Complice il ponte del primo maggio, faccio appello alla mia rubrica alla ricerca di amici che, approfittando di un collare lasciato un po’ più lungo da mogli e datori di lavoro, possano cogliere la palla al balzo e provare la traccia di una variante della tirreno adriatico che parte da Grosseto ed arriva a Gabicce a mare.
Purtroppo però i vari impegni di ognuno ci portano a rimodulare la nostra uscita abbandonando l’idea di partire dall’Adriatico al fine di concludere la traversata in un giorno, una Tirreno-Adriatico senza Adriatico insomma.
Pozze di argilla che inghiottono i piedi e non vogliono più lasciarteli, immaginate in questo ambiente i vacconi da 200kg quanto si sentano a proprio agio, pochi chilometri che esauriscono le energie rimaste e quando riprendiamo a Tavullia l’asfalto, che praticamente non toccavamo da Selci, è tutto un trasferimento fino a Castelmezzo. Qui sull’Adriatico Vale torna da sua moglie Cinzia che lo aspetta in camper con grande pazienza e con un sorrisone pieno d’amore stampato sulle labbra, noi tre invece andiamo al BeB dove la proprietaria quando ci vede arrivare, carichi di fango. Prova a metterci a nostro agio dicendo la fatidica frase “ no tranquilli non fa nulla” ma i suoi occhi parlano per lei.
Siamo a cena, domani pioverà, costringendomi ad un ritorno asfaltato, ma poco importa: siamo qui a mangiare su uno splendido belvedere a picco sul mare, tra amici, dopo una traversata che sognavo da tempo. Domani pioverà guastandoci il ritorno, ma il sorriso che mi porto a casa non si laverà certo con quattro gocce.
Testo e foto: Dario Lupini