Ci piace metterci alla prova: a volte con idee un po’ al di fuori dai soliti schemi, altre con mezzi con cui nessuno scommetterebbe sulla riuscita dell’impresa.
Spesso ci ritroviamo in queste situazioni più per vicissitudini che per volontà (reale) invece, stavolta, questa prova l’abbiamo voluta ed è andata proprio come ce la immaginavamo!
Conosciamo bene il Queen Trophy, evento adventouring che presenta tre differenti percorsi con difficoltà crescenti (standard, hard, expert); lo scorso anno mi ero cimentato nell’expert, quello “peggiore”, a bordo di una Suzuki V-Strom 1050 con gomme stradali.
Quest’anno, con la formula rinnovata che prevede un giorno in più di guida e quindi anche più chilometri da percorrere, mi sono presentato sotto il gonfiabile della partenza a bordo di una Ducati Multistrada V4 S, fortunatamente tassellata, e la cosa mi intrigava non poco.
Vi avevamo già presentato il quattro cilindri di Borgo Panigale raccontando delle sue eccellenti doti stradistiche proprio in occasione del lancio alla stampa, con il quale avevamo percorso anche qualche km di strada sterrata per dimostrare l’utilizzo a 360° di questa moto.
La voglia, però, di provarci a fare del vero fuoristrada, me l’ha fatta venire il mio concittadino Andrea Rossi che sta partecipando a gare internazionali come la Gibraltar Race e il Transanatolia portando la Multistrada V4 S a ottenere risultati di alta classifica.
Per l’occasione abbiamo chiesto a Ducati di fornirci la moto con cerchi tubeless a raggi tangenziali e gomme artigliate, che noi abbiamo accessoriato ulteriormente con un Garmin Montana, indispensabile per la navigazione a eventi di questo tipo; una borsa posteriore dove riporre qualche attrezzo; la trousse riparagomme e un impermeabile in caso di pioggia.
In seguito ho avanzato la posizione del manubrio cosi da avere un assetto più fuoristradistico, asportato la gomma anti-vibrazione che riveste le pedane poggiapiedi per un maggior grip con lo stivale e “smanettato” sulla pulsantiera che comanda il monitor TFT per impostare la mappatura da enduro che limita l’erogazione (si fa per dire) a 100 cv e a sua volta escluso i vari controlli di trazione e azzerato il sistema ABS, non prima però di aver dato una “settata” alle sospensioni elettroniche.
Ho preferito collocare la sella nella posizione più alta: configurazione che mi rendeva più naturale l’alzarmi in piedi sulle pedane riuscendo, al contempo, a poggiare comodamente i piedi a terra, cosa molto importante viste le dimensioni e il peso della moto.
Il Queen Trophy è arrivato!
È giunto il momento di darci dentro: devo “spararmi” oltre 600km di fuoristrada tra gli appennini e so che non mancheranno tratti impegnativi, ma sono qui per questo e voglio capire se lo slogan della casa: “Progettata per superare qualsiasi ostacolo. Con un filo di gas” sia solo pubblicità o se, effettivamente, questa nuova Multistrada V4 sia commisurata alla stregua della concorrenza.
Con tanta cavalleria a disposizione, già mi vedevo intraversato per decine di metri all’uscita di qualche curvone: in realtà ho impiegato un po’ a capire la risposta del “ride by wire”, ma alla fine il feeling è arrivato e l’esercizio della “virgola” è diventato naturale.
Indubbiamente sono gli ampi spazi il terreno ideale di questo quattro cilindri: l’erogazione è dolce e molto lineare, sale di giri in maniera repentina cosi come in maniera rapida cresce la velocità.
La forte stabilità ti porta ad alte velocità senza accorgertene: a un certo punto ho buttato un occhio sul display… vedevo i cristalli liquidi segnare i 100 km/h, eppure avevo solo la seconda marcia inserita!
In effetti credo di aver percorso un buon 60% di giro senza aver mai messo oltre la terza, sia per la tipologia dei terreni e sia per l’ottima “schiena” che riuscivo a far scorrere la moto senza interagire troppo con il cambio.
A proposito di cambio: sappiamo che questo motore è supportato da un sistema che permette di scalare o inserire marce senza l’uso della frizione; ottimo in strada, mentre nell’off lento ho preferito aiutarmi con la leva perché l’elettronica a bassi giri, nella fase d’innesto marcia, faceva quasi spegnere il motore togliendomi trazione e facendomi sobbalzare in avanti. Come se la moto per una frazione di secondo si fermasse per poi riprendere subito a erogare potenza.
La forcella elettronica supera eccellentemente questa prova, anzi devo al suo ottimo funzionamento l’aver superato senza particolari intoppi alcuni tratti costellati di gradini e pietre smosse.
Sembrava di guidare sopra un cuscino d’aria sia nei tole ondulè, che spesso si formano nelle strade inghiaiate, sia dove buche o scalini si presentavano lungo il percorso. Ottimo il lavoro del mono sempre attaccato al suolo per permettere di sfruttare al massimo la motricità, anche se nell’arco dell’intero giro ha accusato qualche fondo corsa.
L’impianto frenante adeguato per l’uso stradale è ovviamente sovradimensionato per questi frangenti, risulta comunque modulabile soprattutto al posteriore.
Con la modifica alla posizione del manubrio, la guida in piedi è perfetta e rilassante e tutto sommato anche la volumetria del serbatoio non è poi troppo ingombrante quando stringi con le ginocchia.
In questi tre giorni di fuoristrada non ho rilevato nessun inconveniente tecnico o allentamento di qualche componente dovuto alle eccessive sollecitazioni.
Questa Multistrada V4S si è comportata in modo egregio anche al di sopra delle mie aspettative, ma ad avere delle perplessità evidentemente non ero solo io visto che, durante l’evento, mi è stato spesso chiesto come si stesse comportando il mezzo.
Qualcuno si aspettava che dopo i primi tratti impegnativi, ripiegassimo sul percorso più semplice, invece cosi non è stato e ho portato al traguardo questo “bolide” con grande soddisfazione.
Riprendendo il motto della casa
Progettata per superare qualsiasi ostacolo. Con un filo di gas
non possiamo che affermare l’autenticità di questo slogan, ma ci resta sempre un dubbio: In quanti affronteranno del fuoristrada con una moto da quasi 30.000 €?
Testo: Pietro Bartolomei
Foto: Dario Lupini – Andrea Migliorati Photographer
Video: Marco Ciofi