Come il sequel del famoso film di Jhon Hughes,”Mamma, ho perso l’aereo”, anche la mitica BMW GS negli anni è stata “pariodata” da altre versioni e cilindrate.
Dopo la prova della BMW F850 GS (leggi articolo), questa volta ci siamo cimentati alla guida della piccola G310 GS.
Premesso che, nonostante “il becco” e alcune forme richiamino vagamente l’idea delle più blasonate 1250, per prestazioni, elettronica, motore e stile, non ha niente a che vedere con le sorelle maggiori.
Nonostante ciò, cercheremo di trasmettervi le sensazioni che abbiamo provato in un test di circa 700 km con questa adventure o, meglio, dual-sport, percorsi prevalentemente in fuoristrada in “una tre giorni” tra Umbria, Marche, Lazio e Abruzzo per poi, al rientro, fiondarsi direttamente al via del primo giorno della 1000 Sassi.
Nessun stravolgimento a livello di ciclistica: il motore diventa Euro 5, tuttavia resta invariato rispetto alle precedenti versioni: monocilindrico da 313 cc per 34 cv di potenza, ma adesso i 9.500 g/m si raggiungono spalancando la manopola del gas con il nuovo sistema Ride by Wire.
La frizione multidisco beneficia del sistema anti-hopping che aiuta nelle ripartenze, mentre la leva di freno e frizione acquisiscono la rotella per la regolazione della distanza dal manubrio, permettendo una miglior ergonomia anche a chi non ha le mani particolarmente grandi (ad esempio una ragazza).
La velocità massima dichiarata in sesta marcia è di circa 145 km/, mentre il consumo medio per 100 km è pari a 3,3 lt.
Il telaio in acciaio è un tubolare a gabbia in cui troviamo imperniato un forcellone trafilato in alluminio. Il mono ammortizzatore e le forcelle garantiscono un’escursione di 180 mm, però non sono regolabili né in compressione né in ritorno.
Sul cerchio anteriore a razze da 19” è montato un disco freno da 300 mm sul quale lavora una pinza radiale BYBRE a 4 pistoncini; sul posteriore, invece, sempre a razze da 17”, troviamo un disco da 240 mm e pinza flottante. Su ambedue le ruote è presente il sistema ABS progettato da BMW Motorrad.
L’altezza sella di soli 835 mm permette una seduta comoda per stature fino al 1,80 cm, dopodiché si consiglia l’utilizzo della versione rialzata disponibile come optional. Capacità serbatoio di 11,5 lt e peso in ordine di marcia pari a 175 kg.
Si rinnovano le colorazioni, con una versione Rallie molto accattivante oltre a una edizione iconica dedicata ai 40 anni di GS.
Scordiamoci l’elettronica!
Mentre il Giessone abbonda di elettronica, anzi è stato spesso precursore di dispositivi elettronici applicati alle moto, sulla G 310 non ci sono congegni o apparati che facilitino la guida o ne aumentino la sicurezza, eccezion fatta per l’ABS.
Impianto luci full led con i fanali anteriori disassati.
Come va su strada
I percorsi che ho affrontato sono stati molto vari a partire dal tratto stradale per raggiungere Cerreto di Spoleto, luogo di partenza della “tre giorni in off” tra Sibillini e Monti della Laga. Passi appenninici e vie secondarie, tra serpentine di curve e brevi rettilinei: questo è stato l’approccio per conoscere la moto.
Nella guida seduti, le ginocchia si inseriscono bene nelle sagomature del serbatoio permettendo una conduzione eretta e rilassata. Il cruscotto a cristalli liquidi è essenziale, ma ben visibile in ogni condizione di luce; la sella comoda e stretta permette agevolmente i normali spostamenti durante la guida. A parte la leva del freno posteriore in ferro abbastanza grossolana, tutto il resto gode di finiture degne della casa tedesca.
Questo GS risulta molto maneggevole, una bella guidabilità nel misto e divertente in curva, permettendosi staccate più pronunciate, aiutandosi scalando un paio di marce.
Parlando di cambio, questo è preciso ma un po’ duro nell’innesto e va sempre accompagnato da un colpo di frizione. Il motore risponde bene al gas salendo in maniera repentina fino a circa 6.500 g/m, poi però sembra sedersi; se, invece, si insiste, attendendo per il cambio marcia, torna a crescere tirando fuori tutto il carattere.
Considerata la cubatura e le velocità raggiungibili nelle salite dei passi appenninici, è una libidine guidare fluido a manetta spalancata cercando di non perdere giri e andatura.
Sospensioni e freni assecondano bene, è necessario solo prestare leggera attenzione ai beccheggi per via dell’esposizione all’aria, poiché il cupolino in plexiglass è minimale e posizionato in basso.
Come va in fuoristrada
Il giro in off-road era incentrato sulla bellezza dei luoghi attraversati senza tratti particolarmente impegnativi: avrei percorso oltre 200 km giornalieri e l’incognita “moto gommata stradale”, un po’ mi impensieriva.
Una volta escluso l’ABS ero pronto a partire, in quanto non c’erano altre regolazioni elettroniche da settare.
In piedi, la posizione non risulta essere naturale: il manubrio è basso, costringendomi a una guida “gobba”, la quale mi affatica. Il freno posteriore è un po’ spugnoso, il che mi costringe a fare pressione per arrivare al bloccaggio.
Preferisco quindi guidare seduto, alzandomi solo in prossimità di buche e avvallamenti. Così mi sento più comodo e riesco ad apprezzare la stabilita di questa 310 anche in fuoristrada. Le sospensioni lavorano egregiamente nonostante l’assenza dei registri e copiano bene il terreno.
Il motore non mette mai in difficoltà, anzi cerco di sfruttarne l’elasticità per andar via in maniera regolare.
La frizione è sempre pronta nel funzionamento e con una “pizzicata” agevola il passaggio dell’ostacolo, nonostante il cavo sembri tendere a “imputare” leggermente in seguito a un uso frequente.
L’ampio raggio di sterzata e la sella bassa che agevola l’appoggio dei piedi a terra, permettono comodamente gli spostamenti da fermo o l’inversione di marcia anche sulle strette strade di campagna.
Il motore ben riparato da un guscio in plastica ha comunque una luce da terra sufficientemente adeguata infatti, per tutto il percorso, non ho mai avuto impatti con rocce o asperità.
Questa BMW G310 GS risulta essere molto adatta per le prime gite fuori porta, per chi si approccia ai primi fuoristrada semplici e sicuramente, per l’uso urbano quotidiano.
Mamma, ho anche io il GS!
Cosa mi piace:
- Altezza sella
- Linee
- Consumi
Cosa non mi piace:
- Cambio
- Cerchi a razze
Motore
Cilindrata/Alesaggio/Corsa | Monocilindrico 313 cc / 80mm / 62,1mm |
Rapporto di compressione | 10,9:1 |
Distribuzione | 4 valvole, bialbero a camme in testa |
Alimentazione | Iniezione elettronica |
Lubrificazione | A carter umido |
Raffreddamento | A liquido |
Cambio | 6 marce |
Frizione | Bagno d’olio a dischi multipli Anti-Hopping |
Ciclistica
Telaio | Tubolare a gabbia in acciaio |
Serbatoio | 11,5 Lt. |
Sospensioni tipo/corsa | telescopica a steli rovesciati ø. 41 mm 180mm/ monoammortizzatore 180mm |
Freni ant/post | Disco 300mm/Disco 240mm |
Inclinazione canotto | 63,3° |
Interasse | N.D. |
Altezza sella | 835 mm |
Ruote | 2.50×19” – 4.00×17” |
Peso in ordine di marcia | 175 kg |
Prezzo: a partire da 6.350 €
Testo e tester: Pietro Bartolomei
Foto e video: Dario Lupini
Casco: Airoh Commander White Gloss
Abbigliamento: CLOVER Crossover 4 Air-bag
Stivali: Alpinestars Toucan Gore-Tex