Kyrgyzstan tra Mongolia e China

Kirghizistan! Sapevate dell’esistenza di questo paese? Io no, almeno fino a quando Dmitri non mi ha inviato un messaggio via internet invitandomi a partecipare a un Enduro Tour in Kirghizistan. Ero entusiasta ma avevo qualche dubbio perché non sapevo nulla di questa nazione. Durante i nostri contatti Dmitri mi ha inviato foto e informazioni sulla sua bellissima patria, sulle sue moto, sulle pensioni, etc. Dopo quasi 5 mesi di scambio di e-mail, abbiamo finalmente deciso di incontrarci a Copenaghen per conoscerci di persona. Dmitri si è rivelato essere un simpatico russo appassionato di Enduro. Dopo averlo incontrato mi sono sentito rassicurato e sapevo che presto avrei guidato una KTM-690 in Kirghizistan.

Alla fine di giugno, cinque di noi (tre svedesi e due americani) sono atterrati all’aeroporto internazionale di Manas non lontano da Bishkek – la capitale della Repubblica del Kyrgyz. Dmitri è venuto a prenderci e ci ha portato in un grazioso albergo non lontano dalle montagne. Qui, nel cortile, ci aspettavano cinque moto KTM-690. Dopo la colazione e un po’ di riposo ci siamo vestiti, siamo saliti in moto e abbiamo seguito Artiom, la nostra guida. Durante la prima parte della giornata abbiamo attraversato alcuni villaggi godendo dei panorami dell’Alatau chirghiso, una catena montuosa, con picchi innevati sopra i 5000 metri. Lasciati i villaggi alle spalle, ci siamo inoltrati in una gola con un torrente e montagne su entrambi i lati. Era ormai l’ora di pranzo, così ci siamo fermati per mangiare alcuni panini, verdure fresche e frutta, gentilmente offerti da Dmitri. Dopo pranzo abbiamo continuato il nostro viaggio attraverso un lungo tunnel fino alla cima del passo Too Ashu (3180m) da dove abbiamo potuto ammirare il panorama mozzafiato della valle Suusamyr.
In serata abbiamo raggiunto la valle fermandoci in una pensione molto carina. Dopo una cena abbondante, sono andato a letto dormendo come un sasso. La mattina seguente dopo colazione, a cavallo delle nostre moto ci siamo diretti verso la nostra prossima destinazione: il lago d’alta quota Son-Kul. La strada sterrata attraversa i campi di grano e trifoglio dell’immensa valle Suusamyr e corre lungo la bellissima gola del fiume Kokomeren con le sue rupi rosse. Dopo il pranzo consumato nel villaggio di Chaek, proseguiamo per il lago Son-Kul che si trova ad una altitudine di 3016 metri ed è usato dai locali come pascolo estivo. Attraversato il passo Kara-Keche (3400m) siamo arrivati finalmente al nostro campo dove abbiamo incontrato degli altri motociclisti che attraversavano l’Asia centrale per raggiungere la Mongolia. Il tempo è cambiato iniziando a grandinare e noi ci siamo rifugiati in una yurta, la dimora tradizionale dei nomadi chirghisi.

Dopo una notte serena nella yurta, abbiamo lasciato il campo percorrendo una strada sterrata intorno al lago verso il passo Terskei-Ashu (3300m) e il villaggio di Naryn dove ceniamo a base di specialità locali come i manty (specie di ravioli ripieni), il lagman, tè verde e pane tondo “lepeshka/focaccia: delizioso! Una buona nottata di sonno e via di nuovo sulla moto per una giornata lunga e impegnativa con il maestoso passo Tosor (3900m) da travalicare. All’inizio abbiamo superato vari villaggi poi la strada è entrata in una gola e la strada si è trasformata in una pista rocciosa lungo lo spettacolare canyon coperto di conifere. Il paesaggio cambia nuovamente: ora ci muoviamo lungo la valle montuosa disseminata di yurte, mandriani chirghisi, mandrie di cavalli e yak, e greggi di pecore che pascolano pacificamente in lussureggianti e verdissimi prati. La strada va via via peggiorando, piena di rocce, sassi, detriti e torrenti che abbiamo dovuto guadare. Finalmente siamo arrivati sopra il passo circondati dai ghiacciai. Che vista! Era ventoso e freddo e abbiamo iniziato a scendere fino alla riva del famoso lago Issyk-Kul chiamato anche Lago Caldo. Riusciamo a raggiungere in serata l’hotel nel villaggio di Kaji-Say, dove incontriamo la nostra amichevole locandiera Natalia. Il giorno successivo lo abbiamo passato rilassandoci, percorrendo in moto la riva del lago, esplorando i canyon e le miniere di uranio sovietiche orami dismesse. Il nostro ultimo giorno lo abbiamo passato percorrendo la strada panoramica lungo la riva sud del lago e il canyon Boom facendo ritorno a Bishkek.

A conclusione di questa storia, devo dire che abbiamo trascorso sei incredibili giorni in Kirghizistan scoprendo un’altra destinazione emozionante per tutti gli amanti di Enduro!

Testo e foto: Johannes Kriisa

Per informazioni su questo tour:
Kalinyuk Dmitry
Sunny Tour Ltd.

E-mail: sunnytourasia@gmail.com-sunnytourasia@gmail.com

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