In Tunisia con David ed Elisa a bordo della Triumph Tiger Rally Pro 1200

Natale con i tuoi, Pasqua con chi vuoi

recita il detto. Ma a noi le frasi fatte non piacciono, quindi SI PARTE! 

Natale e Capodanno in un altro paese. Ma quale? La Tunisia! Perché proprio la Tunisia?

Perché non c’eravamo mai stati; è il paese africano più vicino a noi; è il più facile da raggiungere con il traghetto; è un paese totalmente diverso dalla cultura europea ma, soprattutto, il fascino della sabbia e delle dune che ci attirava da morire.

Per chi non ci conoscesse, siamo David ed Elisa da Anghiari, un paesino arroccato nel cuore dell’Italia e, in sella a una Triumph Tiger Rally Pro1200, siamo partiti alla volta della Tunisia.

Mercoledì 21 dicembre: partenza treno per Milano. Arrivo a Milano con Frecciarossa diretto; sbagliando due tram sono comunque arrivato in Triumph Italia. Con mezz’ora di moto raggiungo mio fratello che per caso stava lavorando in zona, quindi carichiamo il mezzo sul suo furgone e mi lascio riaccompagnare a casa, evitando 4 ore in sella, al freddo e sotto la pioggia.

Giovedì 22 dicembre: carico la moto con borse e attrezzatura e, subito dopo pranzo io ed Elisa partiamo direzione Genova. Arrivati in albergo realizziamo di aver prenotato la struttura peggiore di tutta la vacanza, vicino al porto e in un quartiere malfamato.

Ceniamo, però, in un ristorante carino nel centro cittadino: “Sa pesta”. Rientriamo in hotel passando per i vicoli stretti di Genova e, una volta in camera, realizziamo che il condizionatore è rotto e dormiamo al freddo!

Venerdì 23 dicembre: la mattina seguente, alle 9, ci rechiamo al porto distante pochi minuti di moto per disbrigare le pratiche burocratiche e passare la dogana.

Una volta in fila, ci accodiamo ai tanti viaggiatori tunisini dalle auto stra-cariche di bagagli, tanto che le marmitte toccavano a terra. Tutti i passeggeri in moto vengono accompagnati in cima alla fila: questo ci permette di conoscere e fare amicizia con gli altri tre motociclisti in procinto di imbarcarsi e ci diamo appuntamento al bar del traghetto per l’aperitivo.

Alle 13:00 riusciamo a salpare, con quarantacinque minuti di ritardo rispetto alla tabella di marcia. Alle 18:00, come previsto, rinnoviamo la conoscenza con gli altri motoviaggiatori: il tedesco Michael, 28 anni; lo svizzero-spagnolo Mariano, sui 40 e Anteo di Genova, sui 30.

Immancabile lo scambio dei numeri di telefono, utilissimo per creare un gruppo WhatsApp con il quale restare in contatto per ritrovarsi una volta arrivati a destinazione oppure aiutarsi in caso di emergenze, anche se, fortunatamente, non ce n’è stato bisogno.

A ora di cena, rientrati in cabina, ci sfamiamo a base di Noodles cinesi, cotti sul fornellino da campeggio in bagno per evitare l’antincendio.

‘Notte.

https://youtu.be/XxmDLuIFPH8

Sabato 24 dicembre: Sbarchiamo a Tunisi alle 18.00: dopo 30 ore di traghetto risalire in sella sembra quasi un sogno; scalpitano sia i motori che i motociclisti attendendo il via dagli operatori per scendere la rampa. Con un cenno ci si saluta con gli altri e ognuno per la sua strada.

Per 20€ alla dogana un ragazzo ci fa due scarabocchi su dei fogli e usciamo subito dai controlli. Ci dirigiamo verso l’unico albergo prenotato in tutta la vacanza: “Le Palace” a Gammarth, il nostro primo hotel in Africa. Hotel in cui, con poco più di 50€, ti trovi il portiere armato che controlla il parcheggio tutta la notte, il tizio che ti porta le valigie in camera, hall enormi con fontane e pavimenti in marmo e, ad attenderti, un dolce buonissimo sul comodino.

Tutto molto bello, ma purtroppo, come avremmo poi constatato in tutto il paese, la pulizia non è il loro forte. 

e: Sveglia alle 9.00, super colazione a buffet in albergo e si parte. Da Gammarth ci dirigiamo verso Sidi Bou Saïd, la città bianca e blu incorniciata da piante fiorite e vicoli di ciottoli. Arroccata su un promontorio che si affaccia sul mare, è un gioiello per chi ha voglia di rilassarsi passeggiando tra le mura di un paesino che sembra quasi estraneo a tutto ciò che vedremo più tardi.

Per pranzo ci avviamo in centro a Tunisi, ed essendo non troppo informati su quale fosse il grado di micro-criminalità (furti, borseggi…), non sapevamo quanto fosse sicuro lasciare la moto con tutti i bagagli esposti al flusso enorme di gente. Abbiamo quindi chiesto a un posto di blocco se potessimo posteggiare i mezzi vicino a loro. I poliziotti gentilissimi, ci hanno ritagliato un parcheggio e ci hanno pure accompagnati presso un banco per il cambio moneta.

Per mangiare ci dirigiamo verso un bar affacciato sul corso principale. Dopo aver comunicato con i camerieri attraverso il famosissimo linguaggio dei gesti, poiché parlavano solo francese (lingua a noi semi- sconosciuta) abbiamo ordinato due kebab. E qui la sorpresa! Dopo qualche morso, Elisa trova un verme enorme nel suo, grosso come il filtro di una sigaretta. Dopo il disgusto iniziale, mi guarda per cercare di avvertirmi, ma ormai lo avevo già finito.

Come pranzo di Natale avremmo preferito altro, ma che dire: fa parte del gioco!

Una volta ripartiti, puntiamo Kairouan, passando per Sbikha. Lungo la strada principale riusciamo, pur essendo domenica, a trovare un bar dove comprare una scheda SIM per 8€ con 35gb di traffico Internet, per riprendere le comunicazioni con il resto del mondo. Giungiamo, così, a Kairouan, prima capitale del Maghreb, città conservata dalle grinfie della modernizzazione e dichiarata patrimonio dell’umanità, la quale detiene inoltre il titolo per la moschea più antica.

Ci sistemiamo all’hotel “Continental”, proprio di fronte ai bacini aghlabidi.

Lunedì 26 dicembre: La mattina seguente, con molta calma, siamo ripartiti verso la parte sud della Tunisia, passando per letti di fiumi asciutti e canyon bellissimi, che abbiamo compreso e apprezzato appieno solo una volta alzato il drone.

Questo è stato il momento più caldo di tutta la vacanza, toccando i 32°. Pranziamo in un banchetto lungo la strada, scegliendo uno dei pochi senza teste di animali gocciolanti di sangue appesi all’ingresso.

Riprendendo il viaggio, ci si comincia a interfacciare con la povertà, quella vera, dove le persone camminano per metri sotto il sole cocente per cercare qualcosa da poter prendere tra la tanta spazzatura che si annida ai bordi delle strade. Abbiamo persino incontrato due bambini di 8/9 anni che sfrecciavano con un motorino lungo il paese, stringendo tra le braccia un fucile a tracolla:

Tuttora pensandoci, continuiamo a sperare che fosse un giocattolo.

Arrivati a Gafsa abbiamo prenotato per 55 euro una mini suite a “Jugurtha Palace”. Questo albergo vince il premio come migliore di tutta la vacanza, ci hanno trattati come dei vip, mi aprivano persino le porte chiamandomi Mr. Devid.

Nel gruppo WhatsApp con gli altri viaggiatori conosciuti in traghetto abbiamo fatto il punto della situazione raccontandoci emozioni e tappe successive. Casualmente abbiamo scoperto che Anteo si trovava nella stessa nostra città, quindi per l’aperitivo alle 18.00 ci ha raggiunti e, dopo una birra, abbiamo cenato e deciso di proseguire insieme il giorno seguente.

Continua……………

Testo e foto: David Stoppel ed Elisa Ligi 
Moto: Triumph Tiger Rally Pro 1200
Abbigliamento: Completo CLOVER DAKAR 2 -WP – VENTOURING 3 Lady
Casco: AIROH Stricker
Maschera: Ariete 8K
Borse: ENDURISTAN

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