L’azienda Beta nasce nel 1905 ed è sempre appartenuta alla famiglia Bianchi. Ad oggi vede il suo management costituito da un gruppo di giovani motivati e appassionati che negli ultimi anni ha fatto crescere in maniera esponenziale la produzione e, di conseguenza, i risultati sportivi.
La chiusura di bilancio 2017 conta circa 20.000 veicoli prodotti, oltre il doppio di appena cinque anni fa quando furono introdotti i modelli a 2 tempi, e un fatturato di 78 milioni di euro. Anche i mercati esteri stanno apprezzando la qualità del prodotto italiano. Nel Bel Paese ormai Beta si è costruita la propria rete di distributori, non a caso si parla di incrementi a due cifre per l’esportazione, sicuramente frutto di prodotti di ottima fattura e di una campagna “prezzo corretto” che vede i propri listini pressoché bloccati da un paio di anni.
Le vendite di moto da enduro all’interno dei nostri confini, vedono la casa fiorentina collocarsi proprio tra le due punte di diamante del colosso austriaco KTM e Husqvarna.
Abbiamo avuto modo di presentare la gamma Beta my 2019 dopo il press lunch tenutosi al “il Ciocco” nel mese di giugno (vai all’articolo) . Avevamo promesso di approfondire il prima possibile le qualità e le doti del modello a 2 tempi e quello a 4 tempi che maggiormente ci avevano entusiasmato.
Che il 300 2t sia la punta di diamante della produzione enduro è ormai assodato da tempo, mentre sta crescendo sempre più la consapevolezza che la cilindrata 350/390 sia quella che trova maggior appeal nel segmento dei 4 tempi. A parità di peso e caratteristiche, la scelta per questa prova è ricaduta sul 390 cc perché questa cilindrata ci aveva trasmesso ancora più feeling durante i minuti trascorsi in sella in occasione della presentazione.
Di tutti gli affinamenti tecnici adottati nella gamma 2019 abbiamo già dato riscontro la volta scorsa, per questo preferiamo lasciare direttamente la “tastiera” e la manopola ai nostri due tester che ci illumineranno con le loro sensazioni alla guida.
Walter Tardani tester Beta 390 4t
È stato un test piuttosto coinvolgente, anche perché la curiosità di metterla a confronto con la 300 2t è stata tantissima. A prima vista, la moto appare molto bella e accattivante. Una volta salito sulla 390 4t, mi ha subito trasmesso la sensazione di gran maneggevolezza per essere un 4t. Il motore è corposo e regolare, non mette mai in difficoltà nonostante salga repentinamente di giri, ma lo fa in maniera molto lineare, senza strattonare. L’evoluzione del telaio conseguita in questi anni, abbinata alle nuove sospensioni ZF che hanno raggiunto uno standard qualitativo molto elevato, infondono sicurezza su ogni terreno dando la percezione di avere sempre la giusta trazione in ogni condizione. Il comando del gas riprogettato è molto più gestibile nelle piccole aperture e ne ho trovato giovamento soprattutto in mulattiera. In particolare mi è piaciuta la facilità con la quale si può guidare questa moto pur essendo una cilindrata importante e il mio fisico sia ancora da maturare vista la giovane età; quest’anno ho corso con una Beta 125 2t e in prospettiva di cambiare cilindrata, aver avuto la possibilità di provare questa cilindrata mi ha aiutato a far chiarezza. La Beta 390 4t è una perfetta sintesi tra la maneggevolezza delle piccole cilindrate e la corposità dei motori più potenti e dopo aver manovrato sui pratici registri esterni per adeguare le sospensioni al mio stile di guida, non nego che già ci sto facendo un pensierino!
Mattia Giulietti tester Beta 300 2t
Nonostante quest’anno non abbia partecipato ad alcun campionato per motivi di studio/lavoro, ho accettato l’invito a questa comparativa con molto piacere.
Tra le due moto, mi sono dedicato a scoprire meglio la 300 2t che si è presentata subito maneggevole e leggera. Inizialmente la prova si è svolta su uno sterrato abbastanza veloce con un paio di curve con un po’ di sassi piantati e, sotto il punto di vista della ciclistica, devo dire che sulla moto mi sono trovato immediatamente a mio agio.
Ci siamo poi spostati su una mulattiera con molti sassi smossi e il motore è risultato lineare e progressivo aiutando molto di erogazione in situazioni di difficoltà. Ho gradito queste peculiarità del motore che, oltre a essere lineare ai bassi regimi in modo progressivo nei medi e poi in alto, spinge come si deve. Purtroppo il tempo a disposizione non ci ha permesso di intervenire sulla regolazione della valvola (da quest’anno di serie viene fornito un kit di molle per implementare le personalizzazioni della valvola di scarico) e non c’è stata così la possibilità di configurare la risposta del motore e compararne le variazioni. Questo pratico sistema può sicuramente tornare utile nel campo di gara quando si è alla ricerca di una risposta del motore adeguata alla tipologia di competizione.
Mi ha colpito la frizione che, oltre a essere morbida nell’utilizzo, stacca bene ed è molto precisa, cosi come è risultata dolce e progressiva la frenata, ma allo stesso tempo pronta per staccate al limite. Il discorso cambia leggermente se si parla di sospensioni, da quest’anno sono perfette per un uso amatoriale, mi riservo di esprimere giudizi perentori per le competizioni, visto che occorrerebbe molto più tempo a disposizione per approfondire la cosa. Si parte comunque da un buon prodotto, che funziona egregiamente e che offre un’ampia gamma di settaggi stando comodamente seduti in sella e senza utilizzo di attrezzi.
Il mio personale giudizio finale quindi può solo che essere più che positivo e sono veramente contento che una casa italiana stia raggiungendo traguardi cosi importanti.
Testo: Pietro Bartolomei
Tester: Mattia Giulietti – Walter Tardani
Foto: MBfotopress