Martedì 27 dicembre: questa giornata per noi è stata la più bella
Partenza ore 8.00 in direzione Pista di Rommel: abbiamo messo per la prima volta le ruote sulla sabbia vera! Vi confido che non subito io mi sono trovato a mio agio con più di 400kg sotto al culo, ma piano piano ho iniziato a prendere confidenza con la Triumph Tiger Rally Pro 1200 nella sabbia.
Una volta arrivati in cima alla pista abbiamo trovato un panorama mozzafiato. La strada da percorrere è veramente unica, per chi non lo conosce consiglio di andare a farsi una ricerca. Da qui siamo arrivati a Tamerza, lungo il confine con l’Algeria, dove abbiamo pranzato e visitato la grande Casacada de la Palmeraie, dentro l’oasi di montagna.
Proseguiamo direzione Douz, seguendo una traccia che ci aveva dato un amico, la quale attraversa tutto il lago salato “Chott el Jèrid”, sbucando nel deserto a ovest di Douz.
L’unico problema è che siamo partiti alle 15:00 di pomeriggio, un po’ tardi per percorrere tutti i chilometri che avevamo in mente, considerando che alle 17:15 tramonta il sole. I primi, sul lago salato sono stati davvero molto belli, sembrava di essere in un paesaggio lunare: una piana infinita, tanto che il pianeta sembrava essere piatto!
Poi dopo quasi due ore di dritto infinito sono iniziate le dune vere, le prime che affrontavo in vita mia… Ovviamente i primi tentativi non sono andati proprio benissimo, ma piano piano ho imparato a mantenere l’equilibrio (anche con un paio di gomme lisce) e ho iniziato a divertirmi sempre di più. Piccolo inconveniente: da quanto ci stavamo divertendo, ci siamo distratti e allontanati un po’ dalla traccia, mentre il sole iniziava a scendere.
Ci siamo goduti un tramonto incredibile, sulla cresta di una duna alta credo 30 metri e con una vista a 360° sull’orizzonte che si vedeva già incurvarsi. Abbiamo fatto foto e video bellissimi, peccato che il buio arriva presto. Peccato? Senza l’ombra della luna, abbiamo visto un cielo stellato unico. Ovunque volgevi lo sguardo non potevi scorgere l’alone di nessuna luce, nessuna città, nessuna strada. Niente.
Eravamo nel nulla più totale, nel silenzio più assoluto, ma soprattutto lontani dalla traccia.
Con molta fatica, attraversando queste dune, nonostante la moto carica di bagagli e di due passeggeri, siamo riusciti a ricongiungerci a questa maledetta linea rossa sul navigatore. La traccia però tirava dritto per chilometri in mezzo a dune troppo impegnative da fare al buio, stanchi e con un freddo di 6° che cominciava a farsi sentire. Consapevoli che di lì a qualche ora, la temperatura sarebbe scesa ancora di più, ci è balenata l’idea di montare la tenda e accamparci nel deserto; ma è stata poco dopo abbandonata poiché sprovvisti di cibo e in 3 con una sola tenda e due sacchi a pelo.
Abbiamo quindi deciso di proseguire. Con un pizzico di fortuna, abbiamo trovato una strada parallela alla traccia, che chilometro dopo chilometro diventava migliore, abbassandosi l’altezza delle dune. Dopo un paio di ore ci siamo ritrovati sulla via maestra e abbiamo ripreso la strada asfaltata. Abbiamo guidato per circa 30 minuti fino a Douz, dove già ci aspettavano Michael e Mariano: lo strano gruppo è di nuovo riunito.
Mercoledì 28 dicembre
Questo giorno volevamo riposarci e rilassarci un po’ data la giornata impegnativa appena passata, ma gli altri speravano di raggiungere Ksar Ghilane, invogliati da una traccia che gli avevo mostrato in traghetto.
Io stesso volevo farla, consapevole del fatto che avventurarsi in due da soli sarebbe stato poco prudente. Cosi niente riposo, si parte tutti insieme, io ed Elisa in sella alla Tigerona e altre tre moto con sopra tre nuovi amici conosciuti grazie a questa avventura e alla voglia di esplorare che ci unisce.
Quattro moto una dietro l’altra, dritti dritti nel mezzo del Sahara.
Piano piano proseguendo, l’asfalto è sempre più coperto dalla sabbia, fino a quando, dopo diversi chilometri, sparisce completamente e lascia spazio alle dune. Ovviamente come ci aspettavamo, ci siamo ritrovati con la sabbia fino alle ginocchia. Io mi stavo divertendo come un bambino con quel bombolo ed Elisa su. Gli altri un po’ meno ferrati sul fuoristrada e meno intenzionati a cercasi guai, sono stati più prudenti.
Così, quando qualcuno ha iniziato a faticare, abbiamo preso un’altra strada sempre sterrata ma piena di lingue di sabbia, che ci ha condotti a Matmata, famoso per il set di guerre stellari. Qui abbiamo pranzato con del tipico cous cous e abbiamo salutato Anteo che ha proseguito verso nord, poiché il traghetto di rientro lo aspettava il giorno dopo.
Noi quattro, ripartendo continuiamo verso Tataouine, ancora in pieno sud. Siamo arrivati un po’ tardi, quasi al tramonto e nonostante abbiamo girato e fatto telefonate, non abbiamo trovato nessun albergo libero. Così decidiamo di dormire in tenda, ma lo svizzero si accorge che oltre ad aver perso freccia, parafango e diverse plastiche della sua BMW 800 ha perso anche la sue tenda. Decisi a comunque a portare a termine questa scelta, ci fermiamo in un supermercato per far rifornimento di cibo e acqua. Mariano esce ridendo e ci mostra quella che sarebbe stata la sua tenda per la notte: un piumone matrimoniale e un tappetino riflettente da parabrezza.
Vi consiglio di andare a vedervi le foto, sono davvero troppo belle; quando si dice adattarsi a ogni situazione! In rotta verso Tataouine, percorrendo strade buie, troviamo un posticino appartato un po’ in alto fra le dune, dove cominciamo a montare il nostro piccolo accampamento. Dopo una rapida cena sotto un tappeto incredibile di stelle, andiamo a dormire.
Giovedì 29 dicembre
Un risveglio in tenda con tanto di alba davvero bellissimo. Rifacciamo i bagagli e ci dirigiamo verso Ksar Ouled Soltane, per fare colazione e visitare il famoso granaio. Il granaio è uno scenario davvero particolare: è stato costruito dalle comunità berbere su una collina, ed ha un aspetto fortificato, oltre che delle forme arrotondate per cui ci si ritrova immediatamente catapultati in un altra epoca.
Da qui i nostri due compagni di viaggio Michael e Mariano, stufi di guidare nella sabbia, si dirigono verso nord; noi invece, che di dune non ne avevamo ancora abbastanza, torniamo verso Douz, attraverso stradoni asfaltati dritti per ore, ma allo stesso tempo affascinanti, con talvolta delle lingue di sabbia che li attraversano.
Il pomeriggio arriviamo in albergo dove lasciamo i bagagli per andare a giocare sulla sabbia in sella alla Tiger un po più leggeri. Ci godiamo così il tramonto e torniamo in hotel.
Venerdì 30 dicembre
Questo è un giorno di relax: nessuna sveglia e abbondante colazione per iniziare bene la giornata. Abbiamo deciso di passare un’intera giornata a Douz. Incontriamo così nella piazza principale, un amico di un nostro amico, tunisino doc che possiede qui un bar. Con il suo italiano quasi perfetto ci racconta un po’ della sua vita e ci indirizza sul come spendere i nostri ultimi 3 giorni in questo paese, dandoci la massima disponibilità e ospitalità.
La Tunisia è davvero un paese accogliente: abbiamo sempre ricevuto una mano nei momenti di difficoltà con la lingua per esempio, un ragazzo ha addirittura smesso di pranzare per darci una mano a ordinare al ristorante; i bambini salutano e corrono incontro ai motociclisti battendo il cinque, con un sorriso che impressiona.
Dopo pranzo passeggiamo per le vie del centro, senza nessuna meta, solo per goderci la temperatura. Risaliamo poi in sella alla Tiger e finalmente più leggeri senza i bagagli, corriamo a giocare per l’ultima volta sulla sabbia accompagnati dal tramonto.
Sabato 31 dicembre
Per festeggiare il capodanno abbiamo deciso di arrivare a Djerba, dove abbiamo prenotato un albergo abbasta di lusso, l’ “Hotel Ulysse”. È stato l’unico albergo di tutto il viaggio con prezzi quasi europei, data la zona turistica (classico turismo da spiaggia): avevamo inclusa nel prezzo la cena di fine anno, aperitivo e dopo cena con musica.
Poco prima di cena scendiamo per bere la nostra birra delle 18.00, senza nemmeno esserci cambiati o fatti la doccia, sporchi di fango e sabbia con i capelli scompigliati dai caschi. Cosa ci troviamo? Persone in abiti di raso e tacchi a spillo, un contesto lussuoso ed elegante. Noi molto mimetizzati tra loro con gli stivali da moto e gli impermeabili!
Ci andiamo a bere le nostre birrette in spiaggia e torniamo in camera a farci una doccia e prepararsi per andare a cena. Elisa riesce incredibilmente a essere elegante, mettendosi un costume da bagno intero con una fantasia particolare e sotto un pantalone attillato, esce di camera come per una sfilata. Io giusto la doccia ho fatto… mangiamo e beviamo come si deve e passiamo un bel capodanno.
Domenica 1 Gennaio
La mattina seguente ci dirigiamo verso Sfax ma essendo entrati sull’isola di Djerba da sud dove abbiamo percorso un bel ponte lungo diverse centinaia di metri, decidiamo di tornare sulla terraferma a nord, prendendo un traghetto piccolissimi rispetto a quelli a cui siamo abituati, pieno di gente residente che attraversa per raggiungere lavoro, famiglia ecc.
Una volta raggiunta la terra ferma ripartiamo. A pranzo ci fermiamo a Skhira, dopodiché tutta autostrada fino a Sfax dove abbiamo dormito al hotel Borj Dhiafa. La particolarità di questa camera è stata il balcone: era ricoperto da una specie di edera, e un gruppo numerosissimo di uccellini ne ha fatto la propria casa, facendo però rumore tutta la notte.
Lunedì 2 Gennaio
La mattina subito dopo colazione, dopo due orette di autostrada in direzione nord, siamo arrivati al Colosseo El Jem che abbiamo visitato anche all’interno. Qui abbiamo poi pranzato e comprato delle calamite per amici e parenti a casa. Salendo lungo la costa, siamo passati da Monastir e arrivati ad Hammamet dove abbiamo pernottato. All’aperitivo abbiamo conosciuto un inglese in pensione bello allegro, con il quale abbiamo riso e scherzato fino a cena.
Martedì 3 Gennaio
Siamo quasi giunti alla fine del nostro viaggio. Torniamo a Tunisi per passare l’ultima notte. Lasciamo la moto al nostro albergo “Hotel Golf Royal” e usciamo a piedi per incontrare Michael. Decidiamo insieme di prendere un taxi e visitare Cartagine, città storica di incredibile importanza.
All’andata abbiamo trovato un taxi che con i suoi 800.000km segnati sul quadro ci ha fatto fare un viaggio abbastanza tranquillo; mentre per tornare, una Polo (dal cambio un po’ vecchiotto in cui di marce entravano solo la seconda e la terza), ci ha fatto faticare il rientro a Tunisi. La sera abbiamo cenato con Michael e fatto due chiacchiere.
Mercoledì 4 Gennaio
La mattina del nostro ultimo giorno in Tunisia siamo usciti dall’hotel per fare due compere. Abbiamo contrattato un’ora per quattro tappeti berberi fatti a mano e siamo riusciti a scendere a 300€, ma la vera impresa è stata posizionarli sulla nostra Tiger. Una volta fatti tutti i bagagli e caricata la moto abbiamo pranzato velocemente e ci siamo diretti verso il porto, da dove sarebbe ripartito il nostro traghetto.
Mentre all’andata eravamo solo sei moto, al ritorno eravamo circa una quarantina di motociclisti, e ovviamente anche qui abbiamo fatto nuove amicizie e ritrovato gente incontrata in giro per la Tunisia. Finalmente nella nostra cuccetta, cena in camera con tonno e mortadelle tunisine comprate al supermercato. Alle 23.00 in punto partiamo.
Giovedì 5 Gennaio quasi non conta: colazione. Netflix. Pranzo. Netflix. Aperitivo. Netflix. Cena. Netflix.
Venerdì 6 Gennaio
30 ore di viaggio dopo arriviamo a Genova a mezzanotte passata. Dopo 10 giorni di temperature miti, ad aspettarci troviamo l’inverno italiano con 4° gradi.
Decidiamo comunque di avviarci verso casa, il navigatore segna 4 ore. Verso ormai le 3:00 di notte arrivati all’altezza di Firenze, infreddoliti e stanchi, ci fermiamo in un autogrill per un cappuccino caldo. Qui abbiamo incontrato dei Carabinieri con cui abbiamo scambiato due chiacchiere, che ci hanno dato le indicazioni per un albergo aperto 24h. Arriviamo doccia calda, il tempo di stendersi e “Zzzzzz”.
La mattina, con calma, dopo meno di due ore finalmente siamo arrivati nella nostra amata Anghiari, ma non è finito qui il nostro viaggio, perché ad aspettarci ai piedi del Vesuvio c’era una cagnolina con poco più di due mesi che avevamo scelto il giorno prima di partire. Così una volta arrivati a casa, siamo scesi dalla moto e tolti gli scarponi, ci siamo fatti 4 ore di macchina.
All’ora di pranzo abbiamo fatto una piccola fermata a Spoleto in una taverna del posto per mangiare qualcosa di tipico italiano:
Ne avevamo proprio bisogno!
Una volta arrivati a destinazione, prendiamo la piccola Mina e ci rifacciamo 4 ore per rientrare, giungendo poco prima di mezzanotte dopo qualcosa come 40h di viaggio.
Testo e foto: David Stoppel ed Elisa Ligi
Moto: Triumph Tiger Rally Pro 1200
Abbigliamento: Completo CLOVER DAKAR 2 -WP – VENTOURING 3 Lady
Casco: AIROH Stricker
Maschera: Ariete 8K
Borse: ENDURISTAN