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Enduro in Umbria

Il motoclub Pepe Bevagna dell’inossidabile Cesare Pompei ci invita per una passeggiata enduristica di due giorni, nel cuore dell’Umbria? Come rifiutare da una proposta così allettante!

Ciliegina sulla torta la partecipazione anche di anche un nugolo di bergamaschi veri: quelli che “il tassello lo hanno nel cuore”, che da ragazzini avevano già a che fare con la regolarità e che, ancor oggi, hanno la “vena del gas aperta”.

Una buona parte di loro appartiene al Fast Team capitanato da Riccardo Valsecchi, giunti per un rendez vous annuale nei pressi di Foligno, a imperitura memoria di Maurizio Zucchetti, scomparso durante un motorally proprio in questi luoghi.

Il percorso e le tracce

Il giro è stato congegnato secondo due diverse modalità: il ricorso a delle “guide locali” oppure alla traccia GPS: così, noi, partiamo mettendo a punto una strategia pianificata in modo certosino al tavolino di un bar.

Essenziale è non perdere nessuno “in giro”, pertanto si sceglie un apripista che fa strada. Il secondo che lo tallona si fermerà al primo bivio, lasciando scorrere tutti gli altri seguendoli a ruota. L’iter si ripeterà a ogni biforcazione, alternandosi dietro al capofila e dando continuità alla guida.

Pur seguendo la traccia, realizzo che questa sembra essere stata approntata con un dispositivo diverso dal mio Garmin Montana: a ogni bivio con strade parallele non è mai chiaro quale sia il percorso giusto. Al mio fianco c’è tal Marco il quale, utilizzando lo stesso Garmin, riscontra le medesime inesattezze. Ne nasce un dialogo “silenzioso” fatto di sguardi e cenni complici a ogni cambio di direzione più “ambiguo”, cercando conforto e sicurezza reciproci. Marco è in gamba e dimostra ottime capacità di guida in sella alla sua VOR, sebbene un po’ datata.

Anche a pranzo, presso il ristorante “Il Castori” di Preci, la casualità ci mette vicini e si inizia a dialogare commentando i bei percorsi che l’Umbria regala.
Dato il mezzo che ha, la domanda sorge spontanea! Il parco moto che le diverse case offrono oggi è vasto, capace di accontentare tutti i gusti, così lui mi risponde di aver partecipato al progetto “VOR”, ricordando di aver sfiorato per ben due volte insieme con Mika Ahola, il titolo di campioni del mondo con una moto artigianale.

Le memorie non si fermano, anzi! Prosegue accennando all’esperienza in Vertemati prima e in Sherco poi.
Come in un vortice di racconti, a Marco fa eco il nostro “dirimpettaio”: Pasquale, 72 anni di pura velocità il quale tira fuori dal cilindro i propri trascorsi giovanili in SWM, DKW e Husqvarna (all’epoca ancora sotto l’egida dei f.lli Castiglioni), aggiungendo orgoglioso che suo figlio è oggi un meccanico KTM, legato a un pilota ufficiale del marchio.

Abbondantemente rifocillati, nessun riposo postprandiale, anzi! Si riprende “col botto” affrontando immediatamente un torrente in secca (la Cervara) che, poco dopo, ci fa digerire l’antipasto.
Al resto ci hanno pensato il caldo e il termine del percorso, costituito da gradini e profondi canali. Più che una “gita” sembra una gara a eliminazione: chi si “appoggia” su un lato, chi si incastra tra le pietre, chi sbaglia strada… Eppure, solo mezz’ora di fuori strada così intenso, ripaga la fatica con gran goduria.

Il salto del rifornimento

A seguito di questa finestra articolata e più complicata, un’epifania.

Ma… la benzina?

Il quadro strumenti ha ben oltrepassato i 110 km e tutti segnaliamo la riserva. Che l’estasi del giro e il divertimento ci abbiano distratti, tanto da non accorgersi del distributore? Eppure, nonostante i GPS diversi, nessuno pare aver visto niente, sebbene Cesare avesse garantito il passaggio da Villamagina di Sellano, proprio davanti al distributore della signora Bruna.

Con sguardo interrogativo ripieghiamo sull’asfalto, procedendo a velocità moderata per raggiungere la vicina Bevagna. Purtroppo gli scongiuri e l’escamotage non sono sufficienti e, a soli cinquecento metri dalla pompa di benzina, la mia moto dà forfait. Non troppo da lasciarla sul luogo, ma comunque provvidenziale l’aiuto dei ragazzi che mi spingono fino al self-service.

Un’ottima cena al sarcasmo

Il tutto rende ancora più agognata la cena che, a detta nostra, è ben che mai meritata. Poco prima ritagliamo un momento di tempo per un aperitivo con Luca (Lupo) e Franz: due fuoristradisti romagnoli sfegatati, dalla grande passione.

Le libagioni, tutte a base di eccellenze locali, sono da leccarsi le dita. A esse si somma l’ottima compagnia, aggiornata da quei compagni che, a differenza nostra, hanno prediletto le “maxi”, apprezzando altrettanto e descrivendo con gioia i panorami attraversati.

La convivialità è tale da affrontare, con leggero sarcasmo, il discorso “rifornimento” con il presidente del motoclub. Ma criticare la traccia di un motociclista di comprovata esperienza equivale a “sparare sulla croce rossa”!

Eppure Cesare, serafico, non ci fa attendere la risposta. Nel bel mezzo della notte i cellulari si illuminano: è una foto della traccia registrata, che ben evidenzia il punto della nostra arbitraria svolta. Galeotto fu il taglio che ci ha condotti fuori rotta, portandoci a bypassare il distributore.

La scritta “buonanotte” d’accompagnamento non è solo un buon auspicio, quanto una replica (forse altrettanto sarcastica) contenente un monito: mai dubitare di Cesare!

Domenica mattina

L’indomani ci attende solo mezza giornata di “montagne russe”: la sensata decisione permetterà il rientro domenicale senza dover rinunciare a qualche altro chilomentro di godimento, lasciando l’agio di raggiungere casa anche con la luce.

Le guide, però, ci esortano a riporre in nostri GPS: nessuna traccia stamattina. Ci lasceremo trasportare lungo i sentieri più “enduristici” della zona. La stanchezza dei 170 km del giorno precedente fa capolino, tuttavia la tentazione è ghiotta e Acconsentiamo di buon grado. Mai scelta fu più azzeccata! Salite, discese, fossi, pietraie… si susseguono regalandoci forti emozioni e percorsi fantastici.

Decisiva l’erta di Sisti a Rocca Deli, particolarmente ripida dal terreno molto friabile -tipico di queste zone- che ha messo a dura prova la maggior parte di noi. I pochi giunti in vetta non  mancano di dileggiare, amichevolmente, chi arranca dispensando consigli. Dagli “spalti” un tifo da stadio, da cui emergono voci anche contrastanti:

devi stare in piedi! Prendi più velocità sotto! Stai tutto sulla sinistra! No meglio a destra! 

A un certo punto, durante uno strano momento di silenzio, rimbomba da fondo valle il rumore di una moto che sale e noi, pervasi ormai dalla sindrome dell’istruttore, cerchiamo di stimare se riuscirà ad affrontare l’ostacolo.

È Marco che, imperturbabile sulla sua VOR, a causa della bassa velocità pare destinato a impantanarsi e a cedere alla prima parte di rampa. Eppure, contro ogni aspettativa e senza che la ruota perda mai trazione, a ogni “pistonata” aggiunge mezzo metro. Con costanza e precisione arriva in cima, tra i meritati applausi scroscianti degli astanti. Quasi a corollario di un fine settimana che resterà negli annali.

Forse la chiusura durante i migliori mesi (enduristici) dell’anno e la voglia arretrata, forse i luoghi incantevoli o la compagnia sopraffina (con menzione d’onore per Pedro, Pascal, Riki, Franz, Gus, Fabio nonché per i nuovi amici Maurizio e Luciano)… ma questa due giorni non la dimenticherò facilmente.

Testo e foto: Pietro Bartolomei

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