Quando il nostro amico Filippo Ceccucci, gran Patron del Rally dell’Umbria, istrionico personaggio, grande motociclista e fine organizzatore, ci ha inviati a partecipare al 21° Rally dell’Umbria mi sono detto:
Bene! Quale miglior modo di iniziare le ferie se non quello di partecipare ad un rilassante evento adventuring, pacioso e tranquillo, immerso nelle meravigliose colline umbre…
Ecco. Niente di tutto questo! Le mie aspettative sono state disattese già alla partenza… abbiamo partecipato alla tappa di sabato 7 agosto, una delle quattro previste in calendario, visto che la manifestazione ha avuto inizio il giovedì 5 ed è terminata la domenica successiva.
Presentatomi sotto il gonfiabile in piazza Matteotti ho da subito notato qualcosa di diverso tra i partecipanti all’evento. Niente super GS pettinati e ripuliti, niente moto “fighette” ultima moda e iper tecnologiche: al loro posto, moto “rudi” e vissute, in molti casi sapientemente preparate dai loro proprietari, con accortezze e accessori puramente funzionali al mondo rally.
Mi sono detto:
Strano! Sembra la partenza di un moto rally competitivo, piuttosto che il via di un evento amatoriale adatto a tutti i livelli; boh!
Metto in linea la mia 950 Super enduro, casco in testa, gps acceso e via alla volta di Assisi! Oltrepassata la collina dedicata al Santo (Francesco) più famoso del mondo, mi ritrovo in un vero e proprio paradiso, che si chiama Monte Subasio. Un crinale sterrato da cui si gode una vista straordinaria, un panorama a 360° che domina l’Umbria, popolato da mandrie di cavalli allo stato brado che danno l’idea di essere in un set cinematografico.
Tuttavia è poco il tempo che posso dedicare alla “vista”, dovendomi concentrare sulla guida su un terreno insidioso, molto veloce e altrettanto instabile.
iliegina sulla torta, va in tilt il sistema di navigazione! Non mi do per perso: individuo due motocilisti “tosti” che scorrono con un passo eccellente e mi accodo; scopro solo molto dopo che i due cavalli di razza non sono atro che due “tonici” quasi sessantenni, con esperienza pluriennale nei motorally, i quali mi hanno fatto divertire da matti con il loro passo e la loro impeccabile tecnica di guida: Pino e Alessandro!
Seguendo la scia…
Decido di continuare con loro e, superato l’altipiano del Subasio, ci imbattiamo in un percorso che, come già ho accennato all’inizio, tutto aveva tranne le caratteristiche di un tracciato da “passeggio”.
Ogni strada, ogni tratturo, ogni passaggio è stato accuratamente studiato ed eccellentemente tracciato sul gps e sul roadbook, inserito in percorsi molto impegnativi e tutt’altro che banali.
Esempio ne è la lunga “sassicaia” di pietra smossa, da affrontare con dovuta aggressività e decisione, per non rimane bloccati. Interminabile e faticosa, ma allo stesso tempo adrenalinica e goduriosa, ha subito messo le cose in chiaro:
Questa non è una manifestazione da “pivelli”!
Qui ci vuole esperienza, tecnica e fiato… ecco spiegati il livello e i mezzi dei partecipanti, quasi tutti con esperienze pregresse in questo rally, e debitamente preparati con moto adeguate e tecnica di guida ben affinate.
Attraversiamo decine di chilometri tra panorami meravigliosi e percorsi altrettanto divertenti, quando i mie due “compagni” d’avventura mi dicono:
Qua c’è la variante hard per le monocilindriche. 50 km in più rispetto ai 225 previsti da programma. Nella tua traccia gps per bicilindrici non c’è: se vuoi vieni con noi e la facciamo insieme!
Ovviamente non ci ho pensato due volte; li seguo. Certo di sperimentare un percorso solo poco più impegnativo di quello fin lì affrontato, mi sono trovato mio malgrado a guidare su un tracciato di “puro enduro” con una moto tutt’altro che snella; pietre, solchi, salite impervie e discese in single track nel bosco.
Una strada chiusa per frana con un fondo instabile e un profondo dirupo sulla sinistra, per poi finire su una discesa quasi verticale con pietra smossa e un altro burrone sul lato sinistro e, per non farsi mancare niente, ho anche sbagliato un bivio trovandomi sperso in un tratto di bosco vicino a delle cascate. Meraviglioso, ma sinceramente quel momento mi ha messo in crisi!
Ritrovata la traccia, attraversato dei refrigeranti guadi, mi reco al primo ristoro presso la bella e caratteristica località di Sellano, borgo umbro, costruito in bianca pietra e costeggiato da una natura rigogliosa e da fiumi impetuosi.
Con gli amici Pino e Alessandro ci rifocilliamo, degustando le birre artiginali del posto e ripartendo quindi alla volta di Perugia. Altri 100 km di rally ci aspettavano, tra cui luoghi e borghi meravigliosi, come la famosa Rasiglia (la Venezia umbra) che di certo meritano una visita in “assetto turistico”.
Un godimento a piene mani ci accompagna fino al termine dell’itinerario, composto da tratti guidati e molto veloci, fin dentro alla bella Perugia, negli eleganti giardini Carducci.
Un totale di 275 km di puro divertimento, guida e navigazione!
L’arrivo
In città ci attendono i ragazzi del moto club Umbria con una birra fresca, incontrando poi il “patron” del Rally dell’Umbria Filippo Ceccucci, simpatico e disponibile, con il quale scambiamo chiacchiere sull’evento.
Mi congedo, stanco ma soddisfatto, con la promessa di presenziare alla 22° edizione. Perché il Rally dell’Umbria è roba vera, con percorsi tosti per motociclisti esperti. Una vera libidine per gli amanti della navigazione e dei tragitti guidati.
Complimenti. Ci vediamo alla prossima edizione
che molto probabilmente si replicherà ad aprile.
Testo: Edoardo Tommassini
Foto: Motoclub Umbria
Moto: KTM 950 S.E.
Casco: Airoh Commander