Test e recensione completa della Stark VARG EX. L’elettrico è pronto per l’enduro?

Stark VARG EX, la moto elettrica che si guida con patente A1 e offre 80 CV di potenza massima. Abbiamo messo alla prova la rivoluzione dell’enduro!

Tutto cambia, tutto si trasforma, ma lo scetticismo è duro a morire. Soprattutto tra noi motociclisti, e soprattutto  se enduristi duri e puri. Legati al profumo della benzina, all’irresistibile fragranza del gas di scarico, e soprattutto alla suadente voce del motore, che sia 2 o 4T!

Ma poi avviene l’impensabile: avviene che un motociclista affezionato al carburatore, sale su un oggetto estremante tecnologico, estremante avanzato, apparentemente freddo e piatto, e si ritrova in sella ad una moto che invece gli regala sensazioni impensabili e adrenalina a pacchi.

E siccome quel motociclista, per l’occasione, sono io, allora voglio raccontarvi cosa ho provato durante il test della bellissima Stark VARG EX. E se uso  questo aggettivo superlativo, è perché dal punto di vista estetico è davvero ipnotica. Linee pulite, perfettamente raccordate, semplici eleganti e sinuose, sembra quasi una scultura futuristica. C’è tanto da parlare su questa moto, perchè siamo di fronte a qualcosa di totalmente nuovo e qualunque cosa si prenda in esame è nettamente diversa da ciò a cui siamo solitamente abituati. 

La Stark VARG EX in sintesi

La moto ha misure ciclistiche che vanno in controtendenza con l’attitudine attuale di costruire moto da enduro sempre più piccole e rastremate. La Stark ha misure “umane” capaci di accogliere anche fisici un po’ superiori alla media. E una volta in sella ci si sente ben posizionati. Ciò che colpisce sono invece gli ingombri laterali. La moto è sottilissima e la sella molto alta (990 mm). Manubrio e pedane ben distanziati che permettono di serrare ottimamente la moto sia da seduti sia guidando in piedi, riuscendo ad utilizzare agevolmente gambe e braccia per direzionare la moto.

La vera bellezza però è nella guida. Diversa per tanti motivi, primo su tutti l’assenza del suono del motore endotermico, la mancanza di odori o vibrazioni. Si ruota il gas e un sibilo ci comunica che siamo in partenza. La moto in questione ha una potenza massima che può arrivare all’incredibile quota di 80 cv. Ovviamente impossibili da utilizzare in off-road. Almeno per me! Sono partito con l’inserimento di mappa 1 con 25cv fino al livello di 45cv per poi tornare alla mappa 3 da 35cv che vi assicuro è più che sufficiente per divertirsi in sicurezza. 

Erogazione lineare

La rotazione del gas trasmette una potenza “piatta”;  nel senso che, puntando la manopola il motore elettrico non progredisce nell’erogazione ma resta esattamente nello stesso regime. Questo aiuta soprattutto se si affrontano percorsi lenti, quasi trialistici, che la moto permette di percorrere a passo d’uomo in perfetto equilibrio. Bella sensazione. Poi si sale. Sempre più veloci, sempre più decisi. Il motore elettrico della Stark è una vera macchina da adrenalina. Si viaggia col solo suono del vento, veloci e sicuri. Complice una ciclistica decisamente azzeccata a e bilanciatissima, con un telaio misto alluminio/carbonio e con le sospensioni (Kayaba anteriori e posteriori) che permettono inserimenti chirurgici.

La moto che abbiamo in test, è allestita con freno anteriore e posteriori tradizionali. Quindi anteriore sul manubrio lato destro e pedale del freno posteriore. Niente leva del cambio ne leva della frizione, che  può essere montata come optional, per simulare l’intervento della frizione. Utile soprattutto in tratti particolarmente estremi, dove serve tiro in basso e potenza immediata per superare ostacoli difficili.

Il cuore della Stark

La moto ha un propulsore elettrico, dotato di una batteria da 7,2 kWh,. Una potenza che raggiunge gli 80 cavalli con una autonomia fino a 6 ore e un tempo di ricarica rapida di massimo  2 ore e una coppia mostruosa di 1036 Nm alla ruota! Ed essendo priva di pistone, biella, cuscinetti e tutta la meccanica tradizionale, è priva di trascinamenti, masse in movimento e soprattutto inerzie. Non ci sono trasferimenti di peso dovuti alla rotazione, ne tanto meno freno motore. Tutto questo regala un bilanciamento estremo. Sempre perfettamente in linea, non si appiattisce, non carica l’anteriore. È praticamente sempre centrata, e  la differenza vera la si percepisce in discesa, quanto i pesi che normalmente si trasferiscono sulla parte anteriore qui non esistono, ma si distribuiscono omogeneamente. Permettendo di guidare in tutta sicurezza senza avvertire la sensazione di chiusura. Semplicemente fantastico.

Il peso della moto è piu alto della media, circa 120 kg, ma non si avvertono. E tra le tante impostazioni c’è quella di un sistema “Walking” che permette di far muovere la moto a passo d’uomo in situazioni dove si rende necessario spingere. Addirittura ha il sistema “retromarcia” che agevola nel tirare indietro la moto in pendenze e pietre. 

Tutto in un tocco

La tecnologia di questa moto è tutta contenuta in un Touch. In pratica uno smartphone che può ospitare anche una Sim per utilizzarlo come telefono. In questo dispositivo sono contenute tutte le impostazioni, le mappe, i settaggi, le personalizzazioni, le app, gli aggiornamenti e tanto altro. È praticamente il cuore della moto da dove tutto parte e tutto si controlla. Attraverso l’utilizzo diretto sullo schermo o attraverso la pulsantiera sul manubrio.

So già quale sarà la domanda in assoluto  più inflazionata. Ma quanta autonomia ha questa moto? Riesce a portare a termine il classico giro di enduro della domenica mattina? E se voglio partecipare ad una gara, riesco a portarla a termine? O se devo fare una lunga escursione che mi copre l’intera giornata, ce la faccio con una sola carica?

Durata della batteria

Dunque, l’autonomia è variabile e dipende molto dalla tipologia di utilizzo. La Casa dichiara un’autonomia di circa 6 ore per ogni ricarica. Dato riscontrato e attendibile, ma, come dicevo, variabile. Se la moto viene utilizzata in un enduro lento, anche hard, il consumo è minore e la durata della ricarica si allunga, al contrario su un enduro veloce e scorrevole, dove la manopola del gas (se così si può chiamare ) resta aperta per molto tempo, ovviamente i tempi di autonomia diminuiscono sensibilmente.

In sintesi, il giro domenicale con gli amici lo si fa con tutta tranquillità. Se si opta per una lunga percorrenza è necessario pianificare un punto di ricarica dove, magari in pausa pranzo, ripristinare l’autonomia della batteria. Unico neo è che la durata della ricarica sfiora le due ore e la  “stazione di ricarica” è particolarmente pesa e voluminosa e richiede di essere trasportata su posto in auto o furgone. Sicuramente questo sarà uno step necessario nell’evoluzione della moto. E cioè realizzare un carica batterie compatto e leggero che possa essere trasportato in uno zaino.

Una menzione la merita il livello costruttivo. Plastiche, materiali, gli accoppiamenti, il forcellone in alluminio, le piastre, i cablaggi a scomparsa. Tutto estremamente curato e di alta qualità. Quasi troppo per una moto da gettare su fangaie, pietre e rami.  Ma la bellezza non è mai troppa, quindi bene così!

I costi

Tanta tecnologia avrà un prezzo proporzionalmente elevato? Si e no. La moto in configurazione base costa 12.900,00 euro per la versione da 60 cv e 13.900,00 da 80 cv. Ma si riduce di oltre 3.000 euro grazie agli incentivi per l’elettrico. Il che la rende molto competitiva. In più,  se si considera il risparmio dal punto di vista della manutenzione, olii e carburante, la bilancia si sposta verso di lei.

E non solo: altro elemento da non sottovalutare è che la moto viene consegnata con un setting personalizzato a scelta del cliente. In fase di ordine della moto, da effettuare on-line attraverso il sito della Stark,  si può richiedere un setting delle sospensioni tra hard, medium e soft, si possono scegliere la tipologia dei pneumatici così come se installare camere d’aria o mousses. Operazioni che da sole valgono almeno 1.000 euro, come ben sanno tutti gli amici enduristi.

Quindi che dire. Restare ancorati alle proprie convinzioni non sempre serve. È utile porsi in modo propositivo di fronte ai cambiamenti e alle innovazioni. Anche perché nel mondo dei motori un cambiamento tecnologico radicale non lo si è mai visto e credo che questa possa rappresentare una valida alternativa alla tradizione motoristica. Credo inoltre, che molti provando questa moto, si potranno ricredere abbandonando i pregiudizi. Godendosi la bellezza di viaggiare in ambienti naturali in assenza di suoni e con una tipologia di propulsore che sa regalare emozioni vere!

Cosa mi piace:

  • Linea
  • Finiture
  • Equilibrio ciclistico
  • Erogazione e potenza del propulsore elettrico
  • Assenza quasi totale di manutenzione ordinaria (no pulizia filtro, no cambio olio)

Cosa non mi piace:

  • Scomodità di trasporto della stazione di ricarica
  • Tempi di ricarica ancora troppo elevati

Testo: Edoardo Tommassini
Tester: Edoardo Tommassini / Marco Milli

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