Zontes 310T Crossover: “Little China”

In un panorama motociclistico composto da mezzi sempre più sofisticati, elettronici, potenti ma anche sempre più costosi e inarrivabili, si collocano motociclette ben costruite, dotate di un know-how spesso condiviso con altre moto europee o giapponesi, proposte a prezzi contenuti e con componentistica di riguardo.

È il caso della piccola ZONTES T310 Crossover, oggetto del nostro test, effettuato in terra Toscana e più precisamente nel bellissimo territorio di Lucignano (Ar).

La “cinesina”, arrivata in Italia grazie alla Distribike di Rignano sull’Arno, è un piccolo concentrato di tecnologia e ottima qualità costruttiva.

E sì, perché oramai va ammesso: l’industria cinese non è più quella di una volta, cioè la copia scadente del prodotto europeo e soprattutto italiano; trattasi ormai di un manufatto che gode di una propria autonomia ingegneristica che sviluppa e produce il proprio progetto per marchi ben più blasonati del mercato occidentale.

La petite Zontes, totalmente autoprodotta dal colosso Guangdong Tayo Motorcycle Technology, già dal primo impatto visivo presenta sovrastrutture di ottima qualità costruttiva.

Leve in ergal ricavate dal pieno, tubolari paramotore con belle saldature, paramani di alluminio ergonomici, plastiche di ottima qualità e accoppiate ottimamente, uno scarico sovrapposto uno in due molto accattivante, cerchi in lega da 17, forcellone in alluminio “nervato” in stile ktm e tanto altro…

Molto ricca la dotazione di serie, da far invidia alle più blasonate maxi enduro attualmente in commercio. A partire dal sistema keyless, al plexiglass regolabile elettronicamente con un comando dal manubrio, all’apertura del tappo benzina e allo sgancio rapido della sella sempre attraverso comandi elettronici al manubrio, passando poi per un cruscotto TFT chiaro e leggibile, doppia mappatura motore, abs BOSCH, fari full led; insomma

na piccola che mostra i muscoli e si presenta al vecchio continente senza tanti complessi di inferiorità.

Come va

La moto è di dimensioni “ristrette”, proporzionata alla motorizzazione costituita dal piccolo mono da 35 cv e 30 Nm di coppia (guidabile dai neopatentati).

È mignon ma incredibilmente abitabile e anche per i piloti che sfiorano il metro e novanta di altezza; la guida è tutt’altro che scomoda e compressa. Si riesce ad angolare bene le gambe, la seduta in sella è ben eretta e centrata e il manubrio ha una perfetta posizione di guida. Leve al manubrio e alle pedane ben azionabili.  

L’abbiamo provata sia su sterrato che su strada e in ambedue le situazioni si trova perfettamente a suo agio. Nonostante la ruota da 17 non propriamente adatta all’off-road, la Zontes T310 ha ben figurato nei passaggi su strade sterrate risultando equilibrata e facile nell’inserimento, con una buona propensione alla derapata, anche la guida in piedi è apparsa agevole; la leggerezza gioca a favore, e gli appena 160 kg di peso la rendono  maneggevole e facilissima da condurre.

Su strada si esprime ancora meglio

Il ridotto motore monocilindrico, sempre di produzione Zontes, raffreddato a liquido, bialbero 4 valvole, con iniezione elettronica Delphi, dotato di contralbero di bilanciatura, è totalmente privo di vibrazioni ed ha una erogazione tonda e progressiva.

Ovviamente le doti di coppia non sono certo quelle di un 1.000 e questo lo si avverte soprattutto in uscita di curva quando si va a chiedere un surplus di potenza della quale è carente, tuttavia considerata la leggerezza e la facilità d’inserimento e percorrenza, si riesce a sfruttare praticamente sempre la totalità dei cavali così da potersi divertire sui passi di montagna mantenendo un ritmo di tutto rispetto.

La ciclistica della moto è “sana” ed equilibrata. La moto inserisce benissimo senza tentennamenti e non richiede correzioni di traiettoria. Scorre lineare e le sospensioni interagiscono ottimamente con il telaio in alluminio, trasmettendo sicurezza e stabilità complici i pneumatici CST, anch’essi di produzione cinese, che hanno mostrato ottimo grip!

Le sospensioni non sono regolabili in idraulica, solo sul posteriore hanno la regolazione del precarico. Hanno una buona taratura di base, adatta alla tipologia di moto, salvo per una regolazione dell’estensione troppo libera che fa rimbalzare la moto sulle asperità, problema che si avverte sia su strada che in off-road.

Pur “strapazzandola” sia on che off orad, la frizione e il motore non hanno ma mostrato cenni di cedimento e soprattutto mi ha stupito la totale assenza di rumorosità meccanica e costruttiva. Anche sulle buche o sullo sterrato le plastiche, il plexy, la catena, hanno mostrato qualità e robustezza negli accoppiamenti e nei materiali. 

Solo il cambio in alcuni momenti è risultato un po’ “impuntato” e duro negli inserimenti. 

Unico inconveniente riscontrato è stato il surriscaldamento del freno posteriore che ha portato al blocco della ruota, problema causato sicuramente da un posizionamento della leva più idonea alla guida con scarpe da ginnastica che allo stivale da turismo, ma risolto prontamente con una bottiglia di acqua versata nella pinza e nel disco per raffreddarli. 

La moto è di per se una “urban” cross over che non disdegna i trasferimenti a corto raggio, dimostrandosi piuttosto protettiva dall’aria e sufficientemente comoda e dinamica.

In definitiva, se siete neopatentati alle prime armi, se volete un mezzo divertente e pratico per muovervi in città in alternativa al comune scooter o se volete avvicinarvi al mondo delle crossover con poca spesa e buon ritorno qualitativo, la Zontes può essere una scelta azzeccata!

Cosa mi piace

  • Linea e proporzioni
  • Qualità delle plastiche e dei materiali costruttivi
  • Assenza vibrazioni

Cosa non mi piace:

  • Freni migliorabili
  • Cambio poco preciso


Testo e test: Edoardo Tommassini 
Foto: Andrea Migliorati Photographer
Video: Marco Ciofi
Abbigliamento: Clover Dakar WP uomo
Stivali: TCX Baja Gore-Tex
Casco: Airoh Commander White Gloss

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