Per abitudine e gusto nell’enduro mi piacciono le moto piccole, maneggevoli e leggere; i 4t sopra il 250 li guardo sempre con un po’ di diffidenza, magari inconscia ma di sicuro non saranno mai la mia prima scelta, quella fatta di cuore e di pancia.
Il giorno del test quindi sono curioso come sempre di provare una moto diversa, ma non ho quel prurito incontenibile. Dopo essermi cambiato esco dal furgone, e la vedo li sul cavalletto, il primo pensiero che mi passa nella mente è “mamma mia quanto è snella”!
Effettivamente le Beta my 2020 sono tutte rinnovate dalla prima all’ultima vite ed in ergonomia ed aspetto le moto ne hanno guadagnato molto. Saranno gusti ma a me i cerchi neri, il telaio rosso, le nuove plastiche ed il faro piccolo ed accattivante, piacciono molto.
Tirata giù dal cavalletto, senza neppure salirci, già prendiamo le misure con la moto appoggiata al fianco.
La moto non è solo snella è anche compatta ed in un mondo di moto per giganti, questa è piacevolmente più bassa. Attenzione, non è un pit bike, parliamo di pochi centimetri in meno rispetto alla concorrenza che però e abbinati alla sella molto rastremata sicuramente faranno contenti i piloti più “bassini” e quelli che amano andarsi a “cacciarsi nei guai”.
Messa la prima e lasciata la frizione per dirigerci nel bosco è evidente che la rapportatura è da enduro, prima molto corta ma praticamente utile solo per partire; con la seconda cambia tutto, grazie al motore pastoso e con un’ottima cavalleria si ha la sensazione di poter far tutto con la seconda e terza inserite.
Il motore è potente: gira in alto e spinge sotto, fluido in mulattiera e pieno in fettucciato da dosare nei punti difficili su radici pietre o tronchi anche perché, rispetto alle ultimissime mode, non è presente il controllo di trazione con tutti vantaggi e svantaggi della cosa in termini di guida ma anche di costi e complicazioni, ma si può sempre impostare la mappatura sulla posizione “rain” per addolcire l’erogazione del motore.
Passando alla guidabilità ed alla ciclistica per prima cosa c’è da dire che quando la moto, come questa RR350, ha un’ergonomia ottima la si sente piccola e compatta, tutto risulta più semplice e ci si sente di poterla gestire facilmente in ogni situazione. In termini ciclistici la moto quindi è estremamente maneggevole e la riesci a mettere praticamente dove vuoi.
Ha un nuovo telaio completamente rivisto nelle geometrie, e’ più stretto il che la rende veramente agile, le forcelle Sachs da 48, le ho trovate buone, il mono ti aiuta in qualunque situazione, per essere di serie è già messo molto bene. Mono e forcella sono molto sensibili alle regolazioni e quindi facilmente personalizzabili, ed è proprio per perfezionarne la consistenza che siamo intervenuti più volte nei registri non riuscendo però a sanare completamente la cosa. Sia in mulattiera che nel fettucciato, l’anteriore tendeva ad allargare le traiettorie ma soprattutto in staccata avremmo preferito maggior sostegno.
Pur con un’ottima scorrevolezza, forcella e mono li ho trovati troppo morbidi e sicuramente i piloti più veloci o pesanti risentiranno di questa caratteristica, mentre penso che siano perfette per la stragrande maggioranza degli utenti.
Il reparto freni è molto reattivo e modulabile, mi piace.
Riassumendo: moto snella, gran motore e bella guidabilità. Le mie perplessità con cui ho aperto l’articolo sono state disattese dalle sensazioni in sella, anzi ancora prima di salirci, solo tirandola giù dal cavalletto!
Subito un feeling incredibile, queste RR hanno avuto una gran bella evoluzione.
Testo e tester: Nicola Matteucci
Foto: MBfotopress