Partiamo dalla fine
È domenica, siamo arrivati a Bevagna dopo tre giorni di fuoristrada e vediamo solo gente felice, il mantra tra i partecipanti è:
Ogni anno dobbiamo esserci, non si può mancare.
Il racconto del Queen Trophy, di ogni edizione potrebbe chiudersi qui con questa chiosa riassuntiva, chiara, spiccia praticamente dogmatica.
La quinta edizione del Queen Trophy, uno degli appuntamenti di vertice del calendario adventouring FMI, si è appena conclusa e, come ogni anno, i partecipanti vorrebbero già iscriversi alla successiva, quasi che quella polvere sulle giacche, non fosse abbastanza. I volti, per quanto soddisfatti, sono stanchi eppure nessuno vorrebbe scender dalla giostra messa in moto dal Motoclub Pepe Bevagna.
Anche quest’anno percorsi nuovi e aree diverse da quelle “esplorate” negli anni passati. Dopo l’edizione 2022, passata tutta in montagna, il Queen scende a ovest in collina attraversando territori nuovi al confine tra Lazio e Toscana.
Il venerdì ci troviamo come sempre sulla piazza di Bevagna che è la “solita” bellissima bomboniera medievale
Pronti e carichi, insieme agli altri partecipanti, decisi più che mai a seguire i tre percorsi (standard hard ed expert) che il motoclub ha tracciato.
I tre percorsi sono una delle caratteristiche dell’evento, tracciati con perizia e con l’intenzione di adattare la guida al partecipante e non il contrario e soprattutto far divertire sia il neofita che l’endurista navigato.
La notte di giovedì ha piovuto pesantemente e l’organizzazione prontamente ha fornito delle tracce alternative con dei tagli da effettuare per arrivare a Città della Pieve.
Ci troviamo a mettere in fila il Monte Martano e il Monte Peglia, nel mezzo un ristoro a Civitella del Lago su quello che è un terrazzo panoramico naturale sulla valle del Tevere. Ristoro bellissimo, ricco in un posto fantastico, fedele alla promessa di trovare Percorsi, Paesaggi e Pasti.
Arriviamo a Città della Pieve dopo 190km circa, pronti a innamorarci di questo centro fatto di mattoni in terracotta rossa che domina la valle sottostante e da cui si vede il monte Amiata dritto avanti a noi.
Il secondo giorno ripartiamo alla volta di Gubbio, i chilometri sono 220 e nel mezzo troviamo di tutto, e tutto bellissimo
Dopo poco la vista si apre infinita sul lago Trasimeno per poi inerpicarsi sule montagne e portarci in cima al Monte Nerone, pregiato e bellissimo balcone delle Marche da cui la vista spazia da San Marino all’Adriatico 1525 metri più in basso.
Dal Nerone ci lanciamo verso Gubbio lungo sterrate ampie e divertenti disegnando con il posteriore virgole polverose lungo il tragitto.
L’arrivo a Gubbio è il diamante scintillante di questa edizione: poter salire nella piazza principale il sabato pomeriggio e parcheggiare le moto all’ombra del palazzo dei Consoli vale il viaggio, la polvere e qualunque tipo di fatica… bellissimo!
Dopo la cena tutti insieme, si corre a nanna visto che la sveglia di domenica suona prestissimo ben prima del sole!
Il terzo giorno del Queen infatti inizia alle 5e30 di mattina quando la città dorme e il cielo è ancora buio
L’obiettivo quest’anno è quello di andare a fare colazione in cima al Monte Cucco mentre il sole sorgerà dall’Adriatico.
È proprio in quel momento, in cima al Cucco, che tutte quelle che la sera prima sembravano ottime motivazioni per rinviare la sveglia diventano futili scuse che avrebbero fatto perdere una cosa fantastica resa meravigliosa del meteo cristallino.
Dopo la colazione si prosegue lungo piste e tracce negli ambienti più canonici del Queen:
gli Appennini con la A maiuscola!
Fuoristrada senza soluzione di continuità, cime e altopiani.
Scesi dal Cucco con il sole in faccia inanelliamo la Valsorda sopra Gualdo Tadino poi Monte Gemmo e Vermenone per trovarci tutti al Monte Alago per la merenda. Un continuo salire e scendere a perdifiato attraverso panorami e cartoline di questo spicchio di Italia.
Dopo la merenda si riparte verso Rasiglia e giù fino a Bevagna per la fine e il pranzo conclusivo, e come già detto all’inizio c’erano solo sorrisi in mezzo alle barbe impolverate di chi si è regalato anche quest’anno uno dei più spettacolari eventi Adventouring in circolazione.
Testo e foto: Dario Lupini