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L’Antica ferrovia Orte-Capranica-Civitavecchia

C’è una strada nel bosco… Sì, questo potrebbe essere l’inizio per raccontare quello che è oggi l’antica Ferrovia Orte-Capranica-Civitavecchia, in disuso dal ’61 e totalmente abbandonata per l’intero tratto dagli anni Novanta.
La storia di questa ferrovia inizia alla fine dell’Ottocento, quando l’intenzione era di collegare in modo trasversale il porto di Civitavecchia con quello di Ancona. La prima parte fu completata nel 1894, poi i lavori proseguirono fino al secolo scorso con un travaglio che ha portato piano piano alla sua dismissione. A causa della guerra e dei danni meteorologici, il percorso non era più remunerativo; l’avvento dei mezzi moderni, la distanza delle stazioni dai centri abitati e la mancata disponibilità d’investimenti hanno decretato la morte di questo affascinante tratto ferroviario.

Ogni tanto si sente parlare di volerlo “resuscitare” e completare. Tra l’altro negli anni Settanta conobbe un significativo revival grazie ai numerosi film di guerra e western girati nei tratti appena dismessi, ma la cronica mancanza di fondi e la crisi economica perenne hanno sempre fatto finire nel nulla queste buone intenzioni, meglio così! Perché direte voi? Perché in questo modo è diventato un bellissimo tratto da percorrere con enduro stradali!

Chi potrebbe immaginare che a pochi chilometri dall’ingresso in autostrada a Civitavecchia si possa iniziare un viaggio in moto in un mondo “dismesso”, inatteso e per questo affascinante come solo l’alta Tuscia viterbese può offrire. Lo abbiamo percorso in sella a moto più o meno datate, con andamento slow per condividere le emozioni che solo certi paesaggi possono offrire.

La strada bianca che ospitava i binari è ora percorsa a piedi, in mountain bike e in moto. Il nostro viaggio parte dalla vecchia stazione in stile Liberty di Mole del Mignone, ormai pericolante come quasi tutte quelle che si trovano percorrendo i vari tratti della vecchia ferrovia fino a Capranica.

Subito dopo ci siamo infilati nella prima delle sette gallerie che compongono il tratto. Sono tutte non illuminate, spesso con grandi pozze di fango, e devono essere percorse a destra o a sinistra per evitare di infilarsi nel cunicolo centrale solo in parte coperto da lastre di cemento. Abbiamo percorso lunghe strisce bianche, fiancheggiate da arbusti, che diventano viscidi pantani nei pressi di alcune gallerie per il fango, talvolta presente anche nei periodi estivi. Giunti alla quarta galleria, sempre piena d’acqua, bisogna deviare in una bellissima strada bianca che ci porta alla Chiesa della Farnesiana e, dopo pochi chilometri di asfalto, alla stazione di Allumiere sopra la quale imbocchiamo una strada di campagna che costeggia la Vecchia Ferrovia che in questo tratto è impossibile percorrere perché sbarrata.

Ritornati sull’asfalto (è un eufemismo dire asfalto visto che il fondo è più sconnesso di tutto l’off che abbiamo fatto finora) percorriamo la strada del Marano fin sotto il paese di Tolfa. Nei pressi del Castello di Rota imbocchiamo una bellissima strada bianca che ci porta a Civitella Cesi e, su asfalto, andiamo a Barbarano Romano dove abbiamo ritrovato, ai limiti del Parco Marturanum, la nostra “Vecchia”.

Nuove gallerie e insidiose strisce sabbiose – tracce della massicciata che ospitava i binari ormai quasi completamente invasa dalla vegetazione – ci portano alla stazione di Capranica dove, lungo la Cassia, sostiamo per il pranzo in un ristorante con piatti tipici poi nel pomeriggio riprendiamo, un po’ appesantiti, il nostro viaggio percorrendo un polverosissimo tratto della Via Francigena e costeggiando, solo in parte, la ferrovia Capranica-Orte.
Arrivati nei pressi di Vico Matrino, imbocchiamo una sterrata che ci porta nei pressi del paese di Blera e, su asfalto, arriviamo alla stazione di Civitella Cesi. Percorriamo l’ultimo tratto della Vecchia Ferrovia, insidiosissimo per la quantità di sabbia sparsa sul percorso e… per gli escrementi di pecora!

Arriviamo alla vecchia stazione di Monte Romano e al viadotto sul Torrente Mignone. Qui sembra davvero di essere nel Far West.
Forse abbiamo percorso per l’ultima volta la Vecchia Ferrovia da Civitavecchia a Capranica, l’incuria e l’abbandono dei luoghi tra poco faranno scomparire questa opera dell’Italia che fu.

Riferimenti:

Per capire bene la storia di questa ferrovia, consigliamo di leggere questo bellissimo articolo che riporta anche alcune immagini di quando il tratto era in funzione: http://www.ilmondodeitreni.it/lineeferroviarie/OCCp1.html

Il percorso è stato effettuato con enduro stradali di grossa cilindrata, storiche e moderne. Il tracciato è molto vario, si va dalla ghiaia stabilizzata alla terra battuta, compresi alcuni tratti sabbiosi abbastanza insidiosi. Le gallerie vanno percorse con grande attenzione, a volte un velo d’acqua sul cemento nasconde tagli e canali abbastanza profondi.

Sono consigliate gomme semi tassellate. Il periodo più indicato per percorrerla è quello asciutto, estate o immediatamente dopo o prima. In rete troverete diversi tracciati con cartine e percorsi GPS dedicati più che altro al mondo delle mountain bike o del trekking, fate quindi bene attenzione e guidate con prudenza.

Servizio a cura di Enrico Vignali e Alessandro Bellucci

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