Io speriamo che me la cavo… alla ricerca dell’Aurora Boreale – Parte 1

C’è una frase che è il mio mantra, e chi mi ha accompagnato in questo viaggio ormai lo sa:

Seguite sempre i vostri sogni

Ed è così che è nata la mia avventura, in un momento in cui dei progetti di viaggio sono andati diversamente dal previsto ho deciso di dare forma a un sogno che tenevo da parte da qualche anno: vedere l’aurora boreale in sella alla mia moto e bivaccando quanto più possibile.

Così, in poco più di un mese, ho allestito la moto e il mio progetto ha avuto inizioLa moto…un KTM 690 R, un mezzo che per la sua conformazione non è adatta ai viaggi lunghi, ma lei non lo sa e li affronta comunque.

E allora via, con gomme tassellate, un bagaglio essenziale e qualche accessorio costruito al momento siamo partiti per 38 giorni di viaggio, circa 10mila km e qualche decina di gradi sotto zero…

Direzione Oslo

Il 2 dicembre ho caricato la moto e sono partito alla volta di Brescia, dove ho salutato gli amici del Moto Club Leonessa in compagnia dei miei due “angeli custodi”. La mattina seguente sono salpato in direzione Oslo, che ho raggiunto dopo 4 giorni e circa 1800km con imbarco a Frederikshavn. 
All’arrivo della nave a Oslo mi sono diretto sul ponte dove un’alba cristallina mi ha dato il buongiorno, accompagnata da un vento gelido nel paesaggio imbiancato e calmo del fiordo.

Dopo essere sbarcato e aver lasciato la moto nel parcheggio dell’ostello mi sono diretto verso il centro: amo girare a piedi i luoghi che visito e nei 3 giorni seguenti ho cercato di assaporare il più possibile l’essenza di questa città cosi affascinante, ricca, caotica e ordinata allo stesso tempo.

Due delle caratteristiche che mi hanno colpito maggiormente sono state la sua modernità perfettamente integrata con l’ambiente circostante e l’attenzione alla sostenibilità e alla qualità della vita, aspetti tipici dei paesi nordici ma che qui sono estremamente evidenti.

https://youtu.be/JuJez-BJ5aI

Visitando il Museo FRAM, dedicato alle esplorazioni polari, ho trovato maggiore motivazione nell’affrontare questa avventura. Aver visto con quali mezzi quegli uomini hanno raggiunto il Polo Sud e fatto ritorno in tempi lontani, ha fatto impallidire la mia attrezzatura moderna e mi ha convinto ancora di più che

la determinazione è alla base della buona riuscita di ogni progetto, anche il più ambizioso.

L’ultima sera trascorsa a Oslo l’ho dedicata alla preparazione della partenza, provvedendo al necessario per un paio di giorni in bivacco e chiodando le gomme: dall’indomani il viaggio sarebbe entrato nel vivo!

primi km sui chiodi sono stati un misto tra divertimento e tensione: un’esperienza nuova con la quale ho preso subito confidenza percorrendo quasi sempre strade secondarie completamente ricoperte di ghiaccio. Con quell’assetto la guida è stata persino divertente!

Prima della partenza mi ero detto che avrei guidato il meno possibile di notte, anche perché il faro del KTM non è famoso per la sua intensità, ma mi sono dovuto ricredere molto presto: con 4 ore di luce al giorno, considerando la velocità media di 70 km/h se non avessi guidato con il buio un mese non mi sarebbe bastato per terminare il viaggio!

Nel tragitto tra Oslo e Bergen sono rimasto stregato dal paesaggio che si è mostrato ai miei occhi: i fiordi ricoperti di neve che dal livello del mare salivano ripidi fino a 1500m, tra passi imbiancati, curve a gomito sul ghiaccio, laghi gelati…perdevo la cognizione del tempo e dello spazio. Bergen si è presentata ai miei occhi coperta da un manto candido in una giornata limpida e incredibilmente luminosa e i colori delle sue tipiche case sembravano ancora più brillanti a contrasto con il bianco della neve.

Dalla terrazza che sovrasta la città ho goduto di un tramonto infuocato che difficilmente potrò dimenticare; il sole calava rapidamente e la città si illuminava di mille luci dorate che la impreziosivano e le donavano un’atmosfera da favola e sembravano dire

Benvenuto in Norvegia, Davide.

Normalmente evito di visitare i posti prettamente turistici, ma per l’Atlantic Road ho fatto un’eccezione: dopo aver pernottato in una galleria (a riparo dal vento e del freddo, ne avevo avuto abbastanza le due notti precedenti di bivacco a -10°) ho percorso gli 8km della Atlanterhavsveien per ben 3 volte, godendomi come un matto salite, discese, curve, isolotti e un sole inaspettato.

Il bel tempo non è durato molto, i due giorni successivi sono stati infatti all’insegna della neve costante e le temperature si sono abbassate arrivando a -18°.

Ho deciso quindi di evitare le Lofoten e tirare dritto per Trøms alla ricerca dell’Aurora Boreale

Proprio lì in un campeggio, dopo una giornata di guida faticosa, appena uscito dalla doccia, vedo gli altri ospiti con il naso in su… ed eccola là. 
Inaspettata, magica, commovente
.

E il senso del mio viaggio era tutto lì, in quelle luci danzanti che coloravano il cielo per un tempo che sembrava infinito, a cui nessuna foto o racconto possono rendere giustizia. Non riuscivo a contenere l’emozione e la gioia, sensazioni che mi hanno accompagnato per tutto il resto del viaggio e che tornano sotto pelle ogni volta che rivivo la mia avventura: avevo realizzato uno dei miei sogni più grandi e lo avevo fatto a modo mio. Questo per me non ha prezzo.

Ancora stregato da tanta bellezza ho deciso di proseguire fino a Nordkapp

Nordkapp, una tappa che inizialmente non era contemplata nel mio itinerario. Tra vento forte e nevicate abbondanti ho attraversato l’altopiano che mi ha portato fino a destinazione con non poca fatica, raggiungendo il famoso mappamondo in un pomeriggio buio pesto.

Ma il bello doveva ancora venire.

Se arrivare a Capo Nord era stato faticoso, tornare indietro sarebbe stata un’impresa! Le raffiche di vento spostavano la moto rendendola ingestibile, buttandomi sui cumuli di neve a bordo strada e facendomi cadere un paio di volte -fortunatamente senza conseguenze- con la neve che fioccava copiosa. Dopo una trentina di km ho deciso di fermarmi, troppo stanco per proseguire in sicurezza.

(…) to be continued

Testo: Michela Bertocchi e Davide “il Girovago”
Foto: Davide il Girovago

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