Come nasce uno pneumatico? Quali sono le fasi di sviluppo e come si passa dall’idea al cerchio della nostra moto?
Come ogni oggetto industriale ad alto contenuto tecnico e tecnologico prodotto con tiratura elevata, anche uno pneumatico ha una genesi complessa; lunga quel tanto che serve per il suo sviluppo, ma mai oltre, per far sì di arrivare sul mercato prima del proprio concorrente.
Per approfondire il tema, voliamo direttamente in Sicilia per parlarne con Salvatore “Salvo” Pennisi, eclettico direttore del centro sperimentale Metzeler di Giarre (CT) dove tutti i nuovi modelli Metzeler vengono provati e collaudati prima di arrivare sui cataloghi del produttore italo-tedesco.
Il centro è un polo di eccellenza assoluta, dove non lavorano impiegati ma motociclisti appassionati: una quarantina di professionisti che in moto ci vanno davvero, durante e oltre l’orario di lavoro, ma non divaghiamo abbiamo da raccontarvi nove mesi di intenso lavoro!
Si, perché nove sono i mesi che servono a Metzeler per passare dalla matita al cerchio, dall’idea di un nuovo modello alla sua messa in produzione.
Tutto nasce dal marketing (come sempre)
Tutto inizia a Milano nell’Headquarter della casa dell’elefantino.
Con un brainstorming vengono messi sul tavolo tutti gli input necessari alla definizione del concept: evoluzione del mercato, informazioni e richieste provenienti delle case costruttrici di moto, dati sperimentali e dati provenienti dagli appassionati come noi.
Il flusso serve a cogliere le necessità (delle case e degli appassionati) cercando di capire dove tuffarsi o, per dirla in termini tecnici, quale nicchia di mercato occupare. Il tutto lavorando di anticipo e utilizzando fantasia e palla di cristallo visto che il marketing deve valutare tutto questo tenendo conto che il prodotto arriverà sul mercato un anno dopo, a valle dello sviluppo e dell’industrializzazione.
Dal brainstorming del marketing si passa a una “nuvoletta” con la destinazione d’uso, i punti di forza, e gli aspetti da migliorare rispetto al prodotto attuale.
Un esempio di concept potrebbe essere: uno pneumatico per maxienduro con una tenuta in fuoristrada migliorata dal 20% rispetto al precedente, stesso comportamento su asfalto e resa chilometrica migliore del 30% rispetto alla concorrenza.
Grazie ai tecnici di Milano tutto prende una forma
Perfetto, ora questa patata bollente (o questa sfida) passa dal reparto marketing ai tecnici.
In primis viene definito il design del battistrada, processo fondamentale per garantire le performance richieste ma anche, e soprattutto, per veicolare un messaggio, facendoci capire il carattere di quello pneumatico.
La definizione del disegno del battistrada è fondamentale, ma è solo la punta visibile dell’iceberg di lavoro che i tecnici svolgono. Grazie al loro know-how studiano rigidezze e profili delle carcasse come anche le formule chimiche delle mescole, facendo un lavoro tecnico fondamentale e invisibile all’occhio dell’appassionato che però, alla fine, diventerà il pedegree della gomma.
Tutto questo viene fatto con lo scopo di vincere la “sfida tecnica” lanciata dal reparto marketing, ma soprattutto per soddisfare noi motociclisti sempre “indaffarati” tra i tornati di montagna e le mulattiere più dure.
Collaudo indoor
Una volta passati dal concept al prototipo, quindi dalla “nuvoletta” a uno pneumatico vero e proprio, inizia la fase di test.
Test che prima di tutto sono effettuati indoor, mediante banchi prova nel centro ricerca e sviluppo di Milano.
In questa fase gli pneumatici vengono testati per verificare se i calcoli di chimici e ingegneri sono esatti e se lo pneumatico che sta nascendo soddisfa davvero le richieste del marketing.
Durante la medesima fase, però, viene anche verificato che lo pneumatico sia davvero sicuro stressandolo grazie a macchine e banchi prova dedicati oltre i propri limiti e ben oltre i limiti di qualunque collaudatore o utente della strada.
Collaudo outdoor: benvenuti in Sicilia!
Una volta sicuri di aver centrato le richieste del marketing e certi che lo pneumatico sia idoneo all’utilizzo su strada, gli pneumatici vengono spediti in Sicilia a Giarre dove, all’ombra dell’Etna, iniziano a macinare i primi chilometri su asfalto nelle reali condizioni d’uso.
Qui i banchi prova diventano umani e si chiamano Collaudatori con la C maiuscola.
La sensibilità dell’uomo però viene comunque abbinata a dei rilevamenti sperimentali dotando le moto di sensori in grado di fornire dati di supporto alle sensazioni del pilota; sensazioni non legate solo alla performance pura ma anche all’utilizzabilità dello pneumatico e alla sua semplicità d’uso in modo da mettere in commercio un prodotto performante, ma anche semplice e confortevole dopo una giornata di guida intera.
Una volta superato il collaudo e le prove di usura chilometriche, il nuovo pneumatico è pronto per essere lanciato sul mercato, sicuro e performante come ogni appassionato lo vorrebbe ogni domenica.
Noi di Discovery siamo stati ospiti di Metzeler proprio in Sicilia e abbiamo toccato con mano il lavoro che viene svolto qui, scoprendo una realtà di assoluto livello tecnico in cui la passione per le due ruote, l’umanità e l’accoglienza tipiche di questa regione sono sovrane.
Abbiamo avuto modo di provare le Metzeler Tourance Next 2, le Karoo4 e le Six days extra soft da enduro estremo sue terreni dove sono state collaudate e presto ve li racconteremo, dunque continuate a seguirci.
Testo: Dario Lupini
Foto: Pietro Bartolomei – Dario lupini
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