La nuova “Husky” 701. Let’s rock!

It’s only rock and roll… but i like it

Zero convenzioni. Tanta adrenalina, sudore, braccia alzate e dito medio verso l’infinito: se dovessi paragonare la Husqvarna 701 a un genere musicale sarebbe sicuramente un sano e aggressivo rock’n roll!

Se si è in cerca di una moto senza compromessi, che possa portare su impervie strade di bosco o “curvoni” e asfaltati passi di montagna, così come al mare con la fidanzata, la scelta è sicuramente questa.

Il design

La “dual” monocilindrica con residenza Mattighofen è un concentrato di emozioni che partono dall’impatto visivo, presentandosi con un look davvero molto particolare e personale. La “Husky” 701 non assomiglia a nessun’altra, non ha vie di mezzo: o ti piace oppure no; le linee spigolose, le geometrie inusuali, il faro di ispirazione anni “90”, la forma allungata la rendono quasi una scultura post moderna.

Ha una linea slanciatissima, complice la forma della sella che percorre verticalmente tutta la moto, dal cannotto all’attacco del codino posteriore, dove è posizionato il bocchettone della benzina. Il  serbatoio è posto lateralmente, contrapposto allo scarico.
Una soluzione geniale sia dal punto di vista estetico che dinamico, in quanto ciò permette un’ottimale distribuzione dei pesi in ordine di marcia, e la possibilità di utilizzare la sella in tutta la sua lunghezza.

Posizione

La posizione di guida è piuttosto avanzata ma le gambe trovano comunque una giusta collocazione, grazie anche all’appoggio sulle pedane che risulta saldo e confortevole. Il manubrio è largo e dà una bella sensazione di manovrabilità. Risulta un tantino basso per i piloti di medio/alta statura, soprattutto nella guida in piedi, ma la cosa è facilmente risolvibile con l’adozione dei risers di rialzo in dotazione nel catalogo power parts enduro.

Peso

Complice tanta leggerezza (pesa appena 140 kg) e dimensioni di poco superiori a quelle di una tradizionale moto da enduro “special”, risulta a suo agio su tutti i terreni. Ovviamente la versione da noi provata, nelle bellissime colline di Civitella in Valdichiana (Ar), è votata più all’enduro, con la dotazione del cerchio anteriore da 21 pollici e la gommatura di primo equipaggiamento, le super performanti Continental TCK 80.

Il test

Ma andiamo ad analizzarla portandola, inizialmente, su tratti off road: la prima sensazione che si prova è quella di un ottimo controllo generale. Le sospensioni WP serie Xplorer con la 48 sull’anteriore, anche se escono  con una taratura piuttosto sostenuta, copiano bene, non impuntano e risultano progressive e ben reattive; hanno ben risposto alle piccole regolazioni di idraulica migliorando molto la reazione della moto sulle asperità.

Incredibilmente agile nei tratti più impervi e instabili, è molto bilanciata e lo si avverte nei tratti di “single track” dove trasmette ottime sensazioni di equilibrio dinamico ed è molto prestante sui sentieri di pietra, anche piuttosto impegnativi.

La “Husky” 710 permette di avventurarsi su tratti di enduro “vero” senza troppa fatica, e la bassissima percezione delle “inerzie” da parte del motore aiutano molto. Anche nei lunghi tratti di off-road veloce si esprime ottimamente. Esce prepotentemente l’animo di rallista, tanto da far pensare che questa moto sia stata progettata per questo uso.

Una trasformazione ad hoc, con torre porta strumenti e settaggio dedicato (Rally Kit Adventure PRO), la renderebbe di sicuro una compagna di avventure infallibile. Riesce a mantenere velocità di tutto rilievo sui lunghi stradoni sterrati, grazie all’assetto solido e alla possibilità di stringere bene le gambe sui fianchi della motocicletta; è agile e precisa in fase di inserimento e di percorrenza sia negli ampi curvoni sia nei tornanti più stretti.

In tutto questo gioca un ruolo di primo piano il granitico motore di progettazione KTM: il super collaudato monocilindrico con potenza di circa 75 cv, tanta coppia, tanta progressione e una sensazione di inerzia praticamente nulla, tanto che sembra avere una cilindrata di 350 cc e non di 700 cc. Costantemente evoluto negli anni, la versione 2020 ha la testa 4 valvole con mono albero e ben due contralberi di equilibratura, di cui uno di fronte all’albero motore e l’altro nella testa del cilindro che annullano totalmente le vibrazioni.

Con questo motore e con questa ciclistica, nonostante la ruota da 21” e la gommatura non propriamente stradale, la moto ha dato sensazioni di grande stabilità su asfalto.
Adottando una guida stile “motard”, con il peso del corpo spostato fin quasi a toccare il manubrio, grazie alla sella che avanza fino quasi al cannotto di sterzo, si riesce a girare le curve con velocità e precisione incredibili.

Ciò che colpisce maggiormente è la stabilità dell’anteriore, letteralmente incollato all’asfalto

Anche la ruota posteriore mantiene un’aderenza ottimale, grazie anche al sistema di leveraggio del mono  denominato “Pro -Lever Linkage”.
La derapata arriva solo se “richiesta” dal pilota. Non c’è mai una reazione repentina o incontrollata che può mettere in crisi; al contrario, trasmette una bella sensazione di controllo che dona sicurezza e divertimento.  

Negli spostamenti “fuori sella” risultano molto utili i maniglioni posteriori, sia in uso off che per le manovre parcheggio. Si deve fare molta attenzione però all’ingombrante (ed esteticamente poco gradevole) finale di scarico, che non avendo protezioni ed essendo troppo vicino al maniglione, può provocare dolorose scottature alle dita (esperienza diretta).

Problema facilmente risolvibile con l’installazione del meraviglioso finale di scarico Akrapovic a disposizione sul catalogo Huskvarna.

La chiave di volta della moto si riassume in un’unica parola: “semplicità”

Semplicità dinamica, semplicità di gestione elettronica, semplicità visiva. Con la Husqvarna 701 appare tutto molto semplice ed intuitivo.
La gestione delle mappe e il quadro strumenti è di derivazione enduristica, la stessa adottata dalle sorelle “minori” serie FE/TE. Un piccolo selettore posto sul lato sinistro del manubrio permette di scegliere tra mappa 1 o mappa 2 e la disattivazione del traction control.

L’ABS può essere disinserito con la semplice pressione del pulsante sul cruscotto. Unica nota è che allo spegnimento del quadro con la chiave, avviene un reset delle impostazioni TC e ABS. La mappa, invece, resta quella selezionata.

Cosa mi piace

  • Agilità e leggerezza
  • Spinta del motore
  • Versatilità
  • Linea 

Cosa non mi piace

  • Estetica e poca protezione del finale di scarico 
  • Posizione del manubrio 

Prezzo: 10.790 €

Testo: Edoardo  Tommassini
Foto: Andrea Migliorati Photographer
Video: Marco Ciofi
Abbigliamento: Clover DAKAR WP uomo
Casco: Airoh Twist
Interfono: Midland BTX2 pro S – Walkie-Talkie dual band Midland XT70 

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