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Queen Trophy 2021: God save the Queen

Il prossimo anno sarà difficile alzare ancora l’asticella: sarebbe dura già solo mantenere questo livello di emozioni, di cibo, di percorsi e di paesaggi eppure ormai, non so come, so già che rimarrò stupito ancora.

Così chiudeva il nostro articolo che parlava del Queen 2020.

Ebbene sì: i ragazzi del mc Pepe Bevagna, con il Queen 2021, ci hanno stupito ancora!

Il Queen Tropht, alla quarta edizione, è davvero uno degli eventi più incredibili di fuoristrada non specialistico.
Ormai gli ingredienti non sono più un segreto: fuoristrada “senza fine”; tre percorsi di diversa difficoltà incontrare le esigenze di tutti; merende, pranzi e cene gargantueschi e, nuovamente, un’alba da togliere il fiato.

Tutta la magia di questi tre giorni inizia a Bevagna, uno di quei borghi medievali umbri che starebbe bene sulle copertine della Lonely Planet con la sua fontana, le sue chiese e la sua piazza magica da cui parte l’evento.

Da quella piazza in poi, una volta staccata la frizione, sarà tutta libidine fatta di terra, sassi e polvere, a patto di aver scelto il percorso giusto per le proprie capacità!

Cesare e i soci del motoclub, infatti, “regalano” ai partecipanti la possibilità di poter scegliere tra un percorso standard (non soft!) sul quale basta una minima preparazione fuoristradistica per divertirsi senza pensieri né bisogno di specifiche competenze.

Salendo di difficoltà, viene proposto un percorso hard  adatto a chi guida normalmente il bicilindrico in fuoristrada e vuole godere di percorsi anche tecnici, ma pur sempre paesaggisticamente appaganti.

Last but not least il percorso expert, un anello di congiunzione tra l’enduro e l’adventouring: asfalto ridotto al 15%; tratti che, se affrontati con un bicilindrico, richiedono una tecnica di guida avanzata; il tutto per una giornata in moto totalizzante, in cui anche le pause fotografiche sono ridotte all’osso.

Alla luce di queste differenze, centrare la traccia adatta è fondamentale! Tuttavia ogni partecipante sa di poter contare continuamente sullo staff, sempre a disposizione per dispensare consigli a riguardo!

Verso i Sibillini

Il primo giorno la destinazione è Norcia, il cuore dei monti Sibillini ferito dal terremoto a cui il Queen aveva già fatto visita nel 2019.

Non pensate male… se, infatti, il Queen non ripete mai lo stesso itinerario, questa volta ci si giunge dalla Val Nerina, attraversando Cerreto di Spoleto, Mucciafora e una serie di borghi abbandonati dall’uomo e dispersi in mezzo a montagne bellissime come il Monte Maggio.

Purtroppo una “doccia” improvvisa complica il passaggio, richiedendo spirito d’avventura e tanto impegno, in particolar modo sui tratti più impervi. Solo i più veloci la scampano, godendo di questa località incredibile con il sole e il cielo terso.

Venerdì la giornata termina presso il “Casale degli amici”: una cena con lo stesso squisito menù di due anni prima per poi congedarsi e andare tutti a nanna.

Nessuno, però, al momento dei saluti sa che dietro il ghigno serale degli organizzatori si nasconde un secondo giorno fuori da ogni logica per quanto riguarda i panorami e il piacere alla guida…

Sabato

Il sabato mattina partiamo dalla piazza centrale di Norcia sotto le nuvole, liberandocene salendo in quota: bastano 30 km per ritrovarsi su un “mare lattiginoso” che riempie la valle. Il cielo è azzurrissimo, non c’è una nuvola sopra: sono tutte sotto i nostri piedi.

Proseguiamo fino alla sella della fonte Cerasa dove i partecipanti, con gli occhi pieni di colori e di bellezza, si domandano trasognanti se siano in Mongolia o in Montenegro: una sella ampia, i monti della Laga davanti, i Sibillini dietro e l’erba dorata da un’estate torrida tutto intorno.

Eravamo in paradiso e ci eravamo giunti in moto, per la porta principale.

Discendiamo tra pascoli erbosi “in punta di tassello” per non disturbare, raggiungendo il primo ristoro ove la tradizione culinaria si mostra dirompente: trippa, fagioli e chi più ne ha più ne metta… non esattamente la dieta dell’atleta, ma non si viene in questi posti per avere l’addominale scolpito.

Una volta sollazzati, riprendiamo il cammino in fuoristrada sopra Borbona, diretti ai piani di Cascina e poi su fino ai 1500m di piani di Mozza. Siamo nuovamente su una sella altissima, cambiando valle per la terza volta in un continuo di fuoristrada che non sembra finire mai.

Scendiamo “finalmente” sull’asfalto, giungendo a Sella di Corno nel Lazio, ma quella indolente striscia nera la attraversiamo soltanto, ci aspetta subito l’ascesa ai piani di Rascino, che affrontiamo ripidamente per questo tratto hard, su un fondo incoerente fatto di sassi grandi e medi, tornanti e controtornanti. Guadagniamo quota fino a uscire dal bosco e affacciarci su di un terrazzo naturale incredibile con i prati dello stesso Rascino ai nostri piedi.

Ettari di “nulla” con al centro un lago frastagliato: il posto è irreale almeno quanto la giornata che stiamo vivendo.

Torniamo giù ancora, direzione Lago del Salto e torniamo in vetta verso la sella del Rifugio Velino, senza riprendere fiato: un po’ per fuoristrada impegnativo (totale per gli expert), un po’ per la bellezza.

Infine abbandoniamo la quota in direzione Antrodoco, pre riprenderla in un castagneto con un tracciato “superflow” pieno di curve ampie e ghiaiose “da paura” che ci conducono direttamente nella piazza di Cittaducale: l’ombelico d’Italia (o così dicono).

La seconda tappa termina, lasciandoci senza parole per descriverlo… tanta, troppa roba da vedere in un giorno solo.

Sabato sera insieme a cena si celebra il concorso The Queens of the Queen che premierà le due moto più belle con degli stivali omaggiati dalla Stylmartin

Tantissime le moto da togliere il fiato, tra cui una Zaira ex Kapriony, diverse Gilera una più bella dell’altra. Il vincitore della categoria special è Edward, linglese, con un’AfricaTwin Rd04 “kittata un po’ Boano un po’ con componenti autocostruiti”, mentre la categoria standard premia Paolo, proprietario di una Honda CL 77 degli anni ’60: davvero bellissmo vederlo “zompettare” con il sorriso sui sassi del percorso hard con una moto del genere.

Cena, concorso, saluti e adrenalina: sì, perché la domenica mattina ci aspetta la poesia massima del Queen. Come da tradizione, Cesare ci tirerà giù dal letto presto, prestissimo.

La partenza è prevista alle 5.

E Alba fu

Fuori è buio, abbiamo dormito quattro ore o poco più, la voglia di girarsi e riposare è tantissima, ma con un colpo di reni ci tiriamo giù dal letto, prendiamo la moto e ci dirigiamo sotto le stelle in cima al Terminillo per la colazione al rifugio Sebastiani.

Arriviamo in cima giusto in tempo per l’alba, il cielo si tinge di rosa, in breve tutto diventa dorato, i colori rubano spazio al buio della notte e la magia delle albe del Queen Trophy ripaga ogni sforzo.

Lo avevamo provato lo scorso anno sul monte Catria, quast’anno lo rièetiamo sul Terminillo:

ogni volta in cui il Queen Trophy ti chiede uno sforzo, che sia una salita difficile o una levataccia, stringi i denti e fallo, perché non ti verrà mai chiesto nulla più di quello che ti verrà ridato indietro.

Discesi dal monte, il nostro viaggio prosegue per i piani di Cottanello: un pezzo di Albania posta al confine tra Lazio ed Umbria.

Intorno a noi maialini bradi, ricoveri di pastori ormai abbandonati (o forse no), una foresta bellissima da attraversare:

ma dove diavolo siamo?

La traccia ci porta a Narni, ospiti presso la bellissima rocca Albornoziana che domina la valle dall’alto, ove facciamo merenda. Da qui proseguiamo per i monti Martani: un lungo e piacevole ritorno su stradoni bianchi e rossi appesi alle pareti dei monti. Tratti di fuoristrada lunghissimi che conducono a Bevagna per il pranzo conclusivo.

In poco tempo abbiamo esplorato località incredibili, abbiamo portato la nostra voglia di avventura lungo percorsi davvero tosti per chi voleva mettersi alla prova con la traccia expert e ugualmente bellissimi per chi voleva goderseli sulla tratta standard.

Una macchina organizzativa ormai rodata che offre sempre la garanzia di accompagnarti per tre giorni in paradiso.

Quest’anno si sono superati: hanno già in testa il percorso del prossimo anno (dicono) e non vorrei essere nei loro panni…superarsi ancora pare impossibile, ma hanno già accettato la sfida, come ogni edizione. E, come ogni edizione, non la vogliono assolutamente perdere.

Testo: Dario Lupini
Foto e video: Dario Lupini – Marco Ciofi

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