Si dice
italiani popolo di santi, poeti, navigatori…
e io aggiungerei:
anche di costruttori di moto!
Ne è conferma l’Italianissima Beta, la “toscanaccia” di Rignano sull’Arno che, orgogliosa di una lunga tradizione motociclistica nell’off road, è giunta a una maturazione tecnologica e costruttiva che, non a caso, l’ha portata sul tetto del mondo dell’enduro con piloti del calibro di Freeman, Walker, Holcombe…
La moto che abbiamo testato, la nuova 300 RR Racing, è la sintesi della ricerca e dello sviluppo effettuato sulle piste del mondiale, e trasuda racing da tutti i pori!
La moto si presenta bellissima alla vista. Accostamento cromatico nei classici colori Beta (rosso/blu), serbatoio a “filo sella”, che appare dritta stretta e alta. Raccordata perfettamente dal punto di vista ergonomico, dotata di molte parti in ergal e con la bellissima coppia di forcelle Kayaba che fanno sfoggio di se stesse!
È stretta e corta la Beta RR 300 Racing, tanto che a primo acchito dà l’impressione di non essere la moto adatta per i piloti di alta statura come me. Incredibilmente, una volta in sella, la moto trasmette un grande senso di “accoglienza” grazie a un azzeccatissima posizione di guida, molto centrata e con una ottima triangolatura ginocchia, schiena e braccia.
La moto è molto leggera e il peso quasi uniformemente distribuito tra anteriore e posteriore; la casa dichiara 103.5 kg totali di cui 50.8 sull’anteriore e 52.7 sul posteriore.
Ma il vero “gusto” scaturisce non appena si mette in moto il poderoso 300 2t e si inserisce la prima
Immediatamente si percepisce quella sensazione di leggerezza e maneggevolezza propria del 2t e delle moto di moderna concezione. Ma quello che stupisce, che alla rotazione della manopola, e alla progressiva e prepotente rapidità del motore, la stabilità aumenta in maniera diretta alla velocità, piantando letteralmente la Beta 300 RR Racing a terra, trasmettendo sicurezza e divertimento di guida.
Motore
L’evoluzione dell’ormai collaudato 300 2t di casa Beta, ha raggiunto livelli eccelsi! La novità vera di questa moto è proprio il suo propulsore, che è stato rivisitato soprattutto a livello di termica; aumento dell’alesaggio e diminuzione della corsa rendono il motore sostanzialmente un “super quadro”, abbinato a un albero motore più corto.
Monta anche un cilindro modificato nei diagrammi di scarico e travaso e una nuova testa, abbinata a una diversa regolazione della valvola di scarico. Importanti modifiche anche nella frizione con l’adozione della “molla a tazza”, il cui precarico è regolabile meccanicamente in tre posizioni.
Un motore con corsa ridotta dovrebbe avere una resa maggiore agli alti règimi, a discapito del “sotto” che invece, incredibilmente, risulta pieno e carico di coppia, tanto da poter guidare l’esuberante 300 come se fosse una trial.
La testa e la valvola ridisegnate in abbinamento al carburatore Keihin PWK 36 a mio avviso giocano un ruolo fondamentale, rendendo l’erogazione molto pastosa e progressiva, mai esplosiva, che scarica i cavalli in una curva molto larga tanto da non far percepire al pilota la vera potenza che questo motore sprigiona.
La frizione, dal canto suo, agevola ogni operazione soprattutto nei tratti più lenti e impervi. È risultata molto modulare, morbida e precisa anche dopo svariate sollecitazioni.
Ciclistica
È quella di derivazione 2020. Il telaio a traliccio risulta ben progettato, tale da rendere la moto leggera e maneggevole e allo stesso tempo molto stabile nel veloce. Il valore aggiunto è dato dalla favolosa forcella Kayaba da 48 a cartuccia chiusa che lavora perfettamente con l’insieme della moto e assorbe le asperità del terreno con grande scorrevolezza, regalando nel contempo un incredibile sostegno sull’anteriore.
Sono bastati pochi click di regolazione per sentirla cambiare radicalmente e per farla lavorare in maniera perfetta. In base al mio peso e alle mie caratteristiche di guida.
Come da tradizione, monta lo switch della centralina (dry/wet) sul cannotto di sterzo, e la versione Racing, forse per la ricerca esasperata della massima leggerezza, non è dotata di miscelatore
Freni Nissin completano il quadro delle dotazioni che sono nel complesso di alto livello.
Ho trovato la Beta RR 300 Racing, una moto davvero “pronto gara” adatta al pilota con esperienza, che si adatta però anche all’amatore più smaliziato capace di spingerla a ritmi importanti, dove questa moto si esprime con grande fluidità e facilità di guida.
Il talento italiano colpisce ancora!!
Cosa mi piace
- linea e livrea
- ciclistica
- propulsore/carburatore
- dotazioni
Cosa non mi piace
- in realtà di questa moto mi è piaciuto sostanzialmente tutto. Unico neo la mancanza del miscelatore che ormai è uno standard a cui siamo abituati
Motore
Cilindrata/Alesaggio/Corsa | Monocilindrico 292,6 cc / 73mm / 69,9mm |
Rapporto di compressione | 11,63:1 |
Distribuzione | N.D. |
Alimentazione | Carburatore |
Lubrificazione | A miscela |
Raffreddamento | A liquido |
Cambio | 6 marce |
Frizione | Bagno d’olio a dischi multipli |
Ciclistica
Telaio | Acciaio al molibdeno con doppia culla sdoppiata sopra luce di scarico |
Serbatoio | 9,5 Lt. |
Sospensioni tipo/corsa | Forcella a steli rovesciati ø. 48 mm 295mm/ monoammortizzatore 290mm |
Freni ant/post | Disco wave 260mm/Disco wave 240mm |
Inclinazione canotto | N.D. |
Interasse | 1482 mm |
Altezza sella | 930 mm |
Ruote | 90/90-21” – 140/80-18” |
Peso in ordine di marcia | 103,5 kg |
Testo: Edoardo Tommassini
Tester: Edoardo Tommassini – Marco Ciofi
Foto: Andrea Migliorati Photographer
Video: Insta360 Alpa Distribution
Abbigliamento:
Stivali: TCX Boots Comp Evo2 Michelin
Completo: Ufo Plast Indium Blu – Just1 J-Flex Aria White – Grey
Casco: Airoh Aviator Ace – Just1 J18 Pulsar Fluo Yellow-White-Black
Maschera: Just1 RIS