Beta Alp 4.0

Prova Beta ALP 4.0

L’attesa è finita e l’evoluzione della Beta Alp 4.0, la moto dual per antonomasia della casa di Rignano, è disponibile presso tutti i concessionari. 

Pur mantenendo la caratteristica di essere una moto facile, tuttofare, è completamente rinnovata meccanicamente in ogni suo aspetto, e con un’estetica dalle linee giovanili e moderne. 

Il motore è un Tayo Motorcycles da 350cc che eroga 35 cv di potenza a 9500 rpm e permette di raggiungere i 130km/h. Il telaio è un perimetrale in acciaio con motore appeso, che accoglie al suo interno il serbatoio da 11 l.
Le sospensioni sono prive di regolazioni, ma tarate per garantire il massimo confort di guida.

Freni e pompe Nissin, mentre i cerchi da 21” e 18” non lasciano dubbi sull’indole di questa moto, pur restando maneggevole e divertente anche su percorsi stradali.

La Beta Alp 4.0 si rivolge a un pubblico molto ampio, da colui che la usa in città per gli spostamenti da casa in ufficio e nel weekend vuole evadere dalla solita routine e ama avventurarsi in qualche scampagnata, ma anche a chi occasionalmente predilige qualche giro fuoriporta, al cacciatore, pescatore o cercatore di funghi per raggiungere i luoghi più isolati, e soprattutto può essere guidata dai giovani neopatentati A2 e da tutti quelli che da inesperti vogliono approcciarsi con le due ruote partendo da un compromesso semplice.

Alla prima impressione di guida, sembra che la moto “sia nata male”!

Che il motore non vada, che le sospensioni non funzionino e invece, tutto è stato minuziosamente studiato per renderla “facile”.

L’ABS escludibile dal pulsante posto sul manubrio quando la utilizziamo in off-road, in realtà non è invasivo come i sistemi rilevati su altre moto, anzi sembra esser calibrato per aiutare il neofita nella guida sui terreni sconnessi.

Molto silenziosa a livello di scarico, ha un’erogazione lineare e progressiva. Se tenuta su di giri, è brillante e mantiene la velocità anche insistendo nel fuori giri. Questo permette ottime andature su strade scorrevoli o negli spostamenti in autostrada, unico neo che è totalmente priva di protezioni aerodinamiche.

Mentre in ripresa i giri salgono in maniera lenta ma progressiva, con il motore che continua a spingere persino quando sembra in procinto di smorzarsi. Caratteristica essenziale per permettere all’utente di divertirsi e godersi al massimo le caratteristiche di questa ALP senza andare mai in difficoltà.

Cosa aspettarsi dalla Beta Alp 4.0 in fuoristrada?

Non nasce come una off-road pura nonostante abbia una impostazione di guida abbastanza trialistica. Noi l’abbiamo “spremuta” su strade inghiaiate e ci ha stupito per la stabilità. Ci abbiamo affrontato salite con erba, sassi smossi, brevi pareti con pendenze rilevanti, single track, saltato tronchi e ci ha sempre gratificato superando ogni ostacolo con disinvoltura nonostante gli evidenti limiti di sospensioni e telaio. 

Sarebbe sbagliato ipotizzarne l’acquisto per un uso simile, visto che BETA propone dei modelli ben più votati per questo utilizzo. La ALP 4.0 è stata concepita per un impiego  trasversale, quello di trovarsi a suo agio sia sulla strada che nell’off-road e di essere guidata con la massima semplicità in ogni situazione.

La tuttofare

Realizzata nella prima versione come moto da alpinismo, apprezziamo tantissimo questo ampliamento di utilizzo del nuovo modello. Dalla fruizione quotidiana in giacca e cravatta, nel weekend sa trasformarsi in ottima compagna per il modaiolo “adventouring”, senza sfigurare nei confronti delle maxi-enduro e con il vantaggio di un peso contenuto.

Bentornata dual!

I kit per la Beta Alp 4.0

Per la nostra indole fuoristradistica, ci sono saltati all’occhio alcune soluzioni che a nostro avviso sarebbero da rivedere.
Il catalizzatore dello scarico posizionato sotto il motore e completamente privo di protezione. Il paramotore che sembra avere più una funzione estetica che protettiva e non ultimo, l’assenza di protezioni per i radiatori di olio e acqua.

Il marketing Beta ci ha però comunicato che stanno arrivando dei kit dedicati appositamente a chi desidera usare la ALP 4.0 prevalentemente in off-road.

Testo e tester: Pietro Bartolomei
Foto: Dario Lupini – Nikon Z6 II
Riprese: DJI Osmo Action 3

8 risposte

  1. Ciao Pietro! Questa prova mi fa venire l’acquolina in bocca, le tue ultime parole “per godersi la natura – senza fare troppa fatica – senza troppo impegno fisico” mi si addicono in pieno.
    11,2 lt a quanta autonomia corrisponderebbe più o meno?
    Concessionarie in zona che danno possibilità di provarla?
    Grande Pietro come sempre professionale
    Un saluto dal Fiordo!
    A presto magari insieme in un giro adventouring!

    1. Ciao Lorenzo, mi fa piacere vedere che ci segui sempre con attenzione e dedizione.
      Gli 11 litri di autonomia permettono tranquillamente di superare i 200 km senza bisogno di fermarsi ad un distributore.
      Ti allego il link dei concessionari che mettono in prova le ALP https://www.betamotor.com/rivenditori/#demoride , poi so che BETA partecipa direttamente a vari eventi, dove puoi provare le moto (ad esempio EICMA Riding Fest che si è svolta a fine aprile a Misano).
      Prima o poi riusciremo ad organizzare un bel giro adventouring insieme.

  2. Pingback: BETA ALP 4.0
  3. Ma certo! Fanno i kit per chi vuole utilizzarla in off perché hanno fatto una cagata! E per i radiatori sporgenti lateralmente e il silenziatore sotto il motore rifanno la moto completamente, ma in Giappone questa volta (magari!)? E’ una caduta di stile enorme per una gloriosa casa come la Beta. Questa moto è un aborto, lasciatela vendere ai cinesi. Non siamo caduti in basso, siamo caduti in un abisso. Vediamo se pubblicate anche i commenti negativi.

    1. Salve sig. Franco, che ci siano delle cosa da migliorare è indubbio. Credo sia da apprezzare l’alasticità con cui in Beta si sia prontamente messa in gioco adoperandosi ad ovviare a qualche pecca di gioventù. Cosa che non sempre ho visto fare da altre case costruttrici.

      Quando abbiamo utilizzato la moto per la prova, ho pubblicamente dichiarato quali fossero le cose da migliorare.

      Il radiatore è unico. Non lo abbiamo trovato assolutamente sporgente, ma consigliavo una grata per ripararlo da eventuali sassi “sparati” da chi ci precede.

      Quello ubicato sotto il motore e che andrebbe protetto in maniera più adeguata è il catalizzatore. Purtroppo per rientrare nelle ultime normative antinquinamento è necessario istallarlo.

      I commenti negativi, se fatti in maniera costruttiva, sono importantissimi per la crescita. Perchè non pubblicarli?

  4. La moto che aspettavo (in passato ho avuto 2 moto trial BETA) .. ma ora causa età e meno possibilità di dedicare tempo (oltre alla difficoltà nel non infrangere la legge) rende difficile l’utilizzo del trial puro. Chi nasce “fuoristradista” libero , non può che continuare su questo sentiero. Trovo che la ALP 4.0 sia il mezzo ottimale , moderno , linee accattivanti per un uso urbano , velocità più che sufficienti (all’autostrada non sono interessato) cruscotto con tutto quello che serve sapere .. prezzo congruo e adeguato. Certo , le pecche sono il catalizzatore , lo scarico , le protezioni dei due radiatori .. e cmq una piastra metallica paramotore , perchè anche se potenzialmente capace nel superare un osatacolo con appoggio motore, il viaggiare su una strada con ciottoli o altre cose sporgenti , mettono a serio e indiscutibile rischio il tutto , con la reale possibilità di fare danni seri e restare appiedati in qualche luogo ameno , con tutte le conseguenze e spese del caso … Aspetto che rendano di serie questi pochi semplici accorgimenti. Grazie.

    1. Considerazioni giustissime. Beta si sta già adoperando affinché questi accorgimenti vengano migliorati. Sarà a breve disponibile il parafango alto e “a ruota” dovrebbero arrivare anche un paramotore e uno scarico alto e i pararadiatori.

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