Prova off-road della HONDA TRANSALP 750

Quando negli anni ’90 vedevo i miei amici andare in giro con le Honda Africa Twin, Transalp e Dominator, già praticavo enduro e quel segmento di moto non mi affascinava assolutamente se non per le repliche usate alla Parigi Dakar.

A distanza di anni, mi trovo a fare il test della nuova Honda Transalp 750 proprio sulle tipologie di strade sterrate su cui ho iniziato a sporcarmi di fango e polvere.

Eh sì, perché, da quando le case motociclistiche si sono riavvicinate al mondo delle moto dual sfornando modelli che richiamano le linee e i nomi delle “vecchie glorie”, sta prendendo sempre più piede la moda di avvicinarsi al fuoristrada anche con le maxi enduro.

La filosofia della Transalp è sempre stata quella di una moto facile, maneggevole, entrata nel cuore di chi amava viaggiare perché ben carenata, estremamente affidabile e dai consumi parsimoniosi.

Replicarla in chiave moderna non è stata sicuramente una passeggiata, anche per i costi di acquisto che sono rimasti allineati con l’agguerrita concorrenza del segmento che la mette a confronto con le dirette rivali quali Yamaha Ténéré 700 o Aprilia Tuareg 660.

La nuova Transalp 750 stata presentata in chiave definitiva allo scorso salone di Milano ed è una delle novità motociclistiche di cui si è più discusso negli ultimi mesi, per questo abbiamo chiesto a Honda di fornirci la moto con gomme tassellate perché volevamo improntare la prova esclusivamente testandone l’indole fuoristradistica.

Le Dunlop D908RR conferiscono un aspetto molto accattivante alle linee sinuose di questa Honda, i cerchi da 21” all’anteriore e 18” al posteriore, le sospensioni Showa con 200 mm di escursione, sono le credenziali giuste per approcciarsi al fuoristrada.

Motore

Il bicilindrico parallelo frontemarcia da 755 di cilindrata, eroga 92 cv a 9.500 giri/min e può essere dotato del dispositivo di cambiata rapida “Quickshifter” acquistabile tra i vari accessori che Honda offre come optional.

È lo stesso motore che viene utilizzato nella Hornet 750, con alcuni parametri rivisti per adeguarlo a prestazioni più consone alla natura turistica della moto.

Telaio, sospensioni e freni

Anche il telaio costruito in acciaio, ricalca la forma a diamante già impiegata nella Hornet, ma sono stati apportati dei rinforzi che lo ottimizzano per la guida in fuoristrada.

Il forcellone è in alluminio con il classico sistema Pro-Link a cui è ancorato un monoammortizzatore Showa regolabile in compressione (come la forcella), peccato che la regolazione del pre-carico non preveda il classico pomello molto più pratico e veloce dell’intervento mediante cacciavite.

L’impianto frenante è Nissin con pinze assiali che vanno a “mordere” un doppio disco da 310mm all’anteriore e un disco da 256mm al posteriore.

Elettronica

Per il prezzo a cui viene proposta (a partire da 10.690 €), ha un’ottima dotazione elettronica tra cui un display TFT da 5” a colori da cui è possibile selezionare 4 Riding Mode pre-impostati più uno completamente personalizzabile e, in base ai gusti e terreni da affrontare è possibile arrivare a escludere completamente l’ABS posteriore, regolare la risposta dell’acceleratore e del freno motore, nonché il controllo di trazione.

Inoltre attraverso il sistema Honda Smartphone Voice Control è possibile collegarsi alla App dedicata per connettersi Bluetooth e gestire la navigazione, le telefonate, la musica e i messaggi.

Come va in off-road

La moto che abbiamo avuto in prova era equipaggiata con il “Rally Pack” che prevede l’installazione di:

  • sistema Quickshifter,
  • tubolari paramotore,
  • paracoppa,
  • pedane rally
  • paramani chiusi.

Salendo in sella, d’istinto si avverte immediatamente la sensazione tipica delle moto Honda, quella cioè di averla sempre guidata! Nella guida da seduti, le gambe trovano un alloggio naturale stringendo il serbatoio, mentre in piedi si assume subito una posizione istintiva per dominare la guida.

Capire come intervenire sui parametri delle mappature non è cosi intuitivo, ma riusciti nell’intento abbiamo disattivato tutti i controlli per avere maggior sensibilità.

La frizione è morbida e accompagna bene lo stacco del motore, peccato che non ci sia la possibilità di regolare la distanza della leva, avremmo preferito averla con una corsa più corta.

Fermo restando che la moto è stata concepita come una “Adventure da viaggio” ci ha colpito come si è comportata in fuoristrada

La risposta del motore è elastica, sempre pronto, sempre in tiro, ma mai troppo esuberante tanto da farci dubitare sull’effettiva cavalleria, in realtà è uno dei punti di forza di questa moto che mai ti mette in difficoltà e ti permette di godere in sicurezza il percorso.

Le sospensioni che assorbono le piccole asperità con molta disinvoltura, permettono di acquisire subito un buon feeling e questo ci ha invogliato ad andar subito a cercare percorsi più impegnativi. Ad andature turistiche, l’equilibrio generale della moto è ottimo, il fatto che l’altezza sella da terra sia minore rispetto alla maggioranza delle maxi-adventure permette agevolmente di toccare i piedi a terra e questo armonizza ancor più il feeling con la moto, tant’è che anche nelle manovre da fermo non si avvertono minimamente i 208 kg di peso.

Delle lunghe derapate controllate, vengono naturali gestendo solo l’apertura del gas, se invece si vuol impostare la curva più decisi e sfruttare al massimo la trazione in uscita, il telaio è stabile e nello stesso tempo maneggevole.

Aumentando il ritmo e le difficoltà, in pratica uscendo dall’uso corretto di questa tipologia di moto, le sospensioni avrebbero avuto bisogno di una taratura più specifica, mentre la minor luce da terra, provocava inevitabili impatti con il sottomotore.

Restando in un ambito più consono, la nuova Honda Transalp 750 centra pienamente l’obiettivo dichiarato di essere una “tutto fare” e regala a chi la conduce un perfetto controllo in fuoristrada e tanta maneggevolezza.

Non resta che decidere la destinazione, consci che il viaggio sarà ancora più bello se la meta prevede percorsi in fuoristrada!

Testo e tester: Pietro Bartolomei
Foto: Dario Lupini

Casco: Airoh Commander
Abbigliamento: Dainese LADAKH 3L D-DRY
Stivali: Alpinestars TOUCAN Gore-Tex

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