24MX

Di: Strazzari/Engines Engineering – Dirige l’orchestra: Paolo Caprioni – Canta: MINA!

Ducati DesertX MinaLa realizzazione di un’opera perfetta è come una sinfonia raffinata, o come uno di quei brani che rimangono nella storia e nella cultura dell’arte, come solo pochi autori e interpreti sanno fare.

Se “Mina” fosse una canzone, la sua interprete potrebbe essere solo l’altra grande Mina, la “Tigre di Cremona” che tutti conosciamo…

Al pari della meravigliosa cantante, la MINA che abbiamo avuto l’onore di veder nascere e crescere e poi provare, sulla sabbia di Pomposa, ha una voce stupenda, una personalità da diva e un portamento da vera signora.

Come nasce il progetto Ducati DesertX Mina

Come già avrete seguito nel precedente articolo, avevamo visitato l’”atelier” Engines Engineering guidati dal cordiale Ing. Alberto Strazzari che, con la sua gentilezza e la sua immensa preparazione tecnica, ci ha illustrato le fasi di progettazione e di realizzazione di questa straordinaria moto. Una moto della quale vi abbiamo raccontato le raffinatezze tecnologiche e le particolarità che avrebbero costituito il “pacchetto” racing necessario per affrontare la difficile gara africana: la Africa Eco Race.

Abbiamo finalmente ricevuto l’invito da Parte di Paolo, il quale ci ha chiamati a provare la moto appena tornata dalla massacrante gara dell’Africa Eco Race. Gara che, ricordiamo, è stata portata a termine (e anche in ottima posizione) da un tenace Caprioni il quale, nonostante le “noie” fisiche, è riuscito a raggiungere l’agognato Lago Rosa, in preda a dolori, scottature e traumi.

La moto ha resistito a sollecitazioni tremende, ma non ha subìto nessuna rottura meccanica. Il motore ha tenuto fino all’ultimo, la ciclistica si è comportata egregiamente, compreso il favoloso forcellone: elemento distintivo di un progetto raffinato e particolare.

Ma eccoci al test della Ducati DesertX Mina

La pista è quella di Pomposa, sabbia morbida e tanto impegnativa. La moto incute timore, con la sua imponenza e una mole tutt’altro che trascurabile. Mina, realizzata su base Ducati DesertX, non delude le aspettative: la bellezza estetica non è il suo unico punto di forza e, una volta in sella, si capisce subito che il progetto è nato bene.

La prima impressione te la dà il motore, denotando una schiena incredibile. Docile ma deciso, non strappa e accompagna con una progressione infinita. Un suono che è una sinfonia, pieno e corposo che ti strappa un sorriso a ogni giro di manopola… 

La ciclistica è il punto di forza. La Ducati DesertX Mina ha una grande stabilità. Sui canali di sabbia, una volta vinto il timore di una “chiusa “improvvisa, e dietro l’esortazione di Paolo di “dare semplicemente gas”, ti rendi conto che la moto effettivamente si mangia tutto ciò che trova davanti a sé e percorre canali, dossi e buche con una “leggerezza” da monocilindrica.

Nei cambi di direzione e nelle curve va un po’ capita, devi darle la confidenza che ti chiede, perché la mole imbarazza ma poi ti rendi conto che se la lasci scorrere, la porti dove vuoi…

Tutto ciò è determinato da una serie di elementi che tutti insieme lavorano all’unisono

Primo su tutto il comparto sospensioni, affidato alle mani sapienti di Tiziano Monti, che ha allestito un setting su base WP Cone Valve sull’anteriore e Ohlins al posteriore. Preparate e regolate sulla base delle esigenze del pilota.

Un eccellente lavoro che dà tanta sicurezza e solidità nella guida. Ma non solo: il grande serbatoio, realizzato interamente in alluminio, porta la benzina verso il basso, e con sé, le masse il baricentro, ottimizzando le doti di equilibrio e bilanciamento.

La posizione delle pedane, sella e manubrio, esprimono una perfetta chiave ergonomica e il forcellone allungato di ben 40 mm rispetto all’originale con un particolare posizionamento del mono, permettono una escursione incredibile.

Mina nasce in tempi record

Ecco: tutto questo messo insieme ha creato la “macchina perfetta” che ha permesso alla Engines Engineering di realizzare una moto in tempi record con l’ambizione di partecipare a una delle competizioni più massacranti del mondo, e prendendosi il lusso di portarla a termine. Cosa per niente scontata…

Il progetto “Mina” non è certo qualcosa di fine a se stesso. Non nasce per un vezzo o una sfida personale. Almeno non solo… il progetto nasce con l’idea di commercializzare una moto pronto gara su base Ducati DesertX (tra l’altro, anche questo,  un progetto curato dalla Engine Engineering…), destinata a coloro che vorranno avere tra le mani un oggetto unico, altamente tecnologico, e realmente pronto ad affrontare gare più o meno impegnative, con la certezza che questa moto le affronterà sicura di uno sviluppo ed un collaudo che, ci pare chiaro, è sotto gli occhi di tutti…

Quindi che dire, iniziamo a riempire il salvadanaio perché tra poco la Engines Engineering ci metterà a disposizione l’oggetto del desiderio e sono sicuro che molti saranno disposti a rompere il “porcellino”.

 Si sa. Sogni così hanno un prezzo che non è proprio “popolare”, ma se teniamo conto di quanto lavoro, progettazione, materiali pregiati ci sono dietro al progetto Ducati DesertX MINA, credo che la moto varrà ogni centesimo di ciò che sarà richiesto. Indiscrezioni parlano di una cifra che si aggirerà intorno ai 38.000 euro “all inclusive” (moto e preparazione). 

Complimenti all’Ing. Strazzari e al suo Staff, alla sua avveniristica azienda e, soprattutto, al grande pilota Paolo Caprioni, campione di motociclismo e campione di gentilezza e ospitalità. Un plauso a lui e al suo “Team Kapriony TK Factory” e ai risultati che riesce sempre a ottenere!

Testo e tester: Edoardo Tommassini
Foto: Alessio Corradini
Video: Andrea Migliorati PhotographerEduard Luzhetskiy

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