La Valsusa su sterrato

Finalmente, dopo tante settimane passate a studiare le cartine e a leggere racconti su internet, è arrivata l’ora di partire. La domenica è dedicata al trasferimento. Carichiamo le moto sul furgone, ne abbiamo due per ciascuno. Una Yamaha TT 600 del 1991 e una Yamaha XT 550 del 1982, che utilizzeremo per i percorsi più facili e due moto da enduro, una Husqvarna TE 310 e una BMW G450X, nel caso ci sia qualche percorso più impegnativo.
Partiamo per la Valsusa carichi di entusiasmo e di idee. Alloggeremo in un B&B in posizione centrale a Sauze d’Oulx ed il progetto è di esplorare giorno per giorno il reticolo delle famose strade militari sterrate dell’Alta Valsusa, costruite dal Genio Militare tra il ‘700 ed il primo ‘900 a servizio dei forti e delle caserme che servivano a difendere i confini nazionali dagli attacchi dei francesi. Una parte di questo straordinario patrimonio è ormai andata perduta, ma rimangono ancora i resti di tante strutture e una buona parte delle strade sono ancora percorribili ed aperte al traffico, in discrete condizioni.
Nei nostri progetti ci sono il Colle delle Finestre, la Strada dell’Assietta, i Monti della Luna, la Punta Colomion ed il Forte Bramafam, la Galleria dei Saraceni, il Forte Jafferau, il Forte Föens, il Colle del Sommeiller, la Valle Argentera, il Lago del Moncenisio.. chissà se basterà il tempo per andare dappertutto e se il meteo sarà clemente con noi.

GIORNO 1: Colle delle Finestre e Strada dell’Assietta
Ci svegliamo al lunedì mattina di buonora, con il sole che fa capolino dalla finestra. La sera prima avevamo deciso di iniziare la nostra avventura con il famoso tragitto che collega il Colle delle Finestre con la Strada dell’Assietta, fino a Sestriere, quasi interamente su sterrato. Data la semplicità del percorso, che si snoda per lo più in piano e con un ottimo fondo stradale, decidiamo di partire con TT ed XT. Percorriamo la statale fino a Susa e, superato l’abitato di Meana di Susa, iniziamo la salita al Colle delle Finestre, famosa per essere stata tappa del Giro d’Italia. La strada ha una lunghezza di 18,7 km, un dislivello di 1.692 m, una pendenza media del 9% e ben 33 tornanti. Dopo un attimo il sole viene nascosto dalle nubi e noi veniamo sorpresi da un acquazzone improvviso, che termina ancor prima di realizzare che dovremo indossare il completo antipioggia.
Dopo una lunga serie di stretti tornanti asfaltati in mezzo al bosco, la strada si fa sterrata e gli alberi si diradano, lasciando il posto ai pascoli, man mano che si sale in quota. Dopo alcuni chilometri di strada a serpentina, raggiungiamo i 2.176 m slm del Colle delle Finestre. Dopo una breve sosta, in cui abbiamo modo di arrampicarci sul tetto del Forte delle Finestre, ripartiamo verso la Strada dell’Assietta, percorrendo qualche chilometro di trasferimento su asfalto. Da lì a poco, ci troviamo ad imboccare la strada, che sale dolcemente lungo la pendice della montagna fino ai 2.472 m del Colle dell’Assietta e da lì prosegue in leggera discesa fino a Sestriere. Si toccano in successione i colli Lauson (2.497 m), Blegier (2.381 m), Basset (2.424 m), Bourget (2.299 m).
Superato il bivio con la deviazione che scende a Sauze d’Oulx, proseguiamo verso Sestriere in leggera discesa, lungo un bel tratto panoramico e senza particolari difficoltà tecniche. Ritorniamo al B&B dopo aver percorso complessivamente 113 km, di cui 42 di sterrato.

GIORNO 2: Monti della Luna e Madonna del Cotolivier
Martedì la giornata inizia con il cielo coperto e con previsioni incerte, così decidiamo di non rischiare con i percorsi più spettacolari, quali il Sommellier e lo Jafferau, per evitare di trovarci in quota con la foschia e perderci i paesaggi mozzafiato di cui tanto avevamo sentito parlare.
Decidiamo quindi di uscire con TT e XT e dirigerci a Cesana Torinese, verso i Monti della Luna. Soltanto quando arriveremo nel cuore di questa zona montuosa dell’alta Val Susa, capiremo perchè vengono chiamati così: ci si trova immersi in uno scenario irreale, brullo, con un continuo alternarsi di creste, depressioni, alture, che nel suo grigiore ricorda il suolo lunare. Partiamo da Sauze d’Oulx e raggiungiamo tramite strada asfaltata la frazione Bousson di Cesana Torinese. Nel giro di pochi chilometri la strada inizia a salire e diventa sterrata. Dopo qualche tornante incontriamo un incredibile raduno di Renault 4 con targa francese che, con tanto di road book, tentano di salire fino ad un rifugio lungo la strada. La colonna è bloccata, perchè alcune di esse si sono fermate e non riescono più a salire. Le superiamo e raggiungiamo il Lago Nero a quota 2020 m e subito dopo il Rifugio Capanna Mautino. Veniamo colti da uno scroscio di pioggia, ma decidiamo di proseguire ugualmente. La strada si fa più impegnativa, ripida, viscida e con grosse pietre affioranti. L’XT ed il TT con le mousse se la cavano egregiamente e noi continuiamo a salire. Il paesaggio man mano si trasforma e sembra di essere capitati in un’altra galassia. Ad un certo punto vediamo le indicazioni per il Lago Gignoux e, non vedendo cartelli di divieto, decidiamo di procedere. Il lago, situato in territorio francese a 2329 m, è chiamato anche Lago dei 7 colori, per le tonalità cangianti delle sue acque che vanno dal blu intenso al verde chiaro. Proseguiamo lungo un percorso che si fa via via sempre più ripido e sconnesso, fino a trasformarsi in un sentiero. Ci limitiamo ad ammirare il lago dall’alto, per non intralciare gli escursionisti che salgono lungo il sentiero. Dopo una lunga sosta per le foto, torniamo a scendere per il ripido percorso, seguendo le indicazioni per il Colle di Bercia, a 2179 m. Da lì scendiamo lungo una sterrata a servizio degli impianti di risalita fino alla frazione di Sagna Longa a 2013 m e poi nuovamente verso Cesana Torinese.
Non avendo impiegato moltissimo tempo, prima di rientrare decidiamo di passare da Oulx e salire fino alla Cappella della Madonna di Cotolivier a quota 2104 m. Si tratta di un bel percorso sterrato che sale a tornanti, dapprima in mezzo alla pineta e successivamente in mezzo ai pascoli. E’ una strada poco conosciuta e non incontriamo anima viva. Negli ultimi chilometri ci troviamo immersi nella nebbia e la guida diventa più impegnativa perchè il fondo stradale si fa via via più dissestato. Il tratto finale è ripido e segnato da profondi solchi tracciati dall’acqua piovana. Dopo aver fatto la foto di rito, decidiamo di scendere e rientrare perchè la nebbia si fa sempre più fitta. Abbiamo percorso complessivamente 85 km, di cui 40 di sterrato.

GIORNO 3: Punta Colomion, Passo della Mulattiera, Forte di Bramafam
Il terzo giorno al nostro risveglio ci sorprende la pioggia, contrariamente alle previsioni meteo. Incerti sul da farsi, rinunciamo a tentare la scalata allo Jafferau ed al Sommeiller e decidiamo di uscire con Husqvarna e BMW, dirigendoci verso la Punta Colomion (2017 m). Raggiungiamo tramite strada asfaltata la frazione di Puys nel comune di Beaulard e facilmente troviamo le indicazioni per la strada sterrata che porta verso la Punta Colomion. A tratti piove e a tratti la pioggia lascia il posto ad una fitta nebbia. La salita nel bosco è divertente: lunga, moderatamente ripida, con fondo duro e sassi. Nell’ultimo tratto sale la nebbia e la visibilità è scarsa, quando arriviamo nello spiazzo sulla cima riusciamo a malapena a fare qualche foto. Avevamo letto che da Punta Colomion parte una strada che conduce al Passo della Mulattiera (2204 m). Già il nome non può lasciare un endurista indifferente, dunque decidiamo di cercarla. Troviamo l’imbocco della strada e ci avviamo. Sarà il tratto più divertente e impegnativo di tutta la nostra avventura. La strada all’inizio è quasi in piano ed in discrete condizioni, il fondo è il vecchio lastricato militare, un po’ sconnesso. Dopo poche centinaia di metri la strada inizia ad arrampicarsi e a diventare sempre più stretta, quasi un sentiero. Alla nostra sinistra ci sono centinaia di metri di strapiombo, che intuiamo soltanto negli attimi in cui una folata di vento squarcia la nebbia. Superiamo con cautela un paio di tratti franati, forse sarebbe saggio tornare indietro, ma decidiamo di proseguire ugualmente verso la caserma che scorgiamo in cima alla salita che fa capolino tra la nebbia, per scomparire immediatamente quando la nuvola che sale dal fondo della vallata torna ad infittirsi. L’ultimo tratto è più semplice, attraversa un pianoro erboso e la strada nuovamente in buone condizioni prosegue con dei bei tornanti in salita. Arriviamo ad un belvedere in prossimità della caserma, ma per raggiungerla bisogna ancora percorrere uno stretto e ripido sentiero in cresta. Lorenzo prova a salire con la BMW e io lo seguo a piedi. La cima è sferzata da un vento gelido e poco dopo inizia di nuovo a piovere, quindi decidiamo di scendere rinunciando a raggiungere la caserma. Si fermano invece ancora un po’ un paio di motociclisti tedeschi saliti dopo di noi. Durante la discesa veniamo colti dalla pioggia, con vento ed anche qualche chicco di grandine che rimbomba sul casco. Torniamo senza effettuare soste a Punta Colomion, dove ci fermiamo a mangiare nell’unico locale presente, completamente deserto. Dopo esserci asciugati un po’ accanto alla stufa accesa, ripartiamo scendendo verso il Forte Bramafam, tramite una lunga e ripida discesa, tutta sterrata e fangosa, che si snoda nel bosco. La foresta è attraversata da una infinita serie di tornanti a gomito con una discesa di circa 700 metri, che in parte coincide con una pista di downhill. La strada permette di raggiungere il Forte Bramafam, una delle più grandi opere fortificate della fine del XIX secolo delle Alpi Cozie, eretto per difendere la linea ferroviaria Torino-Modane ed il traforo ferroviario del Fréjus. Noi, essendo coperti di fango dalla testa ai piedi, non entriamo a visitarlo e decidiamo di rientrare a Sauze d’Oulx. Abbiamo percorso 51 km, di cui 20 di sterrato.

GIORNO 4: Galleria dei Saraceni, Monte Jafferau, Forte Föens
Il giovedì le previsioni meteo sono buone, perciò decidiamo finalmente di salire al Monte Jafferau: Partiamo con TT ed XT verso Salbertrand, dove imbocchiamo la famosa Strada Militare 79 “Fenil-Pramand-Föens-Jafferau”. Essa è stata costruita dal Genio Militare negli ultimi anni del XIX secolo, per collegare in successione i forti Fenil, Pramand, Föens e Jafferau. La strada presenta una galleria a U lunga 876 m, costruita nel 1925 per prevenire il continuo crollo di massi sulla strada, conosciuta come “Galleria dei Saraceni”. Dopo qualche km di salita sterrata raggiungiamo il Colletto di Pramand, ma per ragioni di tempo non facciamo la deviazione verso l’omonimo forte. Proseguiamo fino alla galleria, che è completamente buia e umida per via delle consistenti infiltrazioni di acqua. La luce fioca del fanale del TT non è sufficiente per procedere, quindi ci siamo muniti di un faretto a led ancorato al manubrio. Dopo l’uscita della galleria raggiungiamo i ruderi dell’accasermamento Seguret e successivamente intersechiamo il bivio con la strada che proviene da Bardonecchia, attraverso il Forte Föens. Dall’incrocio a quota 2.316 m saliamo per un lungo e ripido tratto in costa fino al Col Basset a 2.596 m. Da questo punto panoramico la strada sale fino al baraccamento Colletta Jafferau, una caserma che poteva ospitare fino a 200 uomini. Il fondo stradale è sconnesso, costituito da pietre disposte a coltello nel terreno e occorre prestare attenzione negli ultimi tornanti che portano allo spiazzo sulla cima. Da qui è possibile salire ancora fino ai 2.805 m del Forte Jafferau. Di questa struttura costruita a fine ‘800 rimangono le postazioni degli otto cannoni con gli angoli di puntamento e il portale d’ingresso dove c’era il ponte levatoio. Lo spettacolo in vetta spazia a 360° sulle montagne circostanti ed è veramente mozzafiato. Decidiamo di scendere verso i Bacini Fregiusia, per compiere un percorso ad anello. Il primo tratto è molto stretto e ripido, con fondo dissestato, e scende sotto la seggiovia con bruschi ed incalzanti zig zag. Successivamente la strada entra nel bosco e le pendenze diminuiscono, fino quasi a spianare. Arrivati ai bacini, decidiamo di proseguire su sterrato, risalendo lungo una strada con ripidi tornanti fino ai 2.216 m del Forte Föens. Dopo una sosta al forte, proseguiamo in leggera salita fino al bivio che scende a Savoulx, con una ripida discesa di circa 1000 m di dislivello e 13 km di tornanti. Da Savoulx rientriamo al B&B attraverso la strada statale. Abbiamo percorso complessivamente 66 km, di cui 42 di strada sterrata.

GIORNO 5: Colle del Sommeiller
Il venerdì mattina il sole splende ed il cielo è terso, le condizioni sono perfette per tentare la salita più spettacolare fino ai quasi 3000 m del Colle del Sommeiller. Si tratta di uno dei punti più alti d’Europa raggiungibili dai mezzi motorizzati, tramite una meravigliosa strada costruita negli anni ’60 a servizio del rifugio e degli impianti per lo sci estivo che esistevano sul ghiacciaio Sommeiller, ormai chiusi da decenni a seguito del ritirarsi del ghiacciaio. Noi partiamo con Husqvarna e BMW, avendo sentito dire che la salita è lunga e dissestata. Il percorso inizia a Bardonecchia ed è lungo circa 26 km, con un dislivello di 1.711 m, per la maggior parte su sterrato. La pendenza media è del 6,5%, con punte del 20%. Lo sterrato, nella prima parte poco impegnativo, inizia nei pressi della diga di Rochemolles e prosegue con minima pendenza fino al pianoro alla base dell’imponente Rognosa d’Etiache, dove si trova il Rifugio Scarfiotti a quota 2.165 m. Da qua la strada (a pedaggio), prosegue con una spettacolare salita a zig zag fino al Piano dei Morti, che regala una vista incredibile sulle Alpi circostanti. Gli ultimi chilometri sono i più impegnativi, a causa del fondo sconnesso, con grosse pietre taglienti. La strada sterrata si arrampica fino al piazzale in cima al passo, sul confine con la Francia. Dà lì una staccionata impedisce di proseguire in moto, così raggiungiamo a piedi il piccolo lago ed i resti del ghiacciaio a quota 3.009 m.
La discesa avviene lungo la stessa strada, perchè sul versante francese del colle esiste solamente uno stretto sentiero pedonale che scende verso Bramans. Dopo una tappa al rifugio per il pranzo, rientriamo a Sauze d’Oulx, avendo percorso in totale 83 km di cui 39 su fondo sterrato.

GIORNO 6: Colle e Tunnel del Parpaillon
Si è purtroppo ormai avvicinata la fine della nostra vacanza. Siamo molto soddisfatti perchè siamo riusciti a percorrere tutte le strade sterrate più famose e spettacolari della Valsusa, ci rimane però ancora un giorno completo e siamo incerti se andare nella zona del Lago del Moncenisio, oppure nella Valle Argentera. Alcuni ciclisti però ci hanno parlato della strada del Tunnel del Parpaillon in Francia. Incuriositi, decidiamo di optare per quest’ultima possibilità. La distanza è tale che sicuramente non ci conviene arrivare fin là in moto, quindi carichiamo TT ed XT sul furgone e raggiungiamo la località di Mont-Dauphin in Francia, attraverso il Colle del  Monginevro. A quel punto scarichiamo le moto e ci avviamo su asfalto fino a La-Condamine-Chatelard, attraverso il bellissimo Col de Vars. Seguiamo le indicazioni per il Tunnel du Parpaillon e, dopo qualche km, troviamo la strada sterrata. Il primo tratto è molto semplice, largo e quasi in piano. Dopo alcuni km, attraversato un ponticello di legno, inizia la vera e propria salita al tunnel, lungo una strada militare piuttosto stretta e ripida, con fondo dissestato, non semplicissimo da affrontare. La salita è molto panoramica, sul fianco della montagna, ed improvvisamente a poche decine di metri dalla cima, si vede il foro del tunnel, scavato alla base della montagna. Il tunnel si trova poco sotto la sommità del colle a 2.783 m e fu costruito dal Genio Militare francese a partire dal 1891. La galleria scavata nella roccia è lunga circa 500 mt. ed è completamente buia. All’inizio non si vede l’uscita perchè è in leggera pendenza. Arrivati dall’altra parte sullo spiazzo, incontriamo una comitiva di una quindicina di moto italiane che si apprestano ad affrontare la galleria. Ci fermiamo a chiacchierare e scopriamo che sono un gruppo di enduristi provenienti da tutta Italia, che stanno facendo gli stessi percorsi che abbiamo fatto noi in questi giorni. Dopo uno scambio di foto e commenti sulle rispettive moto, noi iniziamo la discesa sterrata che porta a Crevoux, simile alla salita sull’altro versante ma leggermente meno ripida e sconnessa. Prima di Crevoux ritroviamo l’asfalto ed imbocchiamo la strada che ci riconduce a Mont-Dauphin, dove abbiamo lasciato il furgone. Siamo davvero felici di avere aggiunto ai nostri percorsi questo tragitto in terra francese, che si è rivelato uno dei più spettacolari della nostra vacanza. Abbiamo percorso in moto 102 km, di cui soltanto 25 su sterrato. Ma è sicuramente valsa la pena di fare tanta strada, perchè il percorso del Parpaillon è davvero molto interessante.

La vacanza purtroppo è finita… Alla domenica mattina non ci resta che caricare il furgone e dirigerci a malincuore verso Torino, con la promessa di ritrovarci l’anno prossimo per esplorare le strade sterrate delle Alpi Cuneesi e la famosa Via del Sale.
Durante questa indimenticabile settimana, abbiamo percorso in totale circa 500 km di cui 208 di solo sterrato. Si sarebbero sicuramente potuti concentrare in meno giorni gli itinerari percorsi, ma abbiamo scelto di dare molto spazio alle soste per le fotografie e i video per non perderci nemmeno un dettaglio di questi luoghi meravigliosi.

Testo: Tiziana Beltramo
Foto e video: Tiziana Beltramo – Lorenzo Zanette

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