Scrambler eggs

A metà degli anni cinquanta in America si iniziò a mischiare (to scrumble) moto stradali con manubri alti e pneumatici da off-road per permettere di percorrere più agevolmente le strade sterrate che confluivano verso i ranch. Dopo pochi anni questa moda prese piede anche in Europa e tutte le maggiori case motociclistiche misero in produzione i propri modelli “Scrambler” suscitando grandi interessi a livello commerciale.

produttori italiani che all’epoca riscossero grandi successi, oggi ripropongono nei cataloghi delle versioni delle proprie moto che richiamano i fasti e le linee di quei tempi.

Abbiamo paragonato tra loro tre modelli già noti al mercato che avessero una caratteristica in comune: la cilindrata di 500 cc; sono la Benelli Leoncino, la Fantic Caballero e la SWM Six Days. In realtà hanno un’altra caratteristica saliente in comune: montano tutte cerchi da 19” all’anteriore e 17” al posteriore.

Non sono moto votate ai lunghi viaggi e nemmeno a lunghe percorrenze in off-road; non hanno prestazioni da super sportive non sono comode per viaggiare in due; offrono poca protezione al vento e sono minimali anche nelle sovrastrutture, però sono divertenti, semplici e facili da usare per gli spostamenti di tutti i giorni con un plus: un prezzo abbordabile. 

Benelli Leoncino Trail: La più equilibrata

È l’unica del lotto a utilizzare un motore bicilindrico 4t in linea raffreddato a liquido che eroga circa 48 cavalli (500 cc). Questo permette di tenere velocità di crociera leggermente più sostenute delle concorrenti oltre a una maggior ripresa, a scapito però di un peso più elevato.

I cerchi a raggi da 17” al posteriore e 19” all’anteriore garantiscono un’ottima guidabilità su strada e la percorrenze di strade inghiaiate in tutta tranquillità; anzi: un “polso esperto” può tranquillamente divertirsi facendo lunghe derapate controllate.

Le sospensioni sono rigide ma assorbono bene le asperità; la frenata è potente soprattutto all’anteriore dove è installato un doppio freno a disco da 320 mm mentre al posteriore troviamo un disco da 260 mm.

Il cruscotto, se pur minimale, risulta essere completo di tutti gli indicatori essenziali ed è ben leggibile.

Molto particolare la struttura in tubi di acciaio del telaio a traliccio che ingloba anche la parte posteriore del porta targa. La sella, molto comoda, crea con il manubrio e le pedane una triangolazione ottimale anche per piloti di medio-alta statura, risultando comunque di seduta bassa e agevole per appoggiare tranquillamente i piedi a terra.

Il grande fanale anteriore a LED assume un aspetto futuristico quando si accendono le luci di posizione che disegnano un fascio luminoso a forma di arco.

SWM Six Days: la più easy

Se vuoi vivere l’esperienza scrambler basandoti sul concetto della moto spartana, la SWM Six Days rappresenta il perfetto stereotipo.

Motore monocilindrico 4 tempi da 445, 3 cc raffreddato ad aria/olio con 30 cv di potenza (risulterà strano ma è l’unica moto con cui siamo riusciti a impennare!!!) e cambio a 5 marce.

L’impianto frenante è sufficientemente proporzionato al rapporto peso/potenza della moto; all’anteriore viene istallato un disco da 260 mm mentre al posteriore la dimensione scende a 220 mm. Cerchi a raggi con grandezze identiche alle concorrenti 19” ant – 17” post. Le sospensioni di taratura molto morbide, si sono rivelate comode nella guida in fuoristrada e senza intervenire sulle regolazioni, ci sono sembrate oneste anche nell’uso stradale.

La strumentazione molto essenziale, resta fedele allo stile retrò del mezzo e incorpora un tachimetro a lancetta e le spie di benzina e olio.

Oltre al telaio monotrave a doppia culla in tubi in acciaio a sezione circolare, troviamo una sella larga dalla seduta piacevole e un manubrio alto che permettono una guida con il busto eretto.

Il grande fanale anteriore rigorosamente a lampadina, incastonato all’interno di una mascherina tondeggiante, rievoca spudoratamente i fasti dei tempi in cui SWM spadroneggiava nella regolarità.      

Fantic – Caballero: la più gettonata

Fantic propone la propria scrambler rievocando la mitica Caballero e lo fa con uno stile e un’estetica curata nei minimi dettagli.

Monta un motore monocilindrico 4t raffreddato a liquido da 449 cc con 40 cv di potenza con un’erogazione molto lineare e ottimo allungo. Dall’aspetto fortemente racing si può immaginare una indole fuoristradistica, in realtà è la più stradale del lotto; manubrio basso e ammortizzatori rigidi la rendono agilissima nei passi appenninici ma un po’ meno comoda nell’off-road se il percorso è disseminato di buche e gradini.

La frenata è ottima in qualsiasi situazione grazie al disco da 320 mm di diametro all’anteriore e 230 mm al posteriore montati rispettivamente su cerchi a raggi da 19” all’anteriore e 17” al posteriore. 

Il cruscotto digitale multifunzione è molto compatto e moderno, risulta ben leggibile e incorpora un contagiri a LED non troppo pratico “al colpo d’occhio”, per le ridotte dimensioni dei diodi.  

Il telaio è un monotrave in acciaio al cromo molibdeno che si impernia sul forcellone attraverso una piastra in alluminio ben lavorata, dove trovano ancoraggio anche le pedane poggiapiedi.

Molto particolare il posteriore che vede un parafango minimale sporgere poco oltre la sella, mentre il portatarga è sostenuto a sbalzo da un telaietto in acciaio verniciato.

Full LED il comparto fanaleria.

Le nostre impressioni su asfalto

In città sono agevoli nel traffico, si tocca bene con i piedi in terra e con un bauletto o con delle borse appropriate, diventano comode come uno scooterone.

Nei percorsi extraurbani il punto di forza è la maneggevolezza, si piega bene in curva e si imposta la traiettoria voluta senza grosse difficoltà nonostante le gomme semi-stradali. Nel misto la Fantic-Caballero con l’impostazione di guida più raccolta, è quella che ci ha regalato maggiori emozioni, mentre nel tratto di superstrada che abbiamo affrontato, il bicilindrico Benelli permette di mantenere una velocità di crociera più elevata.

Le nostre impressioni in fuoristrada

Nel fuoristrada la sicurezza di poter toccare bene i piedi a terra è un aiuto non indifferente, ne è testimone la nostra tester Elena che da esperta “stradista” non aveva mai messo prima le ruote in sterrato.

Nelle strade “bianche” si fa presto a farsi prendere la mano del gas, sono stabili e trasmettono sicurezza. Per la poca escursione delle sospensioni e per il fatto che sono scomode da guidarsi in piedi, quando si affrontano percorsi più impervi, bisogna prestare attenzione e ridurre drasticamente la velocità. In questo tipo di percorsi, la SWM Six Days si è dimostrata quella più a suo agio.

Conclusioni

Chi ha qualche capello bianco e la passione per la moto sin quando era bambino, ritrova in queste moto il fascino di guidare senza l’elettronica, senza l’esasperazione delle prestazioni e soprattutto il gusto di godersi la scampagnata fuori porta, provando il piacere di guardare i paesaggi attraversati.

Chi ha la fortuna di essere più giovane, difficilmente  ne apprezza le caratteristiche fino in fondo, ma certamente questo segmento è propedeutico per chi si avvicina alle due ruote per la prima volta.

Per tutte l’unico sistema di sicurezza attivo presente è l’ABS, mentre su Benelli e Fantic è facilmente escludibile tramite un pratico pulsante, nella SWM questa operazione non è possibile nemmeno quando siamo in off-road.

Pregi

  • Benelli Leoncino Trail: guidabilità
  • SWM Six Days: rapporto qualità/prezzo
  • Fantic-Caballero: estetica

Difetti

  • Benelli Leoncino Trail: peso
  • SWM Six Days: vibrazioni
  • Fantic-Caballero: calore del tubo di scarico vicino alla gamba

Prezzi

  • Benelli Leoncino Trail: 5.990 €
  • SWM Six Days: 4.990 €
  • Fantic-Caballero: 6.590 €

Testo: Pietro Bartolomei
Tester: Pietro Bartolomei – Dario Lupini – Elena Donati
Foto: Andrea Migliorati Photographer
Video: Marco Ciofi

Abbigliamento uomo: CLOVER DAKAR WP Uomo
Abbigliamento donna: HEVIK Giacca Scirocco lady – Jeans Memphys Donna – Casco Demi-Jet Nautilus
Stivali: TCX Baja Gore-Tex
Video realizzati con: Midland Action-cam H9

Si ringrazia Motor Shop Mengozzi di Arezzo

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