Un’idea visionaria… un progetto ambizioso!
Trasformare una DUCATI DesertX in una moto pronto gara per correre i più duri rally africani. MINA un progetto del Team KAPRIONY in collaborazione con la Engines Engineering.
Pensa, credi, sogna, osa…
Questo era il motto del grande Walt Disney.
Uomo visionario per eccellenza, al quale, almeno da questo punto di vista, poco può invidiare il nostro Paolo Caprioni, titolare del team Kapriony, che, in collaborazione con una delle eccellenze italiane in fatto di progettazione e sviluppo, la Engines Engineering Srl di Castenaso in provincia di Bologna, si è messo in testa un’idea tanto meravigliosa, quanto complessa nella sua realizzazione…
Paolo Caprioni, esperto rallista con anni di esperienza nei raid africani in sella alle grosse bicilindriche KTM, dopo aver provato una Ducati DesertX totalmente standard, si è reso conto della bontà del progetto, ritenendolo all’altezza di un impegno agonistico di alto livello, quali sono i rally africani e in particolar modo l’Africa Eco Race.
È ovvio che un mezzo che deve affrontare sollecitazioni, caldo e ore di lavoro continuo, necessiti di una preparazione adeguata; e qui entra in gioco la Engines Engineering, azienda bolognese con a capo il Dott. Alberto Strazzari.
Uomo di grande esperienza e cordialità, con oltre 40 anni di progettazioni motociclistiche sulle spalle, e capo dell’azienda che collabora tra le altre, proprio con Ducati, con la quale ha portato avanti lo sviluppo della DesertX…
Il connubio tra l’esperienza fuoristradistica di Caprioni e l’esperienza progettuale di Strazzari, ha dato il via a un progetto che racchiude in sé grandi ambizioni: non solo (si fa per dire) la preparazione di una moto che andrà ad affrontare le massacranti gare africane, ma anche un programma con una visione più ampia e a lungo termine che prevede la costruzione di kit specifici per la trasformazione, su più livelli di intervento, di una “normale” DesertX, in una super performante moto da Rally “pronto gara”!
La Engines Engineering, è un’azienda strutturata per l’industrializzazione dei propri progetti (non a caso partecipa alla progettazione e realizzazione di motocicli per quasi tutte le case mondiali!) e quindi l’approccio è quello altamente professionale.
Un ufficio tecnico di progettazione ha letteralmente preso in esame ogni pezzo della moto, procedendo alle misurazioni, e al controllo degli standard applicati, per poi passare all’ideazione di parti speciali.
La prima, la più evidente, quella che ha fatto scalpore alla presentazione a EICMA 2022, è il bellissimo forcellone in alluminio ricavato dal pieno, studiato per sopportare pesanti sollecitazioni, rendere la moto più stabile nelle alte velocità su piste di sabbia e soprattutto alleggerirlo nettamente rispetto all’originale.
Il peso è una variabile molto importante; Paolo Caprioni è stato categorico in questo: Mina (questo il nome della sua nuova creatura) dovrà avere un peso prossimo ai 178 kg in ordine di marcia. Leggerezza, ergonomia e prestazioni del motore creeranno il “pacchetto” vincente per affrontare le gare del deserto.
La moto è in questo momento in una avanzata fase di preparazione. E il Dott. Antonello Maino, project manager della Engines Engineering, ci ha spiegato che il progetto si sta sviluppando contemporaneamente su più fronti.
Ciclistica
Si è lavorato sul già citato forcellone, e sulla parte anteriore che ha visto un nuovo “layout”, con l’ adozione di piastre e forcelle già utilizzate su Elvira, la mitica KTM 950 Adventure alla quale si è ispirato per la trasformazione della DUCATI DesertX, con l’utilizzo di un comparto sospensioni Ohlins curato da Andreani.
Il telaio momentaneamente è originale perché, a detta di Paolo, perfetto per maneggevolezza e stabilità. Con l’unico neo di un peso troppo elevato. Sarà sottoposto a una totale ricostruzione basandosi sulle stesse identiche misure dell’originale, ma con il ricorso a materiali molto più leggeri.
Ergonomia
Qui il lavoro è “artigianale e industriale” allo stesso tempo, e si esprime in tutta la sua complessità.
La moto che ci è stata presentata ha delle sovrastrutture in materiale plastico color nocciola, quello utilizzato per la realizzazione delle Maquettes dei prototipi che spesso vediamo nelle presentazioni.
Non si tratta di un lavoro manuale (lo è in fase di rifinitura), bensì di una progettazione attraverso software ad hoc e successiva realizzazione con un macchinario apposito, che con frese e specifiche tecniche “modella” da un pezzo unico, le varie componentistiche.
Quindi serbatoi anteriori con una diversa linea, serbatoi posteriori ausiliari, sella. Il tutto per la ricerca del posizionamento del carburante, delle parti vitali della moto (come il filtro dell’aria), e soprattutto del posizionamento del pilota. Un lavoro molto delicato e fondamentale per l’ottimizzazione della guida.
Non finisce qui. L’equilibrio generale, per una moto che ovviamente deve essere adatta per una guida in piedi costante e prolungata, prevede l’utilizzo di piastre attacco pedane dedicate e regolabili e, ovviamente, manubrio e riser ridisegnati.
L’impatto estetico è già di alto livello. pur dovendo essere sottoposta a ulteriori affinamenti, “Mina” appare molto ben equilibrata, sinuosa, e davvero bellissima.
Motore
Una moto da Rally, non può ovviamente essere guidata con controlli di trazione attivi, né ABS né altri tipi di intromissioni elettroniche… il “problema” del bicilindrico Ducati, è che guidato in assenza di controlli risulta fin troppo potente ed esuberante.
La Engines Engineering ha nel proprio know-how anche la progettazione di motori ed elettronica integrata.
Quindi, su specifiche del Team Kapriony, c’è stato un importante intervento sulla gestione elettronica, mirato all’erogazione della potenza, grazie alla realizzazione di una centralina dedicata e interamente sviluppata dalla Engines Engineering, che gestisce tre mappature di erogazione e tre mappature per la gestione dei “limiti di velocità”, che inibiscono la potenza del motore non facendo superare determinati limiti di velocità preimpostati. Cosa fondamentale per evitare di prendere pesanti penalizzazioni che potrebbero determinare in negativo l’esito della competizione.
Già dai primi test Paolo ci riferisce di una erogazione molto più gestibile e progressiva. Necessaria per far “scorrere” la moto su terreni particolarmente viscidi o instabili come ad esempio la sabbia africana e il terribile fesh fesh…
Il primo “contatto” con Paolo e la Engins Engineering mi ha coinvolto ed entusiasmato, sono realtà che hanno un fascino particolare per noi appassionati…
Ci congediamo da Paolo Caprioni, dal Dott .Strazzari e dal Dott. Maino con la promessa e l’intenzione di continuare a seguire lo sviluppo di questo fantastico progetto, e lo seguiremo in tutte le sue fasi, dai primi test su sabbia fino al momento in cui prenderà parte alla prima competizione.
Con orgoglio e piacere siamo stati scelti per seguire questa avventura e possiamo mostrarvi in anteprima cosa può creare l’estro, la capacità e il sogno di chi è mosso da una grande passione e capacità!
Seguiteci e ne vedrete delle belle…
Testo: Edoardo Tommassini
Foto: Nicola Matteucci
Si ringrazia per la disponibilità: Engines Engineering e il Team Kapriony
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