Coast to OFF – Dal Tirreno all’Adriatico in fuoristrada

I coast to coast piacciono, hanno fascino, non c’è nulla da fare

C’è chi sogna quello americano su strade lunghe dritte e asfaltate e chi, come noi fuoristradisti, sogna quello da Tirreno ad Adriatico lanciati su monti a perdita d’occhio lungo strade tutt’altro che dritte e asfaltate e quello di BigBikeOFF fa dannatamente parte di questa seconda tipologia.

BigBikeOFF nasce da una costola del Mc Pepe Bevgna, il moto club celebre tra gli appassionati d’adventouring per il Queen Trophy e di gran lunga uno degli appuntamenti immancabili della stagione. 

Il Queen non rinuncia allo spirito familiare di cui fa bandiera, ma ormai è un grande evento con 150 piloti partenti.

I viaggi di BigBikeOFF invece nascono per qualcosa di più intimo, un gruppo di dieci, dodici persone che si ritrovano con una meta, e che dopo la prima cena diventano tutti amici.

CoastoOFF è uno dei tanti tour che organizzano e ci ha portato dalle splendide viste del monte Argentario alle placide coste adriatiche di Porto sant’Elpidio; nel mezzo 600km di guida in fuoristrada in tre giorni, ricetta semplice, bella, e incredibilmente affascinante. 

Ci ritroviamo un venerdì uggioso a Porto Santo Stefano, frementi, trepidanti, elettrici che potremmo darci la scossa!

Praticamente tutte maxi le moto presenti, comprese due fiammanti Aprilia Tuareg 660: le scorgo subito e penso che è bello iniziare a vedere le moto di Noale in questi eventi; davvero un bel segnale per la casa Italiana.

Partiamo esplorando il Monte Argentario, una trentina di chilometri in fuoristrada belli guidati a picco sul mare, sembra si essere in Sardegna, all’Elba eppure siamo (quasi) certi di non aver preso il traghetto!

Peccato le nuvole che appiattiscono i colori nascondendo una primavera che a maggio inizia a essere ormai scintillante.

Sosta caffè a Porto Ercole dove riempiamo le bottigliette con l’acqua del Tirreno che riverseremo nell’Adriatico domenica, una volta giunti “di là dagli appennini”.

Entriamo “in continente” attraverso Orbetello, e da lì, lungo i sentieri dei briganti, attraversiamo questo lembo di terra in cui la bassa maremma si fonde con l’alta Tuscia.

Sterratoni facili che cambiano colore di continuo dal bianco, al rosso al nero!

In poco tempo arriviamo sulle sponde del lago di Mezzano dove Anna, la cortesissima proprietaria dell’agriturismo Fra Viaco, ci aspetta pronta a farci leccare i baffi con i loro prodotti che hanno davvero il sapore di quelli di mia nonna.

Ripartiamo a pancia piena (anche troppo) sotto una pioggia picchiettante alla volta del lago di Bolsena accarezzando le pale eoliche di Pitigliano e concedendoci un po’ di sterro in riva a uno dei laghi vulcanici più grandi d’Italia.

In un battito d’ali sorvoliamo la Rocca di Montefiascone e ci precipitiamo fino al Parco dei mostri di Bomarzo.

Qui il gruppo si divide tra chi sotto la pioggia vuole proseguire per un fuoristrada tecnico e chi invece preferisce accontentarsi anche di qualche stradone veloce; tutti ci troveremo ad Amelia accolti “in famiglia” da Marinella  nell’omonimo agriturismo all’ombra dell’elegante cittadina umbra; ormai siamo arrivati sugli appennini!

Il secondo giorno, il meteo sembra più dalla nostra, quantomeno non dovrebbe piovere! Non è poco quando ti aspetta una vera tappa appenninica, tecnica e decisamente bella!

Questi sono i “territori di caccia” del mc Pepe Bevagna e di BigBikeOFF: ripercorriamo un tratto del Queen Trophy 2021 che dalla rocca albornoziana di Narni ci porta al confine con il Reatino, pieghiamo per Stroncone per poi giungere dopo un lunghissimo tratto di fuoristrada sul lago di Piediluco come sempre placido, indolente e solcato dalle scie di canoisti di tutte le età.

Il bello, ammesso bestemmiando che prima non lo sia stato, arriva ora

La rotta tracciata ci porta a Preci, ma nel mezzo passiamo per le miniere di Monteleone il monte “Maggio” e il monte “Pelato”, un susseguirsi di emozioni su queste “pelatone” aeree con il Monte Vettore alla nostra destra a farci da guardia e la traccia bianca a contrastare il verde dei prati.

Arriviamo a Borgo Cerreto, ci guardiamo negli occhi. Siamo felici, stanchi e sazi di fuoristrada:

ce se ne fottano gli ultimi 30 chilometri di offroad, andiamoci a prendere una birra a Cerreto di Spoleto! 

È il bello di questi tour che ti permettono di non essere incanalato in un mega evento ma di muoverti agile, elastico con la libertà di improvvisare in base alle sensazioni del gruppo. 

L’ultimo giorno da Preci, entriamo nel cuore terremotato del centro Italia

Ci aspetta la salita al Fargno bellissima e panoramica, ma purtroppo il meteo non dà pace e mette alle montagne il vestito meno attillato, più sgraziato.

La nebbia infatti nasconde le forme, copre i colori e i profumi. Siamo in uno dei posti più belli del centro Italia eppure potremmo essere in tangenziale a Milano per quel che vediamo:

che fastidio…

Raggiungiamo Fiastra, fin sulle rive dell’omonimo lago; usciamo finalmente dalla nebbia ed entriamo nella gola del Fiastrone, siamo ormai scesi dai monti, l’asfalto intervallato da qualche sterrata marchigiana morbida ci culla verso il mare in una ambientazione ancora nuova, fino al termine del nostro viaggio a Porto sant’Elpidio.

Quando parcheggiamo le moto sulla spiaggia, inizia timidamente a uscire il sole, beffardo e un po’ bastardo, dopo giorni uggiosi.

Riversiamo nell’adriatico l’acqua del tirreno prelevata a porto Ercole e conservata gelosamente con noi lungo i 600km di viaggio, sbocciamo con lo spumante e ci gustiamo l’ultimo pranzo insieme sulla riva del mare: due ore di pesce freschissimo non stop che da sole valevano il viaggio, ma questa è una frase che ho sentito tante volte in questi tre giorni.

Alla prossima!

Testo e foto: Dario Lupini

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