Erfoud – L’atmosfera è quella dei grandi rally. Complicità e amicizia fra i piloti, voglia di chiacchierare a fine tappa e di confrontarsi, e di sicuro gli argomenti non mancano. Come quell’ultimo, o forse penultimo, waypoint oggi, quando alla fine della speciale mancavano meno di cinque chilometri. “Che rabbia mi fa” ammette Alessandro Botturi al traguardo – “stava andando tutto bene e perdere tempo così mi scoccia”.
Il pilota del team Africa Dream di Claudio Zago ha viaggiato quasi tutto il giorno con Maurizio Gerini ed erano insieme anche quando hanno sbagliato: “Partivo tre minuti dietro Gerry e l’ho ripreso dopo una quarantina di chilometri. Lo visto cadere sulle dune, un bel volo, per fortuna senza conseguenze, e dopo abbiamo sempre viaggiato insieme. Sulle dune lasciavo andare avanti lui perchè sulla sabbia è veloce e guida bene, sulle piste invece passavo davanti io che interpreto meglio il terreno, le buche, le tante spaccature. La sabbia sta diventando soffice e i guadi, due oggi, fanno sempre un po’ paura perchè non sai che cosa troverai sotto. Si vede sabbia attraverso l’acqua ma è facile incappare in una roccia, o in una buca”.
Per fortuna è andato tutto bene oggi, in entrambi i tratti cronometrati, fino appunto, agli ultimi chilometri. “Siamo arrivati su una nota che non era facile da interpretare e abbiamo seguito una direzione per prendere il wpt ma purtroppo non era quella giusta. Hanno sbagliato praticamente tutti in quel punto, ma noi abbiamo perso almeno venti minuti…senza quelli oggi sarei sicuramente nelle prime posizioni”.
Ma Bottu non si scoraggia, il lumezzanese sa che mancano ancora tre tappe alla fine della gara e domani si parte per la marathon, con una prima tappa senza assistenza alla sera e un bivacco in mezzo al deserto marocchino. “Ieri ci hanno fatto punzonare le gomme – nuova regola per i primi dieci della classifica – e non le abbiamo potute cambiare, ma stasera i meccanici metteranno tutto a posto. Domani partiamo per la prima parte della marathon e alla sera ce la dovremo cavare da soli, quindi la mia Yamaha andrà preservata il più possibile”.
Con un’ora in meno rispetto all’Italia i piloti stanno aspettando la consegna del road book per mettersi subito al lavoro e scoprire che cosa li aspetta per domani.
La descrizione fornita dall’organizzazione ASO, la stessa della Dakar, parla di quasi 230 chilometri tutti di speciale fino al bivacco che sarà sotto le stelle e lontano da tutti. Le speciali anche domani saranno due : la prima con un terreno più accidentato e la seconda impestata per navigazione e road book.