Test gamma Honda RedMoto Enduro 2018

Immaginate di avere un parco di 300 ettari completamente a disposizione, con fettucciato e percorso enduro annesso, e 3 moto nuove fiammanti da provare. Un sogno? No, questo è quello che abbiamo messo in piedi per raccontarvi come va la nuova gamma Honda REDMOTO enduro 2018.
Scopriamo i modelli e gli importanti sviluppi rispetto alle versioni precedenti.

CRF 250R
Del lotto è la più rivoluzionaria perché completamente nuova, adesso condivide il telaio in alluminio di settima generazione come la 450 e per la prima volta il motore non è più il glorioso Unicam, che ha accompagnato da sempre la CRF dalla nascita del progetto, ma un bialbero DOHC che innalza notevolmente le prestazioni su tutto l’arco di utilizzo. Munito solamente di avviamento elettrico, sviluppa il 9% in più di potenza con la soglia del limitatore aumentata di 900 giri/min garantendo così performance fino ad ora impensabili. Il rendimento del motore è regolato dalla possibilità di variare la mappatura secondo le condizioni del terreno e i gusti del pilota: Mode 1 (standard), Mode 2 (Smooth), Mode 3 (Aggressive).
Maniacale risulta la cura rivolta alla centralizzazione delle masse, che ha portato ad aumentare l’armonia di guida e un equilibrio generale da riferimento.
La forcella torna a essere una tradizionale Showa, con molla dal diametro di 49 mm al posto della SFF-TAC Air. Il cambio a 5 rapporti, i fari full led e il serbatoio in titanio completano il quadro delle novità.

CRF 450RX
Benché la moto avesse subito importanti modifiche nel 2017, viene riproposta con influenti ritocchi che ne modificano in maniera sostanziale il carattere. L’estrema affidabilità del motorino di avviamento, abbinato a una nuova batteria agli ioni di litio, pensiona definitivamente la leva della messa in moto con una riduzione di peso complessiva di oltre 600 gr. Seppur le sospensioni siano identiche alle versioni da cross, grazie all’esperienza maturata dal team enduro nel Campionato mondiale EGP, ha una taratura appositamente dedicata, cosi come la centralina che è stata sviluppata dai tecnici con 3 differenti mappature che ne mitigano l’esplosività del motore senza comprometterne la fruibilità, rendendola molto più idonea all’utilizzo prettamente euristico. La terza mappa è addirittura programmata per le situazioni di off-road estremo. Il serbatoio in plastica da 7,3 lt., le protezioni radiatori e la ventola di raffreddamento arricchiscono l’equipaggiamento di serie.

CRF400RX
Altra new entry è la 400 RX, derivata dalla 450, che rimpiazza il modello 300 dello scorso anno, nato sulla base della 250 R. Questa moto è stata sviluppata per ottimizzare le esigenze dell’appassionato o dell’amatore, che ricercano più fruibilità del motore, stabilità e trazione.
Condivide con la sorella maggiore tutte le migliorie derivanti dall’esperienza del team enduro nel Campionato mondiale EGP, ma adotta un cilindro speciale prodotto dall’Athena che aumenta in maniera clamorosa la coppia, offrendo all’utente una fruibilità mai provata su una CRF.
Come per gli altri modelli, le sospensioni hanno una taratura rivolta a un uso enduristico. È presente il pulsante al manubrio per selezionare le 3 mappature.

Come vanno
Per avere maggiori riscontri e opinioni, abbiamo coinvolto 3 piloti di estrazioni diverse con i quali ci siamo ripetutamente scambiati le cilindrate affrontando i medesimi ostacoli. Ogni pilota, esprimendo il proprio pensiero, si confrontava con le sensazioni degli altri. Da questo costruttivo dibattito a volte sono emersi utili suggerimenti per agevolare la percorrenza di un determinato ostacolo o tratto di percorso, altre volte invece lo stile di guida personale ci faceva apprezzare un setting o una mappatura diversa, secondo le diverse esigenze.
Tutti sono stati concordi su alcune caratteristiche che condividono questi modelli: il grosso step evolutivo a livello di erogazione, l’attenzione per i dettagli che le porta per la prima volta a essere veramente efficienti anche per l’enduro “Europeo”, le sospensioni tarate alla perfezione, il motorino di avviamento sempre pronto nell’utilizzo. Inoltre le finiture e la qualità delle plastiche sono una spanna sopra alla miglior concorrenza!

Pietro Bartolomei

 (endurista da sempre)

La posizione di guida è talmente ergonomica che sembrano costruite per la mia misura. L’avviamento elettrico su tutta la gamma fa tornare l’acquolina in bocca ai nostalgici che avevano dovuto cambiare casacca, stufi di scalciare sulla pedivella per riaccendere la moto nelle posizioni più scomode. La 250 è talmente rastremata da sembrare un 125 cc, le sorelle maggiori hanno ingombri leggermente più pronunciati pur restando molto “slim” anche a livello di serbatoio. Il nuovo motore bialbero della 250 è molto divertente, spinge forte fin dai bassi regimi e, insistendo sul limitatore, la moto non perde potenza ma spinge sempre. Sicuramente ha bisogno di una guida aggressiva per poterla sfruttare al meglio, però se riesci a spremerla ti ricompensa con tanta soddisfazione! Le 3 mappature garantiscono un ampio e mirato range di utilizzo secondo il percorso affrontato, fettucciato, bosco o mulattiera. Graditissima sorpresa l’ho avuta nel guidare le cilindrate maggiori. Fino al modello precedente (2017) avevo trovato la 450 troppo impegnativa, fin troppo stancante per essere domata anche in una semplice tornata di fettucciato, figuriamoci nel bosco con pietre smosse e viscide. Da quest’anno le cose sono cambiate, è la cilindrata che ho più apprezzato, spinge forte senza metterti in difficoltà, molto versatile e facile da condurre, all’occorrenza, però, con il semplice cambio di mappatura può trasformarsi in una briosa racing. La 400 trovo che sia il giusto compromesso per l’amatore, l’erogazione più gestibile sembra trasmettere maggior trazione e questo si trasforma in un fondamentale aiuto nelle situazioni di difficoltà tipiche di questo sport, come le mulattiere. Freni al top su tutte le moto.Enrico Severi 

(ex crossista si diletta da qualche anno nell’enduro)

La piccola nuovissima Honda 250 richiede una guida di forza simile al 125 2T, ai bassi spesso si ricorre all’uso della frizione o di una marcia inferiore, per avere più slancio. Superata questa incertezza, la moto scatta via e il suo bialbero canta con vero piacere. Il 400 rappresenta la cilindrata ibrida dell’intera gamma, con una coppia pastosa che non mette in difficoltà, anzi ti aiuta molto nelle situazioni più impervie e tecniche, ma basta spalancare la manopola del gas e fa tanta strada. Il 450, nonostante condivida tutto con il 400, compreso il peso complessivo, ha quella cattiveria in più che il pilota racing apprezzerà maggiormente. È un vero proiettile da una curva all’altra, fortunatamente l’ottimo settaggio delle 3 mappe permette di cucirsi addosso la migliore erogazione. Quale scegliere? Io sicuramente il 450, veloce, maneggevole, stabile e persino leggera, con l’elettronica di gestione del motore e l’avviamento che mancava da troppo tempo che completano una bellissima gamma da enduro di Honda. Anche sotto l’aspetto estetico, le moto colpiscono per il loro fascino.Paolo Trippi

 (divide la sua passione tra trialista, con un campionato italiano nel palmares, e l’enduro)

Sono rimasto veramente impressionato dal 250 4T di nuova generazione. Maneggevolezza estrema con motore bialbero, bassi molto rotondi con ottima potenza agli alti, buona la trazione e la stabilità anche sul veloce, il tutto permette di affrontare canali naturali con molta disinvoltura. Peso e stile di guida la avvicinano molto a un 2T. La 400 cc è la vera “bomba” della trilogia RedMoto, una moto dal telaio e pesi che determinano stabilità assoluta sia nelle linee sul bosco che nei fettucciati, ma la vera novità è il motore che, con la mappa soft, permette di eseguire anche tratti estremi senza tribolare, anzi divertendosi. La mappa media è perfetta per sfogarsi nel bosco, anche in condizioni d’umidità, mantenendo sia direzionalità che trazione. La mappa hard da fettucciato offre ottima potenza ma anche progressività. Gran bella moto, anche per l’enduro domenicale! La 450 cc è il vero carattere Honda, dalla guida bellissima che allunga anche le braccia se si forza l’andatura. Le tre mappature mi sembrano programmate per un’erogazione differente rispetto al 400. Devo dire che nel provare queste moto mi sono veramente divertito, sono piacevoli sia per un pubblico amatoriale che per veri “manici”. In comune hanno grandi doti di maneggevolezza, stabilità e frenata, simili per erogazione il 400 e 450, mentre il 250cc è differente dai precedenti Unicam provati. Sembra perdere nei bassi regimi, per guadagnare nella parte medio alta, dove regala una notevole velocità e soddisfazione di guida. Con l’aggiunta dell’avviamento elettrico, mappe dedicate e ritorno alla forcella a molla, Honda si presente sul mercato con una bellissima e vera moto da enduro.

Testo: Pietro Bartolomei
Foto: MBfotopress

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