a raggiungere la rocca, in una serpentina di curve a gomito e vista mozzafiato.

Questo posto, che sembra uscito da un libro di avventure, è stato scelto come set per girare alcune scene della famosa serie Il Trono di Spade. Prima del tramonto decido di accamparmi lungo una delle scogliere che danno sul Golfo di Biscaglia.

L’indomani partirò verso la mia prossima tappa, il punto più occidentale del continente

Sorto il sole e ricaricata la moto decido di fiancheggiare  l’oceano, seguendo stradine a sfioro sulle impetuose scogliere. Affascinato dal paesaggio e prendendola comoda ci metterò due giorni per arrivare al punto prestabilito. Arrivato a Finisterre decido di andare a visitare il faro, posto sulle pendici di una scogliera.

Gli antichi romani pensavano che questo fosse il punto più occidentale della terra, e quindi, che il mondo finisse qui. Era il “finis terrae” fine della terra ove la grande attrazione di tutti i tempi è il tramonto sull’immensità dell’oceano, il mare della fine del mondo.

Non potendo più dirigermi a ovest decido quindi di puntare a sud, prossima destinazione Porto.

Sfruttando l’appoggio di una amica, decido di fermarmi diversi giorni. Porto è una splendida città del nord del Portogallo tanto ché viene definita anche “la capitale del Nord“.

È una vera gioia per gli occhi, una città in grado di conquistare fin dal primo momento, grazie ai suoi saliscendi, alle sue case decadenti ma dall’atmosfera magica e soprattutto grazie al quartiere della Ribeira, dal quale si ammira un panorama pazzesco e alle barche che passano sotto il Ponte Dom Luis I, una costruzione in ferro realizzato da uno stretto collaboratore di Gustave Eiffel.

La città non è grande e camminando per i vicoli stretti si avrà modo di ammirare la quotidianità, tra mercati e scalinate che conducono in quartieri dove il tempo sembra essersi fermato.

Rotolando verso sud…

Dopo qualche giorno di totale relax decido di rimettermi in viaggio, questa volta senza una precisa destinazione. Costeggiando l’oceano attraverso in sella alla mia moto bellissime città come Lisbona e Sintra.

Lungo il cammino potrete ammirare scogliere che si ergono maestose a picco sull’Atlantico e da cui si ha la sensazione di essere giunti alla fine del mondo.

Le spiagge del Portogallo conquistano con il loro fascino selvaggio e gli scorci aperti sull’oceano; sorvegliate da falesie imponenti, le quali permettono anche agli amanti della tranquillità di trovare posto e godersi un mare calmo, dove dedicarsi a passeggiate solitarie lungo il bagnasciuga.
A parer mio uno dei posti che più merita di essere visitato è Pronta de Piedade, nella città di Lagos, appartenente alla regione di Algarve nel Portogallo meridionale.

L’estremo sud, tra il Portogallo e la Spagna: l’Andalucia

Da molti definita come “il ponte tra due continenti”, Europa ed Africa, è anche il punto di incontro tra due mari, l’oceano Atlantico e il Mediterraneo.

È una regione profondamente meridionale, la patria delle case bianche e dei paesini arroccati sulle pendici dei monti, dalla neve al mare in pochi chilometri. Se invece della natura preferite la movida non potete non visitare città come Siviglia, Malaga e Granada.

Se vi trovate da queste parti e soprattutto siete in sella a una moto, dovete assolutamente attraversare la Sierra Nevada, un meraviglioso complesso montuoso con vette perennemente imbiancate che arrivano a toccare anche i 3000 metri.

Attraversando questa incredibile regione inizio a riprendere la strada verso nord, con la consapevolezza che ormai il mio viaggio sta giungendo al termine. Percorro i miei ultimi chilometri attraversando distese sconfinate di ulivi che si susseguono nell’entroterra, per poi arrivare nuovamente nella capitale della Catalunya, Barcellona.

Viaggiare per me è stata un’esigenza; vuol dire crescere, incontrare persone diverse da quelle che ci circondano usualmente, uscire dagli schemi quotidiani, nuovi modi di vivere, d’intendere la vita, di mangiare, comunicare.

Spero che questo piccolo resoconto del mio viaggio possa essere in qualche modo d’aiuto a chi come me voglia iniziare a intraprendere simili esperienze, a chi puntualmente sente l’esigenza di caricare la moto, prendere e partire, a volte senza neanche una vera e propria destinazione.

Testo e foto: Giacomo Tinazzi

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