Suzuki V-Strom 650 XT ABS – La sport-adventure con il “becco”

Quando abbiamo preso accordi con Suzuki Italia per la prova della V-Strom 650 XT ABS, abbiamo chiesto che fossero montati degli pneumatici tassellati. La scelta è ricaduta sulle Anlas Capra X , una gomma che conosciamo bene dopo averla testata qualche mese fa e che ci garantiva un’ottima resa su questa tipologia di tracciato.
Il nostro banco prova era la partecipazione alla Harditaroad, 850 km in fuoristrada da Trento a Trieste da farsi tutti in una lunga tirata di circa 32 ore.

Durante le operazioni preliminari, il dubbio di aver sottovalutato l’evento ci aveva assalito. Noi eravamo affascinati dalla bellezza dalle moto specialistiche, ex Dakariane e da quelle super-accessoriate per affrontare la durezza del percorso, mentre i partecipanti che si avvicinavano incuriositi erano quasi increduli del fatto che avremmo partecipato al raid con una sport-adventure di serie dotata di borse laterali (35 l di capienza ciascuna).
Durante il trasferimento verso Trento, avevamo avuto modo di apprezzare la facilità di guida e la maneggevolezza del mezzo ma non avevamo la più pallida idea di come si sarebbe comportata in off-road, comunque la sella bassa e il fatto di poggiar bene i piedi a terra ci infondevano fiducia.
La nostra “giallona” esteticamente ha il becco pronunciato e un capiente serbatoio da 20 l che si rifà alla progenitrice DR Big, moto che negli anni ’90 faceva sognare gli appassionati di rally africani, per il resto ha tanti aggiornamenti e soluzioni che condivide con la sorella maggiore da 1.000 cc.
Il bicilindrico da 645 cm³ adotta gli standard euro 4 e si è evoluto migliorando sensibilmente i bassi e medi regimi, quelli che abbiamo maggiormente sfruttato durante la prova. I nuovi pistoni con rivestimento anti attrito contribuiscono a mantenere bassi i livelli di inquinamento e riducono sensibilmente i consumi. Riguardo a questi ultimi, abbiamo riscontrato livelli di autonomia importanti, riuscendo a completare l’intero percorso con soli 2 rabbocchi e un consumo di circa 25 km per litro, grossolanamente calcolati. Un contributo importante su quest’aspetto viene dall’utilizzo del sistema d’iniezione SDTV (Suzuki Dual Throttle Valve) di cui la moto è dotata. Elemento distintivo è il telaio in alluminio a doppia trave, cosi come l’impianto di scarico completamente riprogettato dal sound molto contenuto ma dall’acuto sportivo, che armonizza perfettamente con il resto della moto.
Abbiamo montato un apparato di rilevamento GPS per seguire la traccia e ci è tornata molto utile la presa a 12 v posizionata in prossimità della strumentazione digitale per garantirne l’alimentazione durante tutto il viaggio. Con una semplice chiave a brugola siamo intervenuti sulle 4 viti di fissaggio per abbassare completamente il cupolino, per l’utilizzo in fuoristrada preferiamo tenerlo basso in modo che sia di meno ostacolo contro eventuali rami. Ci premuniamo anche di escludere il sistema Traction Control attraverso la consolle dei comandi, mentre l’ABS non è possibile estrometterlo ma, dopo averci un po’ preso la mano, non lo abbiamo trovato troppo invasivo.

Pochi i km necessari per uscire dalla città e inizia subito lo sterrato, prendiamo confidenza con l’erogazione e la frenata, le forcelle assorbono bene le asperità e infondono sicurezza anche sullo sconnesso, il mono arriva facilmente a fondo corsa quindi ci fermiamo un attimo per aumentare il precarico della molla, dopo l’intervento non tampona più e iniziamo a divertirci esibendoci in qualche traverso in uscita di curva.
Da segnalare il dispositivo che in più occasioni ci ha tolto da qualche impaccio, il “Low RPM assist”, il sistema che scongiura lo spegnimento accidentale del motore, in buona sostanza non appena viene azionata la leva della frizione, in automatico aumentano i giri del motore evitando che quest’ultimo si spenga, molto utile quando si viaggia a basse velocità o si è in procinto di superare ostacoli.
Per tutta la fase notturna ci siamo affidati all’impianto di illuminazione a LED di serie, molto potente e con un fascio di luce alquanto ampio soprattutto quando vi era la necessità di azionare gli abbaglianti che contemporaneamente mantenevano in funzione anche gli anabbaglianti.
Il fatto che la moto abbia già istallati i paramani e un avvolgente paramotore, si è rivelata una soluzione indispensabile nell’affrontare questi percorsi oltre che imprimere un aspetto più aggressivo al veicolo. A completare il look racing, troviamo i cerchi tubeless a raggi da 19” all’anteriore e da 17” al posteriore completamente anodizzati color oro.

La semplicità con cui questa moto si fa condurre, coadiuvata da una ciclistica sincera che trasmette stabilità, ci ha permesso di portare a termine questa estenuante manifestazione nonostante lo scetticismo iniziale da parte di molti partecipanti. Non è stato rilevato nessun inconveniente durante gli 850 km di off-road percorsi, eccezion fatta per una foratura dovuta a un chiodo conficcatosi nel copertone, un ottimo riscontro per chi è propenso all’acquisto ed intenzionato ad affrontare anche viaggi importanti. Non avendo mai viaggiato per cosi tante ore di fila, c’era il forte rischio di ritrovarsi di sera con il “posteriore” indolenzito, invece la struttura della sella ci ha reso più confortevole questa avventura.
Harditaroad conquistata!

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Testo e foto: Pietro Bartolomei

Per questa prova abbiamo utilizzato:
Moto: Suzuki V-Strom 650 XT ABS
Abbigliamento:
Giacca: Tucano Urbano mod. Field Jacket Multitask
Guanti: Tucano Urbano mod. Dogon
Casco: LS2 mod. Subverter
Occhiali: Ariete mod. Adrenaline
Stivali: Stylmartin mod. Matrix

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