Se telefonate ad un prefisso italiano di un piccolo paese in provincia di Treviso come Asolo, non restate stupiti se dall’altra parte sentirete una receptionist parlare in inglese. State contattando la sede della ALPINESTARS fondata da Sante Mazzarolo nel 1963.
Ma allora, perché rispondono in inglese…?
La ALPINESTARS, da piccola bottega artigiana del cuoio, è diventata un polo industriale internazionale che conta quasi 600 dipendenti e ha sedi a Los Angeles, Tokyo e Bangok e, per affermare questa evoluzione cosmopolita, viene richiesta una lingua globale.
Fissiamo un “appointment” e dopo qualche giorno siamo in viaggio per visitare alcuni dei reparti più innovativi e creativi di un’azienda italiana che sviluppa prodotti professionali e protezioni all’avanguardia per tutti i piloti di moto, auto e bici nelle più svariate categorie: dalla Dakar alla MotoGP, dal Motocross alla Formula 1, dal downhill al mototurismo.
Il complesso italiano di Alpinestars si divide in tre strutture dislocate tra i comuni di Asolo, Maser e Fonte, dedicati a R&D dei prodotti, sviluppo dei sistemi di sicurezza, realizzazione abbigliamento su misura per il racing e parte amministrativa.
About us
Prima di iniziare il tour è doverosa una presentazione sulle origini di questa prestigiosa azienda che ancor oggi vede alla guida Gabriele Mazzarolo figlio del fondatore Sante.
Il nome originario “staccato” Alpine-Stars (Stelle Alpine) è ovviamente un richiamo al fiore più prezioso che cresce solo nelle zone più alte e impervie delle Alpi tra sassi e ghiaccio e, per chi vive in queste zone è sicuramente simbolo di forza e vigore.
Da subito, il Signor Sante oltre a produrre “scarponi da sci e da montagna” si focalizzò sulla realizzazione di uno stivale dedicato a un nuovo sport che proprio in quegli anni era agli albori e che ben presto diventò popolare in tutta Europa, si trattava del Motocross. Da li iniziò la collaborazione con molti piloti dell’epoca, ma a sancirne il successo fu Roger De Coster che portò ad ALPINESTARS il primo titolo mondiale in questa disciplina.
Qualche anno dopo la ALPINESTARS si affermò anche nel mondo Grand Prix con il titolo mondiale conquistato da Kenny Roberts.
Un altro importante momento per la crescita dell’azienda di Maser, fu nel 1986 con la fondazione da parte di Gabriele Mazzarolo di ALPINESTARS USA in California e lo sviluppo delle innovative Mountain Bike ad alte prestazioni che Mike Kloser portò sul podio nel campionato del mondo di Downhill nel 1990.
Dalle stelle alpine a quelle motociclistiche
Dal 1999 inizia una nuova sfida, quella delle tute in pelle per le corse su strada e da allora l’escalation dei titoli vinti nei campionati AMA Superbike, Superbike e MotoGP si sono susseguiti fino ai giorni nostri con piloti come Nicky Hayden, Troy Corser, Ben Bostrom, Carlos Checa e più recentemente con Pecco Bagnaia.
Nel 2001 inizia lo sviluppo del Tech-Air®, l’airbag dedicato ai motociclisti, sistema che ormai viene utilizzato obbligatoriamente sia in MotoGP che alla Dakar.
ALPINESTARS si è cimentata con successo anche nel mondo delle 4 ruote dalla Formula 1, Indycar, Nascar e Rally, producendo calzature, tute e guanti ignifughi.
La visita
La visita ha inizio nell R&D1 dove si trovano i reparti che confezionano l’abbigliamento su misura e personalizzato per i piloti supportati da ALPINESTARS nelle varie specialità.
Troviamo ad attenderci Gordon (Media Services Europa), sarà la nostra guida! Il nome “americano” e l’aspetto da biker harleysta potrebbero trarre in inganno sulla provenienza del nostro referente, ma è una pura casualità visto che ha origini venete da generazioni.
Tutto è perfettamente ordinato: di ogni pilota viene prodotta una scheda che riporta tutte le misure, le taglie e le modifiche da apportare in base alle personalizzazioni.
Nei reparti, mani esperte si prendono cura del singolo prodotto: c’è chi si occupa degli stivali da motocross, in un’altra zona vengono scelte le pelli con cui verranno cucite le tute per la MotoGP, poi c’è l’équipe che si occupa dei guanti e quella dell’abbigliamento per le gare in auto.
La tuta di “Pecco” Bagnaia, lo stivale di Sam Sunderland, l’abbigliamento di Eli Tomac, sono solo una parte degli indumenti che troviamo in giro per i reparti.
Una piccola curiosità che ci svela Gordon;
Ogni pilota di MotoGP deve avere a disposizione almeno 3 tute per ogni appuntamento del calendario mondiale, ALPINESTARS ai propri riders ne fornisce 4 oltre a un service in pista dove sono in grado di riparare la gran parte delle eventuali lacerazioni in loco.
Il service ALPINESTARS è presente alla Dakar, nel Motocross e in ogni specialità mondiale in cui l’azienda supporta dei piloti. Un valore aggiunto che in questi ambienti spesso può valere più di un contratto economico!
Inoltre ci tengono a precisare che i prodotti che vengono utilizzati dai piloti sono gli stessi che possiamo acquistare nei negozi: la differenza sostanziale sta nei dettagli per assecondare le esigenze dei professionisti. Di contro, l’esperienza del racing serve poi per migliorare gli articoli offerti al pubblico.
La visita prosegue nella R&D2, dove prendono forma i progetti futuri, dove si scelgono nuove tecnologie, si innovano o rinnovano le esistenti. Qui è tutto top secret, ma riusciamo a carpire che i progetti su cui stanno lavorando sono già proiettati a collezioni che vedremo nel 2025.
Continuiamo il giro e ci spostiamo nei laboratori dove vengono effettuate le prove di sicurezza sui materiali
Alcuni test sono a esclusivo uso dell’azienda per capire meglio l’usura e il consumo o la resistenza allo strappo di alcune fibre, con trazioni nell’ordine di centinaia di chili. In altri casi invece si sottopone il prodotto finito a dei collaudi per anticipare l’esito qualitativo che verrà rilasciato esclusivamente con delle certificazioni concesse da aziende terze. Esempio la nuova normativa ECE 22-06 per i caschi.
Ci soffermiamo a guardare le prove a cui viene sottoposto il tessuto delle tute da Formula 1. All’apparenza e al tatto sembra della normalissima stoffa, in realtà si tratta di un materiale ignifugo che deve resistere al fuoco e alle alte temperature.
Il primo test consiste in una fiamma che produce una temperatura di oltre 500 °C e viene indirizzata sul tessuto. Trascorsi 10 secondi il provino non deve risultare combusto ne lacerato. Nel secondo una fiamma indirizzata che produce ora 1.000 °C sempre su un centimetro quadrato per 12 secondi, trascorso tale tempo, il retro della stoffa non deve aver aumentato la propria temperatura di oltre 24 °C.
Sbalorditivo! Ma è solo grazie a questi test che è cresciuta la sicurezza dei piloti.
Interessante anche l’apparecchiatura che simula la camminata alla quale viene applicata una calzatura e lasciata andare per giorni, dopodiché si possono valutare gli effetti su tomaia e suola.
La visita volge al termine ed è tempo di considerazioni
Avere una filiale a Los Angeles strutturata come la sede italiana non può altro che accrescere il know how e uno scambio continuo di idee e confronti. Il fatto che sia tutto “americanizzato” rende l’ALPINESTARS un’azienda globale, anzi in molti credono che sia un marchio d’oltreoceano, invece è stata fondata in un paesino del nord Italia e resta tutt’ora di proprietà della famiglia che l’ha creata.
Che gioia sapere che tutti i piloti del mondo apprezzano la qualità dei nostri prodotti!
Testo: Pietro Bartolomei