1000 Sassi 2022: Godersela dal balcone di casa

Gli eventi adventourig sparsi per la nostra bellissima penisola rischiano di provocare, a volte, una vera e propria caccia al tesoro.

Chilometri e chilometri per raggiungere il luogo della partenza, per esempio. Ancora peggio, invece, quando partenza e arrivo non coincidono, specialmente se il secondo si trova fuori regione, fuori traccia… fuori! Il che ti impone di ritornare al punto d’inizio, ritirare il furgone e poi, non pago, macinare ancora altra strada per tornare a casa.

Altrimenti può anche capitare di partire direttamente in moto, vestiti di tutto punto ma prima di rincasare sarà sempre necessario raggiungere il bagaglio, trasportato durante l’evento dall’organizzazione, con un occhio alla strada e uno – sconsolato – al quadro per stimare le ultime, lunghissime, ore ancora in sella.

La 1000 Sassi, fortunatamente, non è stata così!

Andata e ritorno, Da Arezzo ad Arezzo per tre giorni di fuoristrada. Dietro casa mia. Anzi: da un’occhiata alle tracce del percorso, scopro che gli oltre duecento partecipanti sfileranno proprio sotto il mio balcone, dopo i primi 30 km di tappa.

Oggi mi guadagno la pagnotta facilmente!

Purtroppo, a causa di alcuni impegni concomitanti, la mia partecipazione sarà limitata a parte del primo giorno e parte del terzo. Sono tutte zone che conosco alla perfezione, eppure la voglia di rivedere qualche amico e di condividere le tracce dei miei luoghi mi galvanizza.

Sicuramente è stato un grosso dispiacere mancare al benvenuto ai partecipanti, organizzato in piazza Grande proprio nel cuore di Arezzo. Immagino già l’emozione alla vista di tutte le moto schierate e gli sbandieratori della Giostra del Saracino a fare gli onori di casa. 

Daniele Alessandrini e i ragazzi del Moto Club Motolampeggio ci tengono all’immagine, il che è di gran supporto al nostro sport.

Raggiungo la carovana il giovedì mattina a mezz’ora dalla partenza

Vedo molte facce amiche, e tra saluti e aneddoti, ecco che prendono il via gli ospiti V.I.P. seguiti da un nugolo di giornalisti.

Dopo quattro anni, per l’occasione ho rimesso in moto il mio vecchio G/S 800 dell’87 gommato stradale: mi accodo ai primi e iniziamo l’ascesa dell’Alpe di Poti ricalcando il percorso che fu per anni una delle prove più belle del Rally di Sanremo.

I primi tornanti provano già alcuni concorrenti. Ne raggiungo uno in tuta di pelle e penso che non si al’abbigliamento ideale… tant’è che, appena sorpassato, mi sembra di scorgere un “fantasma di polvere” e mi chiedo se avesse idea del tipo di manifestazione che avrebbe affrontato. Ma, soprattutto, come sarebbe arrivato a fine tappa dopo dopo 270 km di polvere a 30 gradi.

E, per giunta, stata appunto iniziando a cadere qualche goccia di pioggia che avrebbe reso l’intera giornata ancora più afosa…

Il GPS punta verso gli Appennini

Si sale dal versante umbro e si ridiscende nelle Marche: il giro di boa è a Sant’Angelo in Vado da cui dirigersi verso nord-ovest e far rientro in Toscana.

Ci aspettano le foreste Casentinesi, non prima di aver lambito l’Emilia Romagna. La carovana proseguirà per il Valdarno, prima sosta; io, invece, devio verso casa, continuando per sterrati.

La tappa del venerdì sono costretto a saltarla, con grande rammarico poiché il senese, con le sue crete, sprigiona sempre un fascino particolare.

Il sabato mattina mi affianca l’amico Marco, su KTM 990, con l’intenzione di intercettare quei partecipanti che, da Chianciano Terme, sono di ritorno verso Arezzo, non prima di essersi refrigerati sulle pendici del monte Amiata.

Ripercorriamo la traccia a ritroso e incrociamo i primi concorrenti a Montepulciano presso la zona ristoro, così invertiamo la marcia e ci accodiamo al serpentone.

Oggi si sono uniti anche gli iscritti alla “One Day”, giornata dedicata a coloro che volevano provare l’esperienza dell’adventouring, pur non potendo prendere parte a tutte e tre le giornate.

La fase finale

L’ultimo tratto prevede, per chi voglia navigare sul tratto “hard”, il passaggio al “Cippo di Meoni”. Proprio in prossimità dello stesso, ci appostiamo io e Marco pronti a immortalare i biker giunti a omaggiare il mito della Dakar. Purtroppo ne vediamo tanti, troppi sfilare oltre, senza forse rendersi conto di aver superato un luogo sacro del motociclismo off-road.

Forse l’organizzazione avrebbe dovuto segnalare meglio la posizione o magari inviare qualcuno dello staff a presenziare. Diciamolo alla Toscana:

è come essere andati a Roma e non aver visto il Papa!

La 1000 Sassi, nonostante la “giovane età”, si conferma uno degli eventi più blasonati del panorama adventouring. L’organizzatore come sempre, è in grado di trascinare una moltitudine di appassionati che provengono dallo stradale e che vogliono per la prima volta “impolverarsi” su bellissimi sterrati e apprezzare i luoghi e le tradizionali specialità culinarie.

All’arrivo tutti molto soddisfatti, lo spirito di questa avventura e i paesaggi attraversati hanno pienamente appagato i partecipanti.

Testo e foto: Pietro Bartolomei
Video: Marco Ciofi

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