La mia Tunisia

Partenza fissata all’alba da Grezzana (VR) con direzione porto di Genova, dove ci imbarcheremo sul traghetto , che dopo 24 ore  di navigazione ci porterà a Tunisi. Siamo una bella squadra, in 18 per questa avventura. Arriviamo in porto, prepariamo i documenti ed arriva il nostro turno per caricare e legare le moto nella stiva; l’appuntamento dopo aver fatto il check-in è fissato sul ponte per  il breefing… Nooo, per bere “il prosecco del Re”, portato appositamente da casa e legato sulla moto in un contenitore con ben 21 bottiglie.

Appena sbarcati, passiamo la dogana, facciamo una sosta d’obbligo al cambio valuta e finalmente in strada verso la città di Monastir posta sul mare e fondata nel 180 d.c. e dove sorge un bellissimo mausoleo dedicato al primo presidente della Tunisia. Appena parcheggiate le moto veniamo letteralmente assaliti da bambini che vogliono vedere e salire sui Nostri mezzi, con i Loro genitori che scattano foto a più non posso.

L’indomani si parte alla volta di El Jem famoso per il suo anfiteatro romano, dove hanno girato alcune scene del film “Il gladiatore”. Iniziamo ad interagire col popolo e a capire il loro sistema di guida, cioè ovunque! Passano in contromano, carretti col mulo, ragazzini in Ciao o motorini scassati che sbucano dappertutto e animali vari che completano il quadro. Qualche chilometro di strada e arriviamo al mare per il pranzo, vicino Djerba, famosa località di vacanza. Riprendiamo la strada e iniziamo a vedere qualche collina, scopriremo poi che si tratta del deserto di roccia. Ci inoltriamo all’interno e dopo qualche curva e paesaggi lunari arriviamo a Ksar Hadada, cittadina dove le abitazioni sono costruite da fango, sassi e paglia. Troviamo l’alloggio poco distante. Nella zona di Tataouine si trova la moschea bianca dove beviamo un tipico te alla menta, troviamo anche un ufficio postale e curiosi delle tempistiche, spediamo una cartolina. Parliamo con la gente assaggiamo anche le “corna di gazzella”, tipico dolce fatto con pasta di mandorle e miele. Quando ci si mette in fondo al gruppo è entusiasmante vedere questo biscione di moto seguire le strade. E’ di nuovo ora di far pausa e tra couscous e qualche gelato, pranziamo, mentre ci accingiamo a visitare le tipiche case berbere, sembrano dei formicai, grotte scavate nella terra per ripararsi dal caldo e rese famose dal film “Star Wars”. Si rimonta in sella ed è la volta del vero deserto di sabbia, percorrendo una strada lunga 70 km perfettamente dritta che ci porta a Ksar Ghilane, oasi alle porte del Sahara. Parcheggiamo le moto e noleggiamo del quad per vedere il tramonto sulle dune. Spettacolare, infinito, immenso non so come definire questo territorio quasi astratto. L’emozione è tanta e la condividiamo a tavola mentre si cena, non prima di aver fatto un bagno nell’oasi però; anche l’alloggio è a tema, questa notte si dorme in tenda!

Alzarsi, far colazione nel deserto è una sensazione unica, subito dopo ripartiamo per un altro bellissimo paesaggio, il lago salato di Chott El Cerid presso la città di Kébili. Un pullman arrugginito è simbolo di questo luogo in cui siamo stati anche noi, colori surreali e orizzonti senza fine, rendono le foto uniche. Arriviamo nella città di Tozeur dove andiamo a visitare la Medina e decidiamo di trascorrere la notte.

Il viaggio prosegue verso delle oasi di montagna, anche queste rese famose per l’ambientazione di un film, stiamo parlando di “Indiana Jones”. Per visitare uno dei canyon arriviamo fino a 500 metri dal confine con l’Algeria. Oggi ci attende un pranzo veramente particolare: entri in una macelleria, scegli tra agnello, pesce o quaglia, la dai al ragazzo addetto alla griglia che te la porta appena cotta, per essere mangiata senza posate.

L’ultima notte la trascorriamo a Kairouan che con la sua grande Moschea è capitale religiosa della Tunisia e quarta città dell’Islam.
In mattinata percorriamo gli ultimi chilometri per raggiungere il traghetto di ritorno per Genova per poi proseguire verso casa.

Che dire… La Tunisia resa sicuramente celebre dalle varie scenografie  cinematografiche, ha una identità forte ma di basso profilo e con una grandissima dignità, che adesso è un po’ anche nostra!

Testo e foto: Luca Sauro

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