Certamente un giornalista riesce a inquadrare e mettere a fuoco l’anima degli articoli che deve scrivere quotidianamente, a prescindere dalle emozioni del momento. Sono sincero: non è il mio forte.
Personalmente necessito l’allineamento degli astri per poter confluire i pensieri e le emozioni nello stesso “stream” e farli poi fluire digitalmente sullo schermo con una certa “verve”.
Un po’ perché TORC, alla sua prima edizione, è stato il primo evento di questo malandato 2021 reduce ancora da un 2020 emblematico, nonostante in Spagna le restrizioni non siano state poi così severe negli ultimi mesi permettendoci di continuare una certa attività motociclistica anche senza tesseramenti et similia; un po’ perché la genuinità dell’evento e la “semplice ma efficace” organizzazione da parte di TecDrive e collaboratori è stata impeccabile… questa volta sono riuscito rapidamente a convogliare in parole le esperienze vissute durante questo evento tenutosi il fine settimana del 14-16 maggio 2021 e supportato da Yamaha Motor España.
TORC
Tecdrive Offroad Challenge, nasce certamente sotto il segno dell’ariete proponendosi alla sua prima edizione in apertura di un anno delicato con tutte le carte in regola per diventare uno standard nel settore degli eventi off-road non competitivi ai quali non si può fare a meno di partecipare.
I ragazzi di Tecdrive, appassionati di motori e con esperienza decennale nell’insegnamento e nell’organizzazione di viaggi off-road in auto, 4×4 e moto, hanno voluto quest’anno fare un passo in più rispetto alla solita attività professionale che li identifica, dedicata principalmente ai rider che hanno effettuato un corso presso la loro scuola: creare un evento di due giorni tra Costa del Maresme e Pirenei in cui i gruppi, dotati di traccia gps, navigano autonomamente senza seguire nessuna guida dello staff ma con costante supporto in caso di necessità e checkpoint da confermare.
La formula non è certo una novità nell’ambiente dell’adventouring; nonostante ciò la scrupolosità nella gestione delle giornate, nella selezione, prova e conferma dei tracciati e nella scelta delle strutture ha permesso sin da subito di evidenziare l’evento come promettente per le prossime edizioni!
500km: 230 il sabato per arrivare sui Pirenei e 270 la domenica per tornare in costa.
L’evento
Ritrovo venerdì sera 14 maggio all’Hotel Atenea Port 4* di Mataró, cittadina di mare in piena Costa del Maresme che a sud apre la porta all’hinterland di Barcellona, a nord lascia spazio alla Costa Brava ed è abbracciata dal Mediterraneo e dalla cordigliera litorale.
Una volta lasciato il materiale in una splendida camera vista mare ed effettuata la registrazione di prassi con ritiro del pack di benvenuto, lo stand di Mosko Moto ci attira più della classica birra ghiacciata di benvenuto a bordo piscina (chi mi conosce sa del mio amore incondizionato per i prodotti di Mosko Moto, ma di questo parleremo in un prossimo articolo).
Galeotto fu il momento visto che, oltre a guardare e provare le ultime novità, il mio “ride buddy” Bernard ha “dovuto” comprarsi un paio di nuovi e fiammanti pantaloni Woodsman in quanto… casualmente… aveva dimenticato di portarsene un paio casual.
Il meeting
Prima di cena, un safety meeting sempre molto interessante, ma nettamente differente dai classici meeting “andate piano, non superate, non fatevi male”.
Ha infatti cavalcato la scena Jorge Martín di “The Rescue Bike”, un socorritore professionista che da poco ha creato un progetto interessantissimo con lo scopo di formare i motociclisti, specialmente del ramo adventure, al primo soccorso in caso di incidenti in ambienti complicati come quello dell’offroad.
Ho preso parte come partecipante al primo corso un paio di mesi fa e, nonostante le conoscenze personali, ne sono uscito entusiasta.
Nell’ora e mezza di safety meeting sono state più che altro valutate le conoscenze personali dei partecipanti, sfatati alcuni miti e data una infarinatura sul cosa fare ma, soprattutto, sul cosa -non fare- in caso di incidente.
È stato anche presentato un nuovo modello di DEA (defibrillatore automatico) portatile che mi è stato chiesto di portare con me in moto (altri due erano presenti ai checkpoint).
Dopo una cena abbondante e a un orario perfetto, ci vengono assegnati i gruppi e gli orari di uscita a 8 minuti l’uno dall’altro: legalmente infatti, in Catalunya non si possono formare gruppi da piú di sette moto.
La partenza
Colazione altrettanto abbondante e alle 08:30 partiamo.
Ho percorso decine di migliaia di km offroad per la Catalunya e conosco bene la zona di Mataró e del Maresme, per cui so cosa aspettarmi: sabbia e macchia fitta con sentieri e mulattiere per perdersi.
Nonostante l’esperienza, gran parte del percorso mi è sconosciuto e coi soci del gruppo ci divertiamo come bambini navigando e pennellando tornanti colorati d’avventura. Non tutti hanno esperienza nella navigazione: ci incrociamo infatti con due rider in GS 1200 che hanno problemi a raccapezzarsi nell’intricato labirinto di sentieri del parco del Montnegre i Corredor e che decidono, quindi, di accodarsi a noi e fidarsi della mia navigazione ormai pluritestata.
La giornata scorre liscia
La scelta dei tre checkpoint con vettovagliamento a distanza di circa tre ore è, a mia opinione, vincente. Si riesce a sgranchirsi le gambe qualche minuto, bere e mangiare qualcosa di rapido e tornare in sella senza l’abbiocco tipico della sosta ristorante.
Nella seconda parte della giornata ci viene anticipato che avremmo trovato qualche tramo “piccante” (comunque aggirabile nel caso) ma molto divertente: arrivano infatti un paio di salite tecniche di pietre smossa da tracciare bene e tre incroci di fiumi (con acqua bassa e senza nessun pericolo) con pietre di medie dimensioni.
Anche qui ci divertiamo alla grande, nonostante qualcuno finisca a terra e qualcun’altro a bagno…
Foto di prassi, qualche risata e lavoro in team per riprendere la marcia e continuare, attraversando a 2.500mt asl le piste da sci ormai verdi di Massella e La Molina come scivolo verso Puigcerdá, paesino pirenaico di frontiera tra Spagna e Francia a 1.200mt e meta finale della prima giornata.
Arriviamo a un’ora decente avendo mantenuto un ottimo ritmo: ci concediamo quindi un’oretta di riposo e un aperitivo a celebrazione dell’ottima giornata trascorsa prima di un’ottima cena e di un breve meeting a descrizione della giornata successiva.
La domenica, infatti, ci aspettano 40km in piú ma, a quando ci dice Miki, saranno in media piú scorrevoli e veloci con meno trami “piccanti”.
E così è: la giornata scorre piú veloce fino ad arrivare alla zona palustre del pantano di Sau e Susqueda dopo aver attraversato gli splendidi paesini medioevali di Rupit i Pruit: anche qui, ho percorso gran parte della zona, ma i ragazzi di TecDrive mi stupiscono ancora!
Conosci la pietraia?
“…Mh no…” rispondo.
Ok, divertiti!
Ed eccoci al punto piccante
Una bella discesa di continui tornanti stretti caratterizzata da un letto di pietre smosse di tutte le dimensioni!
Amo questi tratti e, con il socio Bernard, devo superare un paio di GS1200 ed una super Ténéré che vanno, chiaramente, a passo d’uomo… fermandoci a fine discesa con un sorriso a 36 denti per aspettare i restanti del gruppo (con i quali siamo intercomunicati per sicurezza… e sperando di non dover tornare a ripescarli!).
Anche questa giornata scorre perfettamente nonostante la stanchezza che i 500km di percorsi portano con sé, specialmente in un periodo nel quale per le varie restrizioni non si è riusciti a fare la attivitá di sempre.
Ci ritroviamo infine in un ristorante immerso nel verde per un rifocillamento finale, qualche risata, un paio di foto e tante promesse di rivedersi nelle settimane a seguire.
L’evento si chiude senza nessun problema e nessun incidente, con nuove conoscenze e nuove amicizie.
Un’oretta e mezza di asfalto per raggiungere una bella doccia calda e poi… il riposo dei guerrieri, certamente sognando lo splendido weekend e sentendo sfumare l’adrenalina accumulata.
Grande Torc 2021, grande TecDrive. Il prossimo evento è certamente giá nel mio calendario, qualunque data sia! E voi? Che ne pensate di farvi un giro??
Testo: Andrea “Fast” Scaramuzza