L’Intrepida cicloturistica d’epoca è una manifestazione che si svolge ad Anghiari – Arezzo nel mese di ottobre e coinvolge un numero sempre crescente di appassionati (quest’anno oltre 1000) che a bordo di una bicicletta storica si cimentano in una pedalata nei luoghi più caratteristici e belli della Toscana, percorrendo strade spesso non asfaltate ricche di fascino e storia.
“La battaglia di Anghiari” è tra le maggiori opere di Leonardo da Vinci, un quadro che ritrae questi luoghi ove vi fu un epico scontro tra l’esercito fiorentino e milanese, era il 29 giugno 1440.
Dopo svariati giorni a cavallo dell’imponente Crosstourer 1200 Travel Edition DCT, macinando chilometri per capirne le qualità, ci siamo concessi il lusso di unirci all’“Intrepida”, immersi nel lunghissimo serpentone colorato e variopinto dalla miriade di costumi e travestimenti a tema, destando interesse e commenti di compiacimento. D’altronde è difficile passare inosservati con questa Travel Edition dotata di un tris di ampie valigie, rigorosamente in alluminio, capaci di contenere almeno un casco integrale ognuna.
Caratteristiche
Il telaio perimetrale pressofuso in alluminio è di ultima generazione e ha il giusto equilibrio per essere stabile e maneggevole in qualsiasi condizione. Il motore è il collaudato V4 Honda da 1.237 cc, dotato in questo caso di cambio a doppia frizione DCT (Dual Clutch Trasmission), ed eroga 130 cv di potenza massima.
Seppur con un’elettronica sofisticata, come il sistema antibloccaggio C-ABS che ripartisce l’azione frenante della leva posteriore combinandola in parte all’impianto anteriore – garantendo cosi una frenata sempre sicura o al controllo di trazione HSTC (Honda Selectable Tourque Control) regolabile a 2 livelli o completamente escludibile – non è associabile alla strumentazione digitale che abbiamo trovato sulla Africa Twin. Ricercato il sistema che regola il parabrezza, azionabile con la mano sinistra anche durante la guida tramite una pratica leva. A corredo delle dotazioni di serie della Travel Edition, anche il cavalletto centrale, la barra antiurto e i faretti fendinebbia a LED.
Le sospensioni non sono elettroniche ma possono essere facilmente regolabili sia in estensione che in compressione tramite gli appositi registri esterni.
Come va?
La domanda comune per chiunque ci abbia avvicinato chiedendo informazioni sulla moto è stata: «bella, ma con il cambio automatico si perde il gusto di guidare?».
Nel testarla ci siamo concentrati su quest’aspetto cercando di sottoporla a ogni condizione che potesse esaltare o sminuire le caratteristiche del cambio DCT. Alla fine siamo arrivati a considerazioni che ci portano a pensare a un futuro su vasta scala di questo sistema, perlomeno nelle grosse cilindrate e nei modelli Adventure e Turismo.
- 1° considerazione: chi si approccerà alla guida negli anni a venire non sarà condizionato dalle leve del cambio e della frizione come siamo stati noi che invece siamo cresciuti con questo sistema!
- 2° considerazione: la stragrande maggioranza di persone che acquista una moto appartenente a questo segmento lo fa per provare senso di libertà, viaggiare e poter esplorare luoghi difficilmente raggiungibili, non certamente per raggiungere prestazioni appartenenti alle supersportive.
Il sistema DCT offre diverse tipologie di prestazioni e personalizzazioni di guida; partendo dalla modalità Drive la moto cambia da sola in base al regime di giri del motore e alla pendenza del terreno, opzione ideale per la maggior parte delle situazioni, compresi i tratti in fuoristrada dove è importante concentrarsi esclusivamente sulla guida. Nella modalità Sport è possibile selezionare 3 crescenti opzioni di spinta del motore, la moto cambia sempre da sola ma sale il numero di giri a cui viene impostata la cambiata dalla centralina, permettendo così maggiori allunghi tra una curva e l’altra. Sia nella modalità Drive che nelle 3 modalità Sport resta opzionale la possibilità di scalare o aggiungere marce tramite comode levette poste sul manubrio. In buona sostanza possiamo anticipare una scalata prima che intervenga l’elettronica, cosi com’è possibile aumentare marcia prima di arrivare al numero di giri scelto dalla mappatura. Abbiamo trovato quest’opzione molto accattivante per la guida, soprattutto in scalata quando in prossimità di una curva o di un repentino sorpasso, anticipi la “centralina” e dai più forza al motore.
Ultima opzione offerta dal DCT è quella della cambiata manuale; in questo caso non siamo più assistiti da una cambiata elettronica ma bisogna assolutamente intervenire ogni volta sulle levette sopra citate per innescare il cambio velocità.
Il sistema DCT permette di scegliere il sistema di cambiata tra D-Sport-M anche con la moto in movimento, caratteristica non di poco conto!
Alla fine ce n’è per tutti gusti e per la maggior parte delle manette, senza tralasciare gli aspetti positivi che offre questo sistema, come quello di preservare il motore da fuorigiri o quello di poter cambiare a gas spalancato e, da non sottovalutare, una gestione parsimoniosa dei consumi.
Tornando all’Intrepida, alla conclusione del test, abbiamo trovato molti aspetti che associano questa Crosstourer 1200 Travel Edition DCT alla manifestazione cicloturistica d’epoca. Un carattere audace, dalla natura votata ai lunghi viaggi ma capace di affrontare con disinvoltura percorsi alternativi come le strade bianche, impavido di farci gioire per giornate indimenticabili all’insegna dei bei paesaggi e di un senso di rilassatezza dovuto all’assenza di vibrazioni e a una estrema facilità di guida.
Testo e tester: Pietro Bartolomei
Foto: MBfotopress
Per questa prova abbiamo usato:
Moto: Honda Crosstourer VFR1200X Travel Edition DCT
Abbigliamento:
Completo: giacca e pantalone Dainese Sandstorm
Stivali: Dainese Centauri
Guanti: Dainese Universe
Casco: Schubert E1