100 miglia, ovverosia circa 160 km tra le verdi distese in procinto della imminente fioritura
Cosa vi potrebbe far pensare tale contesto? Sicuramente non a ciò che segue…
Domenica 27 febbraio la campagna veneta ha ospitato la reunion delle protagoniste indiscusse tra le motociclette enduro degli ani 80 e 90.
Un periodo sicuramente fiorente per la casa di Iwata Yamaha che, con i monocilindrici 4 tempi a partire dai 125cc fino al 660 cc, diede alla luce le migliori moto dell’epoca.
L’ambiente motociclistico e la caratteristica tipica del motociclista ha ben poco a riguardo con ciò a cui siamo abituati oggi giorno.
La comodità, il progresso della tecnica e la facilità d’uso accompagnata da una grande comunicazione hanno portato il mondo delle due ruote ad adattarsi sempre più alle aspettative e sogni del conducente alzando così i numeri.
Ma ci sono stati tempi in cui non si parlava di manopole riscaldabili, cambio automatico e intimo tecnico; il massimo che potevi avere era una pedivella al lato destro se ti andava bene e per la semplice accensione dovevi sapere quello che facevi.
La massima ascesa per questa categoria era sognare di raggiungere posti infiniti con quello che c’era, con quel che si poteva seguendo su Italia1 le gesta eroiche dei dakariani come Hubert Auriol, Picco, Orioli e tanti altri che, con la loro sportività e amicizia, hanno vissuto sicuramente una competizione diversa da quella che è oggi.
Come non citare il mondo del cinema?
Il quale ci faceva sognare una ribellione verso l’ingiustizia e i soprusi a suon di impennate e guadi da attraversare in sella a una Yamaha XT 250 con un John Rambo rigorosamente in canotta immune da qualsiasi sofferenza.
È sullo strascico di questi miti e di questo mondo ancora ammaliante per molti che questo gruppo di irriducibili si è riunito, domenica, presso la macelleria Zanette 2000 a Pianzano di Godega di S.Urbano (TV).
Da qui un lungo percorso tra fossati, vigne e argini da cavalcare.
Erano presenti le migliori glorie dalle TT350 alle 600, le più comode XT e anche qualche bicilindrico e moderna intrufolata nella mischia.
Non sono mancati gli imprevisti, tra cui: alza valvole spezzate, infinite pedate alla pedivella in cerca della magia dell’avviamento, qualche caduta ma alla fine dei giochi è risultata una magnifica parata in memoria di queste compagne di viaggio che ancora sanno regalare emozioni.
Qui non ci sono scuse, non esistono tasti magici che facilitano la vita del motociclista, l’avviamento te lo devi meritare con la giusta dedizione al mezzo, quelle poche cose da osservare ma che devi tenere sott’occhio se non vuoi penare e sudare.
Belle ma dannate!
C’è chi le ama e chi le odia
Insomma, una vera e propria storia d’amore per questa gentaglia dalla calciata bella “ignorante” che hanno trovato il meritato sollievo nel tardo pomeriggio nel piazzale di partenza per una rifocillata a base di salumi come buona tradizione veneta vuole.
A vederle non si direbbe ma queste vecchie glorie dalle linee squadrate e dal motore pigro hanno ancora voce in compagnia di un buon tassello, si adeguano ai paesaggi che ci circondano e regalano ancora belle scampagnate unendo vecchie e nuove generazioni le quali ritrovano probabilmente in esse qualcosa di sperduto.
Testo: Patrizio Rosolen