Una persona che stimo molto per le sue conoscenze tecniche in questo settore è Stefano Spagnul.
Da anni mi raccontava di una fantomatica centralina ri-mappabile che stava testando con un amico. Ultimamente ogni nostra telefonata, ogni nostro incontro, inevitabilmente convergeva sugli sviluppi e sui risultati che stavano ottenendo.
Alla prossima occasione te la faccio provare!
L’occasione giusta si è presentata con il lancio del nuovo progetto Discovery Endual e senza perdere troppo tempo ci siamo organizzati. Stefano si è presentato all’appuntamento con ben due moto, un KTM 300 2t e una TM 300 2t, modelli 2017.
Ero perplesso sui benefici effettivi di questa centralina POWER CDI – con l’elettronica non vado molto d’accordo e l’enduro lo concepisco come uno sport di adattamento – quindi il pensiero di trascorrere ore davanti al computer per cercare il miglior apporto del motore in quel determinato frangente mi faceva essere negativo di fronte a tale tecnologia. Di contro, la curiosità di avere un dispositivo che rendesse la moto più facile da guidare e che permettesse anche un piccolo vantaggio nei confronti dei compagni con cui sei solito affrontare le scampagnate domenicali, stuzzicava non poco il mio ego.
Mi faccio illustrare le caratteristiche tecniche della centralina e man mano che la spiegazione si arricchiva di sofisticate funzioni, inesorabilmente mi scoraggiavo. Sarei mai stato all’altezza di apprezzarne i benefici?
Questa centralina after-market permette all’utente di mappare il motore in totale autonomia, con una telemetria in tempo reale, il Controllo Dinamico della Potenza (DPC) e molte altre funzioni non presenti in simili dispositivi già in commercio. Il DPC è l’innovativo modo di controllare attivamente l’erogazione del motore per legare millimetricamente la risposta alla manopola del gas, intervenendo in tempo reale sull’anticipo di accensione. In pratica si riesce ad ottenere un motore potente e reattivo ma nello stesso tempo facilmente gestibile. Cercheremo di rendere più comprensibile le potenzialità della centralina con alcuni esempi pratici.
Quanti presunti piloti riescono a sfruttare appieno tutti i cavalli che la moto eroga? In quanti rientriamo a casa dopo una gita sentendosi sfiniti perché la moto ci ha più volte messo in difficoltà. Pensiamo a quante brusche accelerazioni, quante derapate involontarie, quanta fatica dovute alla moto che tende a impennarsi continuamente perché non riusciamo a gestire tutta la potenza a terra!
Facendo riferimento a un motore due tempi, quante volte abbiamo fatto intervenire il meccanico di fiducia per rendere la moto meno aggressiva e più elettrica?
Gli espedienti più comuni sono la riduzione del rapporto di compressione e/o l’aumento dell’altezza dello squish, l’appesantimento del volano, le strozzature sullo scarico o l’ingrassare volontariamente la carburazione. Gli interventi meccanici mirati servono per esaltare o accentuare alcune caratteristiche del motore che spesso derivano da un compromesso e conseguentemente tolgono o smorzano altre peculiarità. Nel caso degli esempi proposti, la moto diventa certamente più gestibile,ma il motore tende a perdere quella potenza ed elasticità che potrebbero essere utili nell’affrontare ostacoli o salite impervie.
La centralina Power CDI con il dispositivo Dynamic Power Control sembrerebbe garantire la soluzione. Infatti, riesce a regolare istantaneamente la potenza erogata dal motore attraverso l’anticipo di accensione, effettuando anche correzioni molto ampie ad ogni singolo giro del motore e rendendo la risposta molto più gestibile e prevedibile in relazione all’apertura del gas.
Un esempio pratico aiuta a capire meglio l’efficacia del dispositivo. Se si passa improvvisamente da un fondo asciutto a un fondo viscido, mantenendo l’apertura del gas costante, i giri del motore potrebbero innalzarsi inducendo un pattinamento della ruota con conseguenze, talvolta, disastrose. Contrariamente se il pilota apre repentinamente il gas per effettuare una derapata o un’impennata per oltrepassare l’ostacolo, la centralina è in grado di riconoscere che chi guida sta chiedendo potenza e non interviene contrastandone l’azione.
In sostanza è come passare da una mappa ultrasoft a una ultrahard, solo in base a come si gestisce la manopola dell’acceleratore, ed aggiungendo una dimensione inedita: la velocità con cui si apre il gas, non solo la quantità. Il sistema risulta intuitivo nell’uso; è naturale, su fondi molto viscidi, aprire non solo poco il gas ma anche lentamente, mentre su fondi che legano tanto, è istintivo e naturale aprire il gas rapidamente, in maniera aggressiva.
Cosa bisogna fare per istallare la Power CDI?
Oltre alla sostituzione della centralina originale, bisogna dotare la moto di un carburatore con TPS (sensore apertura acceleratore), nel caso non vi fosse già. Su alcune moto, come la Yamaha YZ 250 o le Beta 2017 (anche Racing) il TPS è già presente, ma su altri modelli il carburatore va sostituito con uno dotato di TPS. La centralina funziona anche sul carburatore originale, privo di TPS, ma solo in presenza di quest’ultimo si possono abilitare tutte le funzioni più avanzate, come il Controllo Dinamico della Potenza, la funzione antipistonata (che elimina le fastidiose pistonate in rilascio), l’antistallo, ecc…
Le nostre impressioni
La TM 300 è rinomata per avere un motorone che spinge forte in alto mentre il sotto e la ripresa non sono certamente i suoi punti di forza. Con l’installazione della centralina, sembra di guidare un 450 4t, la moto è decisamente più elastica, cresce in maniera graduale di giri e non mette mai in difficoltà. Nella parte di fettucciato che abbiamo utilizzato come campo prova, si riusciva tranquillamente a girare con la terza marcia inserita, in uscita di curva con la tipica tonalità cupa che contraddistingue il propulsore della casa pesarese si veniva trascinati verso la staccata successiva. Ma è nel bosco che si apprezzano maggiormente i benefici, l’erogazione diventa più fluida e ciò permette di godersi appieno le qualità di questa moto.
Per descrivere come va la KTM, credo che basti narrare questo aneddoto. Solo a fine prova, il caro Stefano ci ha svelato che la moto che abbiamo provato non era un 300 ma bensì un 250 cc. facendoci restare basiti! E pensare che durante il test confrontandomi con alcuni presenti avevo esternato di gradire particolarmente le migliorie che questa centralina apportava a un motore già di riferimento!
Di non poco conto il fatto che la Power CDI può essere adattata a qualsiasi tipo di moto 2 o 4 tempi, quindi se ogni anno decidessi di cambiare marca, cilindrata o passare da un motore alimentato a benzina ad uno a miscela, magari ad iniezione, nessun problema, basta richiedere i file per l’aggiornamento e il gioco è fatto.
La funzione DPC è il vero punto di forza di questo dispositivo, il sofisticato sistema che ti lascia disporre di tutta la potenza del motore gestendola direttamente dalla manopola del gas in maniera che in qualsiasi tipo di fondo da affrontare la risposta del propulsore sia sempre quella desiderata. Sembra l’antitesi di quello che normalmente ci viene proposto e cioè avere la possibilità di cambiare più mappature per adattare la risposta del motore al terreno (classico pulsante sole/pioggia), qui l’elettronica interviene sull’apertura del gas senza stravolgere o limitare la potenza. Una figata.
PowerCDI sarà presto disponibile anche per la TPI, con un modulo Bluetooth e software di serie che consentirà agli utenti che lo desiderano di carburarla liberamente (persino nel bosco) secondo i propri gusti, oltre ad offrire un significativo miglioramento delle prestazioni del motore specialmente ai bassi e ai medi e ovviamente il Controllo Dinamico della Potenza, l’anti-pistonata e tutte le altre feature già disponibili sulle moto a carburatore.
Riferimenti per saperne di più o acquistare la centralina: www.powercdi.com
Testo e tester: Pietro Bartolomei