Spero per voi che non abbiate mai dovuto gestire l’infortunio di un amico durante un giro in fuoristrada.
Chi ci si è trovato sa di cosa parlo: far capire la nostra posizione e farci raggiungere è sempre difficile mentre il tempo si dilata e sembrano passare ore prima dell’arrivo dei soccorsi con il nostro compagno a terra.
Il problema principale poi è che, spesso, non solo sembrano passare ore: prima che i soccorsi giungano sul posto, le ore passano davvero! Per esperienza jeep o elicottero che sia non sono mai riusciti ad arrivare in meno di un’ora e venti, un lasso di tempo davvero lunghissimo.
È per questo che ormai da anni cerco un corso di traumatologia, qualcosa che insegni a gestire l’incidente nelle condizioni di isolamento in cui ci troviamo nei nostri giri e non un “semplice corso di BLSD”.
Nulla togliere ai corsi BLSD: in tanti anni di fuoristrada ho visto rompere tante ossa, perdere conoscenza, avere problemi respiratori, però mai nessuno che debba essere defibrillato con un dispositivo che nessuno porta mai con sé nello zaino.
Io volevo un corso per enduristi: gente che si fa male in mezzo al nulla, che non muore certo di infarto spontaneo… Safe Wheels è esattamente questo: un corso creato dal medico degli enduristi per gli enduristi.
Il professore d’eccezione è il dott. Carlo Rivellini, il medico del Campionato italiano Motorally nonché di eventi adventouring come il Transitalia; insomma “uno di noi” con in più la capacità di fare la differenza in condizioni critiche.
Lo scopo del corso chiaramente non è quello di renderci traumatologi professionisti, bensì quello di accendere la luce sulle tematiche principali perché, come dice lui, mentre si aspettano i soccorsi (sempre troppo a lungo)
alcune cose le faremmo comunque tutti e quindi tanto vale farle bene
e nel contempo imparare le altre che potrebbero fare la differenza, ma che non faremmo senza adeguata preparazione.
In una giornata abbiamo alternato teoria e pratica simulando degli scenari con Carlo Rivellini che, sadicamente, si divertiva a tenerci sotto pressione inventando complicazioni improvvise e crisi del paziente di continuo. Crisi che, in qualche modo, dovevamo individuare e curare con gli strumenti che ci aveva fornito.
Quello che ci portiamo a casa dopo una giornata decisamente proficua è la base della gestione del trauma cioè
- la messa in sicurezza dell’area dell’incidente
- la gestione e la movimentazione sicura del ferito
- l’individuazione delle criticità
- la cura di fratture e lesioni potenzialmente letali ma “tamponabili” anche senza competenze mediche approfondite
- cosa portare con noi di veramente necessario nella cassetta di pronto soccorso
Finalmente ho sanato con il corso giusto delle lacune che sentivo di avere da sette – otto anni. Non mi sento un supereroe, non credo di essere un medico ma sono certo di essere più consapevole.
L’imponderabile per sua natura non può essere previsto, ma occasioni come queste sono quelle che ci insegnano a gestirlo.
Come, dove, quando
I corsi di Safe Wheels sono organizzati con la Federazione Motociclistica Italiana e avranno luogo in ogni regione d’Italia. Per avere informazioni su date e modalità, potete chiedere direttamente a Carlo Rivellini sulle pagine dedicate:
- http://www.safewheels.it/
- safewheels.rt@gmail.com
Testo e foto: Dario Lupini