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La Sardegna in 16 cavalli

Dopo il viaggione a Capo Nord dell’anno scorso, per quest’anno ci voleva una meta soft, comprensiva di mare, sole e caldo! Tentazione iniziale era la Grecia e soprattutto le Meteore. Ma sembra che lì il caldo sia insopportabile… E allora proviamo la Sardegna! Detto fatto; traghetto prenotato. Partenza da Genova e ritorno a Livorno, che così ci facciamo un giretto anche in Toscana prima di tornare a casa. Passiamo alcune serate a studiare la Lonely Planet e alcuni amici “virtuali” suggeriscono un contatto nel sud dell’isola per fare un po’ di off. Ok; prenotiamo anche lì! Monica dalla Sardegna mi chiede: con che moto venite? Stradali! Ma ho visto che hai anche un enduro; con quella gireresti meglio! Sì ma la mia enduro è un’Honda XL 200 R Paris Dakar del 1986… E Renato inizia a fantasticare… ma sì, dai, perché non andiamo con le XL in Sardegna? Lui ha un 600 del 1987, ma io, con i miei 16 cavalli, come faccio? Velocità massima in autostrada 90 km/h! Penso che anche quelli dei tir che mi hanno superato si siano domandati che cavolo ci facessi lì!

I primi giorni sono un atto di forza tra caldo e caos; b&b a Olbia, un giretto a sud e uno a nord per vedere la Costa Smeralda, le famose spiagge, ecc. Meno male che in moto puoi fare la stradina sabbiosa nel nulla o parcheggiare su un marciapiede e riesci ad arrivare a qualche spiaggetta poco affollata. Il resto è normale ressa da agosto! La delusione però è arrivare in questi posti, che sembrano incontaminati e dimenticati da tutti, e trovarci la bottiglia di plastica abbandonata da qualche cretino.

Facciamo varie tappe di 2/3/5 giorni per avere sempre una base diversa da cui partire e riuscire a vedere il più possibile, cercando anche di rilassarci e abbronzarci un po’. Come si fa a non andare a farsi un bagno in queste acque così cristalline?

A differenza di quanto mi aspettassi, le strade sono tenute bene, l’asfalto è quasi perfetto. Zero buche e solo curve morbide. Sulla guida parlavano di strade tortuose e tornanti stretti… pensavo di mandargli una foto del Gavia per chiarirgli le idee!

Assolutamente da non perdere la panoramica Alghero-Bosa, la 125 che da Cagliari arriva fino a Olbia, la 126 da Guspini a Carbonia e tante altre! Strade brutte non ne ho trovate! Qualche volta avrei voluto avere qualche cavallo in più per divertirmi un po’, ma meglio così! I panorami erano mozzafiato; la natura predomina su tutto; km e km senza case, macchine, persone. Magari qualche pecora, capra, cinghiale e qualche nuraghe a ricordarci da dove veniamo.

Per fare fuoristrada c’è solo l’imbarazzo della scelta: dalle stradine per arrivare alle spiagge, alla panoramica tra Putzu Idu e Tarros tra scogliere a picco e sabbie bianchissime, alla strada bianca tra Santadi e Macchiareddu, all’isola di San Pietro e alla strada del Monte Rosmarino. Ma per fare le cose fatte bene Monica e Claudio ci organizzano una mezza giornata di enduro come quelli veri, con le moto giuste e tutto l’abbigliamento. Se siete dalle parti di Narcao chiedete di loro! Risultato: una mattinata a spasso tra vecchie miniere, scogliere a picco sul mare e stagni abitati da fenicotteri rosa. L’unico problema è sempre quello… dall’alto del mio metro e cinquanta mettere i piedi per terra non è sempre facile e, pensando di toccare, finisco invece sdraiata in mezzo ai cespugli di mirto! Che bel panorama da lì però!

E il vino? Sto studiando per diventare sommelier e quindi è stata anche una vacanza studio! Le tecniche sono diverse dalle nostre, in continente. I terreni sono soprattutto sabbiosi e permettono la coltivazione a piede franco; il vento, il caldo e la scarsità di acqua portano invece ad un allevamento ad alberello. Le componenti minerali inoltre danno ai vini una sapidità a volte esagerata! Sembra di mettere in bocca l’acqua di mare quasi… Diciamo che mi sono impegnata per trovare l’abbinamento cibo/vino migliore per il Vermentino!
Giusto alla fine di uno dei migliori pranzi – eravamo a Portixeddu – stavamo tornando alle moto e una signora mi viene incontro di corsa, dicendo qualcosa riguardo a suo marito; vorrei rispondere “non sono stata io!” ma lei riprende fiato e dice “Mio marito ti sta seguendo su un blog di moto e ti ha riconosciuto! Aspetta che arriva, è andato a parcheggiare!” WOW! L’hondina ha un sacco di fan!Anche il giorno dopo ci riconoscono in un paio di posti! Sarò mica troppo social? Partire con lei è stata un po’ una sfida, anche il mio meccanico si è messo le mani nei capelli quando gliel’ho detto.Abbiamo fatto un bel check-up prima di partire e ci siamo portati un paio di kg di olio, un cavo della frizione e un paio di leve di scorta, ma ovviamente, si è rotto giusto quello che non avevo!Dopo una giornata a zonzo tra le scogliere e spiagge da Putzu Idu a Tarros, siamo a 500 metri dal b&b e si trancia il cavo dell’acceleratore. Fortunatamente non molto lontano c’è un meccanico che però ci dice di tornare la mattina dopo, alle 9. I programmi sarebbero di partire presto per visitare Oristano, Iglesias e qualcos’altro, ma la fretta non è nei suoi piani e prima dell’una la moto non è pronta! Ne approfittiamo per fare il bucato, la spesa, il caffè… Ma siccome la pazienza non è una tra le mie virtù, mi piazzo minacciosa davanti all’entrata, nella speranza di accelerare i tempi e, forse l’ho infastidito o forse l’ho distratto, quando parto mi accorgo di avere il rubinetto della benzina chiuso, lo apro e sento un getto sulla gamba; non aveva ricollegato il tubo della benzina! Mah…

Alla fine saranno 2865 km in 19 giorni, da Bergamo alla Sardegna e ritorno, e l’XL è la compagna perfetta per gustare al meglio le strade e il panorama. In fondo siamo in ferie… che fretta c’è?
Che dire… l’anno prossimo dove si va?

Testo e foto di Francesca Morandi

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